Nuovo record per il debito pubblico: superati i 3000 miliardi

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Il debito pubblico italiano, a novembre scorso, ha superato la soglia dei tremila miliardi di euro da quanto emerge dalle statistiche pubblicate ieri dalla Banca d’Italia.
Il debito delle amministrazioni pubbliche è aumentato di 24 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 3005,2 miliardi di euro.
In un comunicato l’Istituto di via Nazionale ricorda che il debito pubblico in termini nominali presenta variazioni del suo valore da un mese all’altro solitamente al rialzo nel corso dell’anno; le riduzioni sono più rare, di solito in mesi dove si concentrano le principali scadenze tributarie.
Dal punto di vista economico nel valutare lo stato di salute delle finanze pubbliche di un paese non conta tanto il debito pubblico in termini nominali, quanto il suo andamento in relazione alla capacità del Paese di fare fronte ad esso. In Italia nel triennio post-pandemico 2021-23 il debito nominale è aumentato di quasi 292 miliardi; in rapporto al prodotto interno lordo (Pil) è però sceso di oltre 19 punti percentuali.
Inoltre, il dato di novembre risulta aumentato anche per effetto di un “ammontare non trascurabile” di disponibilità liquide. Al netto di questa liquidità il debito delle amministrazioni pubbliche sarebbe stato inferiore.
Malgrado le precisazioni le reazioni non si sono fatte attendere. Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, ha affermato: “Un record storico! Superata la mostruosa soglia di 3000 miliardi. Un primato decisamente poco invidiabile che costituisce una zavorra per il nostro paese e per le future generazioni. Per abitante il debito è di 51.000 euro: mentre per famiglia si arriva a 114.000”.
Il debito italiano è aumentato di quasi 150 miliardi rispetto allo stesso mese del 2023 come si legge nel report mensile della Banca d’Italia sull’andamento della finanza pubblica dal titolo “Finanza pubblica: fabbisogno e debito”.
L’aumento riflette quello delle disponibilità liquide del Tesoro (20,9 miliardi, a 63,9) e il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (3,2 miliardi); in senso opposto ha operato l’effetto complessivo degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (complessivamente 0,2 miliardi).
Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito consolidato delle amministrazioni centrali è aumentato di 23,9 miliardi, mentre quello delle amministrazioni locali e quello degli enti di previdenza sono rimasti invariati. La vita media residua è rimasta stabile a 7,8 anni. La quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia è diminuita al 21,8 per cento (dal 22,1 per cento del mese precedente); a ottobre (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) quella detenuta dai non residenti è aumentata al 30,5 per cento (dal 30,2 per cento del mese precedente), mentre quella in capo agli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) è lievemente diminuita al 14,3 per cento (dal 14,4 per cento in settembre).
Secondo le previsioni del governo, nel 2024 il debito pubblico italiano dovrebbe essere pari al 135,8 per cento del PIL. Non sarebbe il valore più alto di sempre, dato che nel 2020 superò il 150 per cento del PIL. Bankitalia ricorda che il debito pubblico in termini nominali presenta variazioni del suo valore da un mese all’altro solitamente al rialzo nel corso dell’anno; le riduzioni sono più rare, di solito in mesi dove si concentrano le principali scadenze tributarie.
Se da un lato la Banca d’Italia esamina le quote dei finanziatori del debito pubblico, l’Unione dei consumatori calcola il peso del debito pubblico sugli italiani. Rimane tuttavia insoluto il problema della distribuzione del debito pubblico che grava interamente sulle famiglie e sugli italiani senza nessun gravame per le persone giuridiche.
Inoltre, la tendenza da parte delle attuali forze governative ad avvicinarsi gradualmente alla flat tax sta annullando il principio di proporzionalità contributiva sancito dalla nostra Costituzione.
Analogamente, ai principi fiscali della nostra Costituzione, anche il debito pubblico dovrebbe essere distribuito secondo le capacità di ricchezza delle persone fisiche e giuridiche presenti in Italia. Un argomento che il Partito socialista italiano, assieme alle associazioni dei consumatori ed ai sindacati, potrebbe portare avanti difendendo i lavoratori e particolarmente le categorie più disagiate.

 

Salvatore Rondello

Dilazioni debiti fiscali

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