Non c’è pace per le aree verdi lungo la direttrice di viale della Repubblica e la politica locale su questo tema s’infiamma, soprattutto dopo le novità emerse sulle lottizzazioni Cattaneo e Madonnina. La giunta Conte insiste sulla linea del “consumo di suolo zero” rovesciando l’intera responsabilità dei tanti progetti edificatori finora quiescenti alle amministrazioni precedenti. Spiega inoltre l’assessore all’Urbanistica Andrea De Checchi: “I diritti acquisiti sono intangibili, non si possono toccare lottizzazioni che sono già arrivate a uno stadio di convenzione. Anche il cambio di destinazione d’uso è impraticabile per i piani in essere. Certamente il sistema dei crediti edilizi potrebbe essere uno strumento per contenere le cementificazioni, perché se i soggetti proponenti non hanno ancora grande interesse a coltivare il piano possono essere interessati a riceve qualcosa di spendibile per la rigenerazione urbana. Per noi il principio cardine però resta quello del consumo di suolo zero su qualsiasi nuovo progetto”. Dai banchi delle opposizioni la critica è netta. Marco Zabai, consigliere del Pd, controbatte che “bisogna smettere di pensare che non si possa fare nulla. D’ora in avanti i progetti devono essere di recupero dell’esistente, il che non significa impedire alle aziende di fare il proprio lavoro, ma di far capire che hanno un impatto e che è necessario agire con una visione d’insieme. Se poi davvero pensano che il problema del cemento a Treviso siano cinque anni di Manildo in trenta di amministrazione «loro», dovrebbero essere più intellettualmente onesti”.
Cattaneo. Siamo in un’area di 20 mila mq in zona Stiore, tra il cavalcavia di San Giuseppe (via Noalese) e via Cattaneo, quadrante difficile dal punto di vista di traffico e mobilità, dove si intende realizzare una struttura ricettiva (38 camere d’albergo) e una commerciale da 1.500 mq, per ricevere “in cambio” (ovvero le cosiddette opere di compensazione) la realizzazione di una rotatoria all’inizio di viale Monte Grappa, di un tratto di pista ciclabile lungo via Cattaneo e la sistemazione del campo sportivo di San Giuseppe. A giugno era arrivata l’approvazione del consiglio comunale, ma a fine dicembre c’è stato lo stop della commissione regionale Vas (Valutazione d’impatto strategico), che osserva superficialità nell’analisi del contesto ambientale, “con particolare riferimento al tema del consumo di suolo” ma anche in materia di sicurezza e di valutazione delle ricadute sulla mobilità. Per Gigi Calesso di Coalizione civica “questo parere potrebbe rappresentare un “precedente” anche per gli altri piani di lottizzazione”, mentre Zabai osserva che considerazioni analoghe erano state fatte dalla Vas anche per altre lottizzazioni, ma che qui risultano decisive per dare un parere negativo. L’assessore De Checchi, comunque, si dice fiducioso nella ripresa del progetto: “Lo stop è momentaneo, non vedo elementi particolari se non di approfondimento”.
Madonnina. Nei giorni scorsi la Giunta trevigiana ha dato autorizzazione alla variante proposta sul progetto Madonnina, lottizzazione – uso residenziale già avviata decenni fa tra Feltrina, Castellana e via Santa Barbara (poco distante dai vigili del fuoco). Parliamo di 75 mila mq dove realizzare altri cento appartamenti (perché alcuni sono stati già realizzati in un lontano passato) “per il ceto medio” in nove edifici tra i 16 e i 19 metri di altezza; le opere di compensazione sono state già fatte e il Comune incasserà contributi per gli oneri straordinari. Lo sguardo delle opposizioni, però, nel riconoscere la necessità di dare risposta alle crescenti necessità abitative, è sui tanti alloggi sfitti e in generale sull’esistente. “Abbiamo bisogno di più case, ma non da costruire – chiarisce Zabai -, dobbiamo sistemare quelle che già ci sono, rigenerare quelle non occupate, e metterle sul mercato tramite procedure che favoriscano l’affitto: questo è il senso di risolvere un problema che esiste”.
Consumo di suolo e crediti edilizi. Per fare un po’ di ordine, è bene sottolineare che “consumo di suolo zero” è un’affermazione molto meno oggettiva di quello che possa sembrare e dipende molto da un fattore temporale. Nel dire che l’intervento Madonnina non prevede consumo di suolo, l’assessore De Checchi intende che il terreno che verrà prossimamente edificato era conteggiato nel cosiddetto consolidato fatto dai Comuni secondo le disposizioni della legge regionale sul consumo di suolo (14/2017), e, quindi, di fatto già considerato consumato, anche se ancora verde. Molte lottizzazioni trevigiane a venire sono già conteggiate allo stesso modo, anche se non tutte (per esempio Kolbe), o comunque sono state avviate dalle amministrazioni precedenti, nonostante la cementificazione vera e propria sta avvenendo e avverrà in questi anni, motivo per cui Calesso parla di “greenwashing” dell’Amministrazione comunale. Per Zabai lo spazio di manovra per fermare oggi l’effettiva cementificazione invece c’è: “La strada ovest ha caratteristiche territoriali molto precise, ha carichi di traffico notevoli, quindi ci sono tutte le caratteristiche necessarie per dotarla di una normativa speciale che va a giustificare il superamento di tutta una serie di interventi già previsti. In ogni caso ci sono dei tempi per la realizzazione delle cose e se il progetto non è stato realizzato può essere rivisto sulla base delle nuove necessità della comunità, tra cui la de-cementificazione e la rinaturalizzazione delle aree verdi. Inoltre, dobbiamo riuscire a creare con i crediti edilizi un sistema che funzioni davvero, come in parte sta già avvenendo a Padova, dove si sono evitate cementificazioni anche da parte di soggetti che gestiscono aree commerciali”. Questa era, in effetti, la filosofia adottata dalla giunta Conte 1 sulla lottizzazione Sile (tra la tangenziale e il Sile, zona aeroporto), dove ci si è avvicinati a realizzare un bosco urbano spostando i crediti edilizi sulla caserma Piave. “La filosofia era giusta – osserva De Checchi -, ma poi bisogna far tornare i conti e purtroppo si è aperto un contenzioso perché il proponente ritiene che il valore dell’area fosse di molto superiore”. Il contenzioso si è aperto a novembre, ma il pericolo dell’effettiva edificazione delle palazzine Sile pare, comunque, scongiurato.
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