L’assessore capitolino alla Cultura Massimiliano Smeriglio:«La Festa del cinema non durerà solo due settimane a ottobre ma appuntamenti all’Auditorium e in città ne accompagneranno il calendario in altri mesi»
A Roma la cultura sarà sempre più pop, nel senso di ramificata in tutta la città, e accessibile: parola dell’assessore capitolino Massimiliano Smeriglio, da ottobre scorso sullo scranno occupato prima del mini rimpasto da Miguel Gotor. Pop, anche se all’Auditorium è atteso un nome come il divo del momento, Timothée Chalamet, che al Parco della Musica presenterà in anteprima italiana, stasera, «A complete unknown» di James Mangold, sul mito Bob Dylan.
Come rendere «aperta» un’anteprima così glamour?
«La Sala Sinopoli sarà occupata non solo dagli invitati, ma dai cittadini che hanno potuto prendere gratuitamente i biglietti sui social di Musica per Roma e delle scuole di cinema. Ci aspettiamo tanti giovani ad accogliere il cast sul red carpet. Teniamo molto al loro coinvolgimento. E c’è un altro aspetto».
Quale?
«Da quasi vent’anni Roma diventa capitale del cinema con la Festa che si svolge a ottobre e dura due settimane. L’intenzione, attraverso iniziative come l’anteprima con Chalamet, è creare un calendario che ci accompagni verso l’evento clou durante l’anno. Così l’Auditorium diventerà ancor più un luogo multifunzionale, dalla musica, alla lettura, al cinema. Preziosa la collaborazione con Alice nella Città e Salvo Nastasi. In questi mesi lavoreremo per portare le star ospiti della Festa in punti inusuali della Capitale: tessere una sorta di tappeto rosso diffuso».
Lunedì si rinnoverà, con la firma delle parti, la convenzione tra l’amministrazione capitolina e Fondazione Auditorium.
«C’è un rapporto di stima e fiducia con Raffaele Ranucci, che sono certo durerà fino al termine del mandato di Gualtieri. Lavoriamo bene insieme».
Con il governo c’è altrettanta armonia? Vero che ha dato di sé la definizione di anti-Giuli?
«Ma no, è un’invenzione. Anzi, dobbiamo necessariamente agire in accordo, anche con la Regione, al servizio di Roma Capitale, ad esempio riguardo ai Fori Imperiali. Nei prossimi giorni comunicheremo il nuovo assetto. Ulteriori cantieri vedranno la luce per portare a compimento il progetto già avviato di un’unica passeggiata dalla Salita di San Gregorio con la Forma Urbis, al Colosseo, al Circo Massimo, ai Fori Imperiali e al Campidoglio. Aumenteranno le porzioni pedonali. Strada e beni archeologici diventeranno “permeabili” grazie alla riduzione/eliminazione dei marciapiedi e a passerelle-ponte con vista sull’antichità».
A goderne più dei romani saranno turisti e pellegrini, 30 milioni per il Giubileo. È anche un problema: dilagare dei b&b, ristorazione selvaggia, addio decoro.
«Sono consapevole, ma il caso Firenze è emblematico di come serva una legge quadro nazionale entro la quale incasellare i regolamenti comunali, altrimenti facilmente impugnabili al Tar da parte delle piattaforme come Airbnb. Già nel 1449 papa Paolo III Farnese si scagliava contro gli affitti brevi e le speculazioni che vedeva crescere in vista dell’Anno Santo. E se è riuscito lui a fronteggiare l’assalto nel 1550!».
Forse bisognava pensarci prima. Siete in ritardo?
«A Roma siamo sempre in ritardo e sempre in anticipo, perché viviamo un eterno Giubileo. E sono fiducioso nella massima cooperazione con il governo, senza la quale non ci troveremmo ora a godere del sottopasso e di piazza Pia pedonale. Vedo maggiore sensibilità e consapevolezza. La Città Eterna è fragile, e va sostenuta».
Roma a nuovo per il Giubileo ma ancora priva del Teatro Valle.
«Stiamo svolgendo continui sopralluoghi e siamo certi di poter rispettare la scadenza di febbraio 2026 per la riconsegna al Teatro di Roma, pronto ad allestirvi la seconda parte della stagione. Non sono mancate le sorprese, come la pavimentazione medievale emersa durante i lavori sul palcoscenico. Siamo fieri di poter ripristinare la buca dell’orchestra che era presente nel 1700 e consentirà anche rappresentazioni operistiche».
Le sue priorità.
«Ho un rovello, far fiorire centri culturali e biblioteche e nuovi luoghi di cultura nelle periferie. Per fortuna ci vengono in soccorso cinque milioni di euro dal Pnrr destinati a un bando in scadenza il 30 gennaio per iniziative musicali, letterarie, teatrali, artistiche e anche gastronomiche ai margini della città. Lo scopo è ridare identità ai quartieri».
Crucci?
«Veramente io ci spero: portare i romani tutti a fruire della Grande Bellezza proponendo iniziative a ingresso gratuito in centro per attirare una fascia di popolazione ora ai margini della vita culturale. Capodarte è stato un esempio».
Chi fra i suoi illustri precedenti prende a modello?
«Mi pare chiaro: Renato Nicolini e Gianni Borgna, il primo appassionato inventore di nuove e capillari occasioni di crescita culturale, l’altro paziente e concreto costruttore di luoghi del pensiero, dove prima non c’erano. Ci daremo da fare perché l’Estate Romana possa durare tutto l’anno».
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