“L’indice non ci blocca, ma mercato non è una necessità

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IL DS DELLA LAZIO ANGELO FABIANI AI MICROFONI DI LAZIOSTYLE CHANNEL

L’indice di liquidità non riguarda solamente la Lazio, ma tutte ed è facilmente risolvibile cedendo.

Non impedisce le operazioni di calciomercato. Il tutto va inserito in una politica che varia da società a società. Faccio una premessa: abbiamo iniziato un nuovo percorso partito tempo fa. Un percorso non ristretto a pochi mesi o ad un anno. Il nuovo ciclo ha una durata minima di tre anni. Abbiamo quest’estate, io in primis, in accordo con la società, iniziato un nuovo percorso che è stato anche criticato in maniera costruttiva. Quando una persona ha un modus operandi, per il bene di tutti, lo deve attuare. Abbiamo messo Baroni alla guida di questa squadra e abbiamo iniziato un campionato dove, al netto di qualche partita dove abbiamo perso punti per questioni ‘casuali’ e qualche battuta d’arresto, è stato fatto un girone d’andata importante. In Europa abbiamo l’obiettivo di saltare un turno e qualificarci agli ottavi. L’inizio di stagione è stato positivo. Se una cosa funziona, perché mettere a rischio inserendo giocatori non funzionali? Ad oggi non abbiamo trovato funzionalità sui ragazzi visionati.

In altri casi, non si è ritenuto congruo il rapporto qualità prezzo. È arrivato Ibrahimovic, di cui mi assumo le responsabilità, è stata una mia scelta, come ogni calciatore arrivato nell’ultimo anno e mezzo. Con Baroni è stato condiviso il solo Noslin, abbiamo ritenuto opportuno, grazie anche al campo, aggiungere questo ragazzo. Faremo ciò che potrà migliorare la Lazio dal punto di vista tecnico – tattico.

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Il mercato di gennaio è detto di riparazione, noi non abbiamo necessità di riparare, ma cerchiamo opportunità di migliorare ancora la rosa. Non ce lo impedirà l’indice di liquidità. Sono io a dover fare scelte. Ne abbiamo fatte in estate, le abbiamo messe a disposizione del tecnico che ha fatto un ottimo lavoro. Non cambierò ora il mio modo di lavorare. Capisco i ragionamenti diversi, ma io ragiono in base alle esigenze sia societarie che tecniche. La squadra, se la Fiorentina non dovesse battere l’Inter, sarebbe quarta al giro di boa. Migliorare si può, a peggiorare ci si mette poco.

Il calciomercato non deve essere una moda, ma una necessità. Non guardiamo solo Fazzini, Casadei e Belahyane. Alcuni vengono sponsorizzati e diventano più noti. Abbiamo provato a prendere Fazzini perché oggi può rappresentare un giocatore di prospettiva che nel giro di un anno o due può diventare come Rovella o Tonali. Dall’altra parte le esigenze erano diverse. Ci sono arrivate richieste per 6 o 7 giocatori, squadre sia in Italia che all’estero. Se dobbiamo fare cassa andiamo contro il nostro credo. Ci sono stati chiesti Tavares, Rovella, Dele Bashiru e Castellanos. Noi non vogliamo smontare la squadra ma completarla.

Migliorare alcuni nostri reparti non è facile. Non ha senso comprare tanto per. Ibrahimovic l’anno scorso ha fatto bene, ha delle qualità che se verranno dimostrate, sarà un investimento importante su un giovane classe 2005. I 31 enni, 32 enni non li prendo. Vorrei andare su un modello Feyenoord, che si avvale di giovani con la fame. Gila, ad esempio, non sembrava in grado di giocare. Ce lo siamo costruito e oggi è appetito al mondo intero. Noi vogliamo seguire questo tipo di situazioni. Se vendo tutti i migliori e mi criticano, fanno bene.

Castrovilli sapevamo avesse avuto una situazione difficile, ha trovato poco spazio e ne chiede di più. Dipende dall’allenatore, se vuole cambiare squadra prenderemo in considerazione questa ipotesi. Si può sempre fare meglio, gli errori sono all’ordine del giorno. I numeri parlano chiaro, siamo al 50% del nostro progetto, c’è tanto ancora da fare. Con un pizzico di fortuna porteremo in futuro calciatori funzionali al nostro diktat.

Non mi esalto, vivo le vittorie come le sconfitte, anche se vincendo riesco a dormire meglio. Per reggere la pressione bisogna essere onesti con sé stessi ed essere professionisti. Non farsi prendere da troppi entusiasmi. A salire ci si mette tanto, ma poi a scendere ci vuole un attimo. Prima di acquistare un calciatore mi confronto su una serie di caratteristiche con diversi miei collaboratori. Il calcio va verso la fisicità. Ibrahimovic è un 2005, non entra in lista, viene dal Bayern. Ha la possibilità di dimostrare le sue capacità, che non sono poche. Vedremo se riuscirà a farlo. Ho parlato anche con Angelozzi (ds Frosinone, ndr) e me ne ha parlato molto bene. Di là un 2004 (Pisilli, ndr) faceva la Primavera lo scorso anno e ora gioca in Serie A. Sarà il campo a decretare se è pronto per questo calcio. Nessuno è incedibile.

Se arriva una richiesta per Isaksen, la società valuta se chi può sostituirlo ci può aggiungere qualcosa. Altrimenti Isaksen resta. Nei suoi alti e bassi è stato determinante in alcune gare. Bisogna dargli tempo di maturare anche perdonando qualche errore.

Baroni è un grande allenatore, sta qui grazie ad una mia volontà. Adesso si legge del ‘Baronismo’. So che non si farà prendere da entusiasmi. Ogni allenatore vorrebbe il meglio. Tutto deve cozzare anche con le norme, anche di liste. Mandas? Rappresenta una valida alternativa a Provedel, che oggi è titolare. Ha giocato le coppe, nessuno lo immaginava. Ha avuto richieste, ma adesso resta con noi. Patric? Oggi fa un esame, da lunedì ricomincerà la sua riatletizzazione e vedremo quando rientrerà. Vecino ha avuto un problema importante, prima di 10/15 giorni non potrà tornare ad allenarsi. I ragazzi hanno fatto una prima parte di stagione molto buona, aspettiamo chi oggi non è disponibile. Hysaj oggi grazie alle liste aperte e con l’infortunio di Lazzari, è parte integrante della rosa. Non abbiamo scaricato nessuno, i fuori rosa si allenano regolarmente con la squadra. In Primavera non ci sono ancora giocatori pronti, forse nel giro di qualche anno potrà succedere. Ho ereditato un settore giovanile che con me ha fatto buoni risultati che però non bastano ancora. Floriani e Ruggeri stanno facendo esperienza, devo dire con ottimi risultati. Nel prossimo futuro potrebbero tornare utili alla Lazio.

Questione falconiere? Dovrebbe calare il sipario sulla vicenda. Juan ha chiesto scusa, ha capito l’errore e si è pentito. Adesso c’è chi può e non può accettare le scuse, oggi è convalescente e finché avrà un certificato medico verrà supportato. Dopodiché verranno affrontate altre questioni. C’è stato un comunicato. Mi dispiace solo che intorno ci si sia speculando. Ognuno gestisce come ritiene opportuno il proprio corpo, ma c’è sempre un codice etico da rispettare. Siamo personaggi pubblici, dobbiamo limitare alcune debolezze personali e avere una condotta professionale. Invito Juan a non prestare il fianco al gossip.”

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