L’esperienza di Sant’Antioco nell’evento “Noi camminiamo in Sardegna 2024”. Caminante non hay camino, se hace camino al andar (Antonio Machado) – di Carlo Floris

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A Sant’Antioco e nei dintorni si è svolta dal 2 al 4 ottobre dello scorso anno, la parte locale della manifestazione “Noi Camminiamo in Sardegna 2024”, che ha interessato altre località in Sardegna, e ha riguardato diversi cammini sacri o di vario interesse della Sardegna e che si è conclusa a Galtellì dal 4 al 5 dello stesso mese. Tra i partecipanti, oltre a diversi operatori locali, anche Stefano Giussani, giornalista di Huffington Post e Airtribune.it, esperto camminatore e content creator; Valentina Melis, content creator; Nicoletta Micheli, tour operator; Sara Verlicchi, Bike Plus Travel; Fabrice Noyelle, proveniente da Parigi, di SFX Group, società francese che si occupa di turismo sostenibile; l’operatrice polacca Silwia Siankiewicz di ItaliaItalia.info; Chiara Righi per Terre di Mezzo, che contribuisce e coordina le iniziative sarde nei differenti cammini; Riccardo Laconi, funzionario dell’assessorato regionale del Turismo che patrocina e finanzia l’intera manifestazione. Sant’Antioco è tappa del Cammino di Santa Barbara, dell’Itinerario di San Giacomo di Compostela in Sardegna, dispone anche di un patrimonio naturalistico ed archeologico di grande rilievo e di alcuni tracciati per biciclette, ora tracciati elettronicamente e che presto saranno dotati di segnaletica adeguata. Un altro sentiero tracciato è quello di Serra Is tres Portus, che da Maladroxia porta a Coacuaddus.

L’avventura per gli esperti del settore, è cominciata con l’accoglienza presso il Muma hostel, l’hotel e Museo del Mare, ove gli ospiti soggiornavano nei tre giorni, in cui sono stati in paese, è poi proseguita con un pranzo presso il ristorante La Laguna e poi la visita a piedi, Trekking urbano, tra la laguna e il parco archeologico della città. Dapprima il gruppo ha visitato la necropoli punica, con il prezioso ausilio delle guide della cooperativa Archeotour, che hanno raccontato, tra le tombe nelle quali è ancora in corso il progetto di scavo e quelle invece aperte al pubblico, che gli operatori hanno potuto visitare, cosa è emerso durante gli anni di ricerca, relativamente ai processi di inumazione e ai corredi che accompagnavano il percorso nell’aldilà degli antichi abitanti di Sulky. Il gruppo ha poi proseguito per il Museo Barreca, dove le guide hanno raccontato il patrimonio rinvenuto e le curiosità che accompagnano la storia disponibile di quella che è forse la città più antica d’Italia, fondata nell’ottavo secolo A.C..

La visita è proseguita poi con il racconto della vita degli abitanti de Is Gruttas, i vecchi ipogei utilizzati come abitazioni fino alla fine degli anni ‘60 del secolo scorso, alle condizioni di vita dei vecchi abitanti e ai loro racconti. Dopo la cena presso un ristorante locale e poi la passeggiata che ha ricondotto gli ospiti all’albergo. La mattina successiva, visto anche il tempo relativamente incerto e tendente a piovoso, si è partiti dalla visita alle Saline di Sant’Antioco, dove le guide hanno raccontato sia la storia del sito sia come il ciclo produttivo che termina con la raccolta del sale e, infine, la ricchezza biologica e naturalistica degli ambienti visitati, è stato possibile vedere i fenicotteri, gli aironi, le garzette, i cavalieri d’Italia, cormorani e altri volatili che vivono ormai in maniera permanente in un sito pregiato dal punto di vista naturalistico. La passeggiata si è conclusa a bordo del veliero Shatzi, che visto il perdurare della pioggia e del vento non si è potuta gustare una visita in barca alla laguna e al mare circostante l’isola.

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Nel pomeriggio, dopo il pranzo, dapprima, nei locali del Muma hostel, i locali si sono potuti misurare, con l’ausilio della cuoca Francesca Zara, nella preparazione dei guefus, i dolci di pasta di mandorle aromatizzati a varie essenze, che hanno riscosso grande successo. Poi è stato possibile vedere, a cura della Pro Loco, presenti il presidente Baghino e alcuni soci, sia i dolci tipici sia i differenti tipi di pane, soprattutto quello preparato per il culto di Sant’Antioco, poi sono state ammirate le differenti parti che caratterizzano gli abiti tradizionali locali, quello femminile, molto più complesso, e quello maschile, che vengono utilizzati nelle processioni in onore di Sant’Antioco Martire. In chiusura di giornata, è stato possibile sentire, dalla viva voce delle tessitrici sorelle Pes, il racconto della tessitura del bisso, la fibra che secerne la Pinna Nobilis, un mollusco bivalve di grandi dimensioni, creando dei filamenti con i quali si ancora al fondo marino e, che una volta, era molto diffuso nei fondali della laguna e delle acque circostanti l’isola e del quale ora è interdetta la pesca, per difenderne l’esistenza.

Il giorno successivo ancora visita guidata alla Basilica e alle catacombe, poi l’incontro con il maestro Chiara Vigo, che ha catturato magicamente l’attenzione dei giornalisti e degli altri esperti presenti, raccontando il suo approccio alla tessitura del bisso. è seguita la visita della Torre Canai, ora gestita dalla sezione locale di Italia Nostra, con il suo parco botanico nel quale si sono potuti vedere esemplari di palma nana, la lavanda selvatica, il ginepro fenicio e l’elicriso, con cenni alla presenza di una specie endemica, l’ophrys maladroxiensis, una orchidea selvatica. La Torre vanta una panoramica posizione a guardia dei litorali del sud dell’isola, quindi il gruppo è transitato per le spiagge bandiera blu di Coecuaddus e Maladroxia. Al termine, breve pranzo e preparazione del trasferimento per Galtellì, dove tutti i protagonisti dei circuiti si sono ritrovati per la sintesi conclusiva.

«E’ stata un’esperienza molto interessante ha sottolineato Stefano Giussani -, mi sono molto incuriosito e sono rimaste senza dubbio ancora tante le cose di cui sono curioso e che vorrei vedere con maggiore disponibilità di tempo, sono convinto che viviate in un luogo meraviglioso, ricco sia dal punto di vista naturalistico sia da quello archeologico e culturale, abbiamo potuto assaggiare tante delle vostre specialità culinarie e credo proprio che possa essere una meta interessante per il turismo lento.» 

E’ stato grande anche l’interesse mostrato dal francese Fabrice Noyelle: «Sono cose estremamente interessantiha detto cibo, paesaggi, acqua e archeologia che invitano ad una degustazione lenta del paesaggio e delle sue ricchezze e varietà, sia dal punto di vista naturalistico sia da quello culturale, credo che davvero si possa lavorare per proporre ai nostri utenti un viaggio da queste parti a scoprire una parte d’Italia che senza dubbio è meno famosa delle città d’arte classiche ma che vanta un patrimonio di tutto rispetto».

Per l’esperta di bike Sara Verlicchi «ci sono dei percorsi molto interessanti, noi organizziamo dei tour con alcune decine di persone, dobbiamo avere un percorso affidabile, in genere ho lavorato con il Nord Sardegna, per me è la prima volta da queste parti, ritengo sia possibile predisporre diversi percorsi è stato tutto molto interessante».

«Il progetto chiarisce Riccardo Laconi, funzionario regionale è quello di far crescere l’attenzione, soprattutto, sulle zone interne e, comunque, su percorsi che esulano dal turismo balneare per i quali la Sardegna è ampiamente conosciuta, crediamo che la diversificazione dei periodo di frequentazione del nostro territorio, attraverso un turismo lento, che consenta un maggiore contatto tra i visitatori ed i residenti, un maggiore scambio e interazione, pos-sa essere positivo sia dal punto di vista economico come da quello socio-culturale. In assessorato siamo molto attenti a queste iniziative perché valorizzano tutto il grande patrimonio naturalistico e culturale dell’isola.»

Carlo Floris

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