Democrazia e conflitto di interessi

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 


di Patrizia Massara Di Nallo (foto fonte Wikipedia)

Ritorna ciclicamente sulla scena nazionale ed internazionale l’inquinamento della democrazia a causa del conflitto di interessi, perché il governo del popolo ha insiti in sé, interdipendenti, libertà e fragilità. Difatti le ingerenze della politica sull’economia, e viceversa, sono strettamente simbiotiche almeno nelle democrazie che si possono definire tali. Consapevoli, quindi ,che non esiste una tipologia di governo esente da rischi di contaminazioni illecite, ci illudiamo spesso che la democrazia italiana possa rimanere immune da qualsivoglia attacco, interno o esterno, più o meno subdolo o palese, al corretto e sano funzionamento delle sue istituzioni o almeno alla condotta etica degli uomini ad esse preposti.

In quella che fu la culla della civiltà europea e che ha conformato la sua Costituzione, in primis, sull’uguaglianza dei cittadini, si sono varate norme, contro il conflitto di interessi, fin dal 1990 per arrivare all’approvazione , circa vent’anni fa, della legge Frattini, secondo la quale il titolare di cariche di governo non può gestire società commerciali o svolgere attività imprenditoriali o professionali. Inoltre, obtorto collo, da qualche decennio abbiamo fatto “amicizia” con il termine inglese antitrust, cioè l’insieme di regole e azioni di vigilanza volto a impedire comportamenti e strategie delle imprese che possano condurre a posizioni di monopolio o accordi a danno dei consumatori o che impedendo l’ingresso sul mercato di imprese concorrenti, o in altro modo, ostacolino la possibilità di libera concorrenza sui prezzi, sulla qualità dei prodotti e sulle innovazioni tecnologiche.

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

La peculiarità della democrazia, di garantire ad ogni cittadino la scelta dei propri rappresentanti politici, costituisce anche il suo tallone di Achille qualora essi non agiscano a tutela degli interessi collettivi favorendo solo gli interessi economici di una parte o legiferando in favore di essa. Gli esempi negativi, nel corso degli anni, non sono mai mancati frenando o rallentando spesso l’autentico progresso nell’intera società, lasciando dietro una scia di malcontento e disaffezione politica e facendo aleggiare una nuvoletta di riprovazione e diffidenza. E’ infatti acclarato che solo dal libero e proficuo confronto – scontro possono nascere le migliori innovazioni e le più stimolanti idee, mentre il conflitto di interessi, al contrario, mina la piena espressione della libertà individuale manovrando spazi collettivi come fossero personali.

Ultimamente e purtroppo, inoltre, il conflitto degli interessi personali con quelli pubblici sembra che si sia spogliato di ogni negativa connotazione morale e civile e venga spacciato come innocua e quasi naturale commistione tra economia e politica in nome di un fantomatico progresso dell’intero pianeta, quasi un male necessario i cui limiti si configurano labili e man mano sempre più evanescenti. Tutto avviene sotto i nostri rassegnati occhi anche in quella designata quale la più grande democrazia del mondo, gli Stati Uniti, dove sembra che un magnate voglia affidare un mandato politico ad un altro paperone allo scopo, non più occultato, di condurre contro la Cina anche una guerra economica giocata tramite le criptovalute. E in un panorama di guerre ibride, sia digitali che fisiche, sia finanziarie che territoriali, sia politiche che religiose, compare inaspettata la legittimazione politica delle posizioni economicamente più forti e, di conseguenza, un sempre più pericoloso e silente deragliamento della democrazia. Sarà plutocrazia? Altro che innocuo conflitto di interessi!

L’ingerenza delle ragioni economiche sulla scena politica internazionale, fil rouge di tutte le guerre, è recentemente esplosa nella richiesta dell’Ucraina di copertura satellitare per le connessioni a Internet dallo spazio e, manco a dirlo, nella pronta risposta di un singolo arcimilionario i cui interessi si sono da tempo focalizzati addirittura aldilà del nostro Pianeta. Nuovi e inattesi scenari che ci lasciano sgomenti per le incontrollabili ripercussioni, anche sulla politica internazionale, di decisioni unilaterali e personali di singoli individui. Inimmaginabili sfere di influenza che, approfittando di quella terra di nessuno (o di pochi) che era lo spazio, possono indirizzare le sorti geopolitiche degli Stati e l’andamento dei conflitti. Di nuovo oggi, come ci insegna la storia, il potere economico, anche di un singolo, è in grado di dettare le leggi internazionali e, tutto ciò, non è meno preoccupante ed ansiogeno di un qualsiasi dittatore che minacci la pace mondiale. Starlink (costellazione di satelliti del produttore privato aerospaziale statunitense SpaceX), proprio per la disponibilità di migliaia di satelliti comunicanti tra loro con ripetitori al suolo e più vicini alla Terra, ha superato molta parte delle problematiche legate alla connettività dallo Spazio spingendo naturalmente anche gli altri attori internazionali a fare altrettanto.

In questa corsa, pertanto, la Commissione Europea non vuole rimanere indietro e costruirà una costellazione di satelliti, alternativa a Starlink, per Internet dallo Spazio, per le trasmissioni sensibili e d’emergenza e per l’attività di sicurezza dei governi quali spionaggio e difesa. Ricordiamo, per dovere di cronaca, che sono stati proprio gli U.S.A. la culla della legislazione antitrust e basterebbe, in proposito, citare lo Sherman Antitrust Act del 1890), detto anche Sherman Act, che è la più antica legge antitrust degli Stati Uniti rappresentante la prima azione del governo statunitense per limitare i monopoli e i cartelli.

Del 1914 è invece il Clayton Antitrust Act, targato sempre States, mirante a prevenire le pratiche anticoncorrenziali nel loro incipit. Non ci resta che constatare come, nella lotta della supremazia delle Nazioni le une sulle altre, ancora una volta il fine giustifichi i mezzi rivelando pratiche dannose all’equilibrio democratico e palesando quindi un vulnus della democrazia, antico quanto essa stessa: il conflitto di interessi. Il potere economico non è più al servizio, o forse non lo è mai stato, del potere politico, ma è il potere politico ad assoggettarsi al potere economico indebolendo le democrazie e tracciando oltretutto una linea di demarcazione sempre più netta tra i Paesi ricchi e quelli più poveri. Qualche osservatore afferma che queste macchinazioni , al di sopra delle nostre teste, potranno essere in futuro volano di sviluppo anche per i Paesi del Terzo Mondo e, se ciò fosse, è superfluo dire che accetteremmo più a cuor leggero lo spauracchio dei conflitti di interessi oggi estremamente inquietanti.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

Source link