Genova. Sono stati 24 gli infortuni mortali sul lavoro in Liguria nel 2024 (escluso solo il mese di dicembre), quattro in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. E un terzo delle vittime aveva più di 60 anni. Sono i dati Inail presentati oggi da Marco Da Silva, responsabile dell’ufficio economico della Cgil di Genova, durante un convegno dedicato alla patente a crediti in occasione dei 25 anni di attività dello sportello dedicato alla sicurezza sul lavoro. Una misura su cui il giudizio del sindacato è netto: “Porterà a meno sicurezza“.
In Liguria la situazione non migliora. Rispetto alle denunce di infortunio riferite al mese di novembre 2024, sono solo 4 in meno quelle registrate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (1.414 contro 1.419). In netto aumento (+38%) rispetto all’anno precedente le denunce per malattie professionali (1.818 contro le 1.317). “Si tratta dell’aumento in percentuale più elevato sia tra tutte le regioni del Nord-Ovest, sia della media nazionale – sottolinea De Silva – l’aumento delle malattie professionali denunciate in valore assoluto in Liguria è superiore anche a quello della Lombardia (501 vs 434)”.
“La nuova patente introdotta dal Governo è l’esatto opposto di quello che auspicavamo come Cgil – afferma Igor Magni, segretario generale della Camera del Lavoro di Genova –. Prima di sospendere l’attività di una azienda dove si sono verificati infortuni sul lavoro anche mortali, si devono aspettare tre gradi di giudizio. Questo lasso di tempo difficilmente quantificabile, aggiunto alla mancanza di ispettori sul lavoro, nonostante vi siano state recenti assunzioni, di fatto peggiora l’efficacia delle norme sulla sicurezza creando una area distinta rispetto agli altri settori dove rimane applicata la precedente normativa. Se a questo si aggiunge che con la nuova normativa un’azienda viene avvisata prima dell’arrivo del controllo, il gioco è fatto”.
“La patente a crediti è stata introdotta per rispondere all’emozione di una strage, quella del cantiere Esselunga di Firenze – ricorda Francesca Re David, segretaria nazionale della Cgil -. È dedicata unicamente ai cantieri edili e a quello che ci gira intorno, mentre vediamo come invece purtroppo di edilizia si muore. Vedremo se sarà utile tra 4-5 anni, dopo che ci saranno processi, appelli, appelli degli appelli. È uno strumento burocratico che noi tenteremo di sfruttare come tutto, quindi per avere informazioni e altro, ma che di certo non interviene sulle cause che producono morti e infortuni”.
Le novità introdotte con la patente a crediti sono state evidenziate da Aris Capra, responsabile dello sportello sicurezza Cgil Genova che si avvale di una rete di oltre 600 tra delegate e delegati alla sicurezza sui luoghi di lavoro: “Le maglie della patente a crediti sono talmente larghe che sanzionare una azienda per una violazione in materia di sicurezza sul lavoro è davvero difficile – dichiara Capra –. Ad esempio è molto meno pericoloso di prima, per un imprenditore scorretto, non procedere alla elaborazione del Dvr (documento di valutazione dei rischi) o del Pos (piano operativo di sicurezza), oppure non nominare il Rspp (responsabile del servizio prevenzione e protezione) o dimenticare di elaborare il piano di evacuazione ed emergenza”. Dal 2011 ad oggi lo sportello ha fornito consulenze e organizzato corsi di formazione mettendo a disposizione una banca dati online attraverso la quale si possono facilmente reperire modulistiche e normative in costante aggiornamento.
La patente a crediti, in vigore dal 1° ottobre, per ora si applica alle imprese edili, comprese quelle che si occupano di infrastrutture, impianti e finiture. Sono esclusi fornitori, opere intellettuali e chi è in possesso dell’attestazione Soa, obbligatoria per partecipare agli appalti pubblici, in classifica pari o superiore al terzo livello. A Genova sono 13.985 le imprese direttamente coinvolte, di cui solo 487 con Soa di terzo livello o superiore.
L’effetto, secondo quanto rileva il sindacato, è paradossale: le imprese di altri settori vanno incontro a possibili provvedimenti di sospensione di attività, mentre le violazioni in ambito edile sono “ricondotte a una semplice diminuzione di punti, recuperabili, e ad una sanzione riducibile e comodamente rateizzabile”. Un esempio? Prima per la mancata notifica sul rischio amianto si rischiava la sospensione, ora solo la detrazione di un punto. In caso di infortunio mortale imputabile all’impresa saltano 20 punti, ma solo a sentenza definitiva. Si parte da 30 crediti, il minimo con cui operare è 15 (ma si può sempre portare a termine appalti e subappalti con avanzamento superiore al 30%) e si può arrivare fino a 100 in base a storicità dell’azienda, investimenti e formazione in tema di salute e sicurezza sul lavoro.
Intanto è al vaglio una possibile estensione dello strumento ad altri settori, prospettiva che mette in allarme la Cgil: “Pensiamo a cosa significherebbe estenderlo alla portualità: aiuteremmo ancora una volta le imprese a farsi i fatti propri – sottolinea Magni – e si creerebbe una competizione sleale con tutte quelle imprese, e fortunatamente non sono poche, che invece seguono le norme, formano il personale, forniscono i dispositivi di protezione individuale. Così si mette a rischio la vita delle persone. Tutto questo è drammatico e noi non lo accettiamo più”.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link