Codice della Strada, Furfaro (Pd) interroga il governo sui test salivari. Ma il ministero della Salute risponde: “Non è nostra competenza”

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Il Parlamento chiede chiarimenti ma il governo tergiversa. Il deputato del Pd, Marco Furfaro, ha interrogato in Commissione Affari Sociali il ministro della Salute per avere spiegazioni urgenti sui diversi paradossi relativi ai test salivari per l’accertamento del consumo di sostanze stupefacenti o psicotrope, a seguito delle novità introdotte dalle recenti modifiche al Codice della strada. Furfaro, capogruppo dem in Commissione, chiede al ministero di chiarire tutti gli aspetti più controversi.

“Se consumi cannabis, compresa quella terapeutica, rischi il carcere e il ritiro della patente. Se consumi fentanyl, tutto a posto”, sottolinea il deputato del Pd. “Questi test – aggiunge Furfaro – non tengono conto dei pazienti che si curano con cannabis medica o farmaci psicoattivi e inoltre possono produrre falsi positivi tra chi assume farmaci per l’ipertensione, per il diabete e la depressione o addirittura farmaci da banco come tachipirina e ibuprofene”. Per questo la decisione di Furfaro di presentare un’interrogazione in Commissione al ministro della Salute Orazio Schillaci per chiedere delucidazioni e chiarimenti.

Il nuovo articolo 187 del Codice – come noto – elimina, infatti, il riferimento allo “stato di alterazione psico-fisica”: la sola positività ai test salivari comporterà così la punibilità, anche se il risultato del test è stato causato da un’assunzione avvenuta molte ore prima e il soggetto non presenta alcuna alterazione. E qui iniziano i problemi. Non solo per molti giuristi la norma, così come modificata è incostituzionale, ma in questo modo si creano diversi paradossi. Il primo è che oggi si rischia l’arresto se si assume marijuana anche due giorni prima, ma i test in possesso alle forze dell’ordine non rilevano sostanze come fentanyl e metadone (come già spiegato da ilfattoquotidiano.it). Tra l’altro, i diversi test salivari utilizzati dalle forze dell’ordine possono giudicare lo stesso caso in modo differente. E poi c’è il pasticcio sulla pelle dei malati: anche chi assume cannabis terapeutica o altri farmaci, dietro prescrizione medica, rischia ritiro della patente e processo penale. Il ministro Salvini, poco prima dell’entrata in vigore del nuovo Codice, si è affrettato a dichiarare che la norma “non riguarda gli ammalati”: in realtà si è limitato a inviare una lettera ai colleghi di Interno e Salute e al sottosegretario alla Presidenza Alfredo Mantovano, chiedendo “la creazione di un tavolo di lavoro che stabilisca eventuali deroghe“. E a oltre un mese dall’entrata in vigore ancora nessuna novità: quindi anche i malati rischiano. Per questo migliaia di pazienti in cura con la cannabis hanno anche presentato un diffida dal governo.

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Ma cosa ha risposto il ministero? Poco o nulla. “Ritengo doveroso segnalare – ha risposto a Furfaro il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato – che la materia non è di stretta competenza del ministero della Salute, ma si ascrive trasversalmente a competenze di diversi dicasteri“. I test salivari impiegati dalle forze dell’ordine, ha aggiunto Gemmato, “non sono destinati a scopi medici e, pertanto, non sono soggetti alla vigilanza del Ministero della salute”. Il sottosegretario, infine, ha precisato che “per quello che concerne i profili di competenza del Ministero della salute, è stato istituito un Tavolo di discussione per l’emanazione dei decreti attuativi contenenti le indicazioni per il recepimento delle recenti modifiche del Codice della strada”.

Una risposta definita “davvero imbarazzante” da Furfaro. “Capisco che lei scarichi le responsabilità a vari ministri ma mi lasci pure dire che è abbastanza inquietante perché non c’è nessuna risposta, rimane lo stato dell’arte”, ha replicato il deputato Pd in Commissione. “La vita delle persone, in questo momento, può essere semplicemente rovinata – ha aggiunto – per un Codice della strada che dovrebbe salvare le vite. Invece chi utilizza la cannabis terapeutica, perché ha patologie croniche, è rimandato al fatto che ci sarà un tavolo ma intanto il procedimento va avanti. E l’unico che può fermare il procedimento è il giudice che a un certo punto archivia. Ma oggi quella persona, anche se ha un certificato medico, non è tutelato dalla legge. Poi la cosa assurda è che non solo che la persona che magari ha fumato una canna qualche giorno prima rischia tre anni di sospensione della patente, ma la cosa assurda è che il fentanyl, che è cento volte più potente della morfina, e altre sostanze non vengono rilevate dai test di polizia e carabinieri”, conclude Furfaro che definisce il governo “disarmante“: “Non hanno la più pallida idea di quello che fanno. E a pagarne le conseguenze sono, come sempre, i cittadini”.



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