Salera “ha ragione”, glie l’ha data il Tar – AlessioPorcu.it

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I giudici amministrativi danno ragione al Comune di Cassino contro gli ambulanti: “Sollecitate ma non impugnate”

La polemica sta nell’indignazione, nella paura dei cambiamenti che scombussolano la monotonia. E ti obbligano ad adattarti ad una nuova realtà che non sai come prevenire. Sta nelle parole di fuoco con cui gli ambulanti, pronunciate nei mesi scorsi quando hanno mosso guerra contro il Comune e il Sindaco Enzo Salera per essersi permesso di dare un nuovo ordine al più grande mercato settimanale del basso Lazio. Per renderlo più compatibile con la vita cittadina, diluendo il traffico che impantanava il centro città al punto da rallentare persino le ambulanze in emergenza.

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Senza contare i disagi che i residenti del Centro erano costretti di volta in volta a subire. Perché condensare tutti gli oltre 200 banchi del mercato nello stesso quartiere del centro – ad eccezione dei “panni americani” – inevitabilmente comporta delle ricadute. Dove? Sull’intera viabilità cittadina.

La decisione di riorganizzare

La protesta degli ambulanti

Da qui, la decisione di riorganizzare la dislocazione dei banchi in uno spazio più ampio, per dare respiro alle vie del centro. E allo stesso tempo fornire ossigeno alle attività anche degli altri quartieri.

Dunque a maggio, capitanato dall’allora assessore al Commercio Maria Rita Petrillo, il Comune di Cassino ha proceduto con lo spostamento di alcune aree del mercato del sabato, “soprattutto per ragioni di sicurezza pubblica”. Così, sono state liberate alcune vie, a favore – o a sfavore, a seconda dei punti di vista – di altre.

In primavera il progetto venne presentato alle organizzazioni di categoria e poi alla stampa. Ad agosto è entrato nel vivo. Gli unici a fare ostruzionismo furono gli ambulanti dei settori merceologici riguardanti casalinghi, piante e fiori, vendita di animali, trasferiti in piazza San Giovanni e in via degli Eroi, che hanno movimentato le torri e i cavalli prima ancora di sperimentarne gli effetti. Il timore stava nel fatto che, a loro dire, la zona non rende economicamente. E, di contro, una dislocazione unitaria insieme ai banchi dell’abbigliamento sarebbe stata più fruttuosa.

Non solo proteste, ecco il ricorso

Arduino Incagnoli (a destra) con Antonello Antonellis ed Alessio D’Amato

Una contestazione che non si è fermata alle proteste, agli appelli avanzati anche dai consiglieri di opposizione, in primis Arduino Incagnoli. Ma che è finita a carte bollate in tribunale. Fino ad arrivare al Tar del Lazio.

Oggi, però, è arrivato l’atteso responso: “I giudici amministrativi – si legge in una nota di palazzo De Gasperi – hanno respinto, dichiarandolo inammissibile, il ricorso degli operatori di questi settori del commercio ambulante. Ricorso avverso la determina dirigenziale del 22 agosto dello scorso anno. Tale atto rendeva operativa una precedente delibera della giunta comunale. (Delibera) “sullo spostamento sperimentale in altra area mercatale (quella di San Govanni appunto) di queste categorie merceologiche”.

E si spiega ancora: “La scelta era dettata dalla necessità di garantire una migliore viabilità del traffico cittadino aprendo al traffico veicolare via D’Annunzio. E nel contempo poter assicurare la piena funzionalità del mercato dell’abbigliamento.

No alla differenziazione

(Foto: Paolo Cerroni © Imagoeconomica )

Una posizione contestata dai ricorrenti, che, tra le altre cose, hanno sostenuto come la differenziazione per categorie merceologiche non fosse coerente. “Con l’obiettivo di realizzare una miglioria nella circolazione stradale. E celasse la volontà di avvantaggiare il settore dell’abbigliamento“.

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Gli ambulanti avevano inoltre censurato la mancata adozione di una graduatoria per l’assegnazione dei 22 posteggi del settore.

Foto Sara Minelli © Imagoeconomica

“A tal proposito – spiega ancora il Comune – il collegio giudicante (Roberto Maria Bucchi, Massimiliano Scalise, Viola Montanari) ha osservato che “resta nelle prerogative dei ricorrenti la possibilità di sollecitare il Comune. A cosa? “All’adozione di tale atto, ferma restando la collocazione nell’area di San Giovanni e via Degli Eroi”.

La decisione del Tar è stata accolta in maniera positiva dall’amministrazione Salera, che, al di là della nota ufficiale, spiega come sia “il Comune che decide come e dove organizzare il mercato. E nell’ottica di una migliore vivibilità della città”.



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