Il Mann è orfano da ormai più di un anno. Da alcuni mesi la stessa sorte è capitata a Palazzo Reale. E c’è anche il polo dei musei del Vomero, annunciato ma ancora senza una dirigenza. È il paradosso dei musei napoletani.
Negli anni del boom turistico i principali siti culturali cittadini sono acefali. Funzionano, certo. Ma per avere una strategia serve una direzione e non una “reggenza” di personalità che, per quanto di prestigio, hanno già altri impegni gravosi. Al momento, infatti, tutto è nelle mani di Massimo Osanna.
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A lui tocca gestire sia il Mann che Palazzo Reale. Ma Osanna è il direttore nazionale dei musei e non può dedicare ai presidi culturali napoletani tutto il tempo che servirebbe.
Il paradosso
In questo senso fa sorridere pensare a ciò che accadeva lo scorso anno, quando il nodo della questione era tutto centrato su Eike Schmidt. Nonostante fosse da poco diventato numero uno del Museo e del Bosco di Capodimonte, Schmidt si era candidato a sindaco di Firenze dopo la direzione degli Uffizi.
«Decida presto, Capodimonte non può restare orfana», urlavano in tanti, forse anche giustamente. Schmidt ha perso la sua battaglia elettorale a Firenze e ora sta mettendo in piedi una strategia di rilancio per la vecchia residenza estiva dei Borbone, proseguendo il buon lavoro fatto dal suo predecessore Bellenger. Meno prestiti di opere ad altri musei, il progetto di una navetta fissa che colleghi Capodimonte al Mann in un lavoro condiviso con il Comune e numeri di visitatori che sono già in crescita. Insomma, qualche primo risultato a casa Schmidt lo sta già portando. Il paradosso è che colui che sembrava dover andare via, alla fine ad oggi è praticamente l’unico direttore di un grande museo nazionale a Napoli. Altrove regnano reggenze, direzioni ad interim e “avocazioni”. Era il novembre 2023 quando Paolo Giulierini, apprezzatissimo direttore del Museo archeologico nazionale, lasciò tra le lacrime la struttura. È passato oltre un anno e il suo successore non c’è ancora. Il direttore ad interim è proprio Osanna. A settembre, quando il Mann ospitò il primo incontro dei ministri della Cultura del G7 che si tenne a Napoli, Osanna disse: «Immagino che i bandi siano imminenti. Quindi l’anno prossimo avremo un direttore».
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Le novità
Ad oggi novità per il Mann non ce ne sono. Più recente la vicenda di Palazzo Reale. Il mandato di Mario Epifani è scaduto il 2 novembre 2023. Era entrato alla guida di Palazzo Reale nel 2020, nel silenzio irreale del Covid. Ha effettuato un solo mandato e pertanto potrebbe anche essere confermato. Ma al momento, anche in questo caso, né lui né nessun altro ha preso le redini. E il “direttore generale avocante”, come si legge sul sito ufficiale di Palazzo Reale, è ancora una volta Osanna. Bene ricordare che nella direzione di Palazzo Reale rientra anche quella di Villa Pignatelli.
Il polo
Nessuna novità nemmeno per il polo autonomo “Musei nazionali del Vomero”. Un’idea dell’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che voleva rilanciare, così, Castel Sant’Elmo, la certosa di San Martino e la villa Floridiana col museo Duca di Martina, accorpandoli sotto un’unica gestione che desse valore alla cultura dell’area collinare cittadina. Nel marzo 2024 il Consiglio dei Ministri approvò il decreto che istituiva 17 poli museali autonomi tra cui quello del Vomero.
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Da allora, con le dimissioni del ministro napoletano, non c’è stato nessun passo avanti. Bisognerebbe innanzitutto individuare un direttore, ma al momento non si ha conoscenza di nessuna novità. Tutte le vicende in esame sono in mano al ministro della Cultura Alessandro Giuli. Il ritrovato appeal turistico di Napoli dura ormai da alcuni anni. E i numeri degli accessi ai poli culturali sono in costante crescita. E il 2025, lo si dice ormai da tempo in tutte le salse, sarà un anno ancor più importante.
Il Giubileo porterà circa 4 milioni di turisti in più all’ombra del Vesuvio. E si festeggiano anche i 2500 anni della città con una serie di eventi che nelle prossime settimane saranno annunciati. Può Napoli permettersi di avere i suoi principali poli culturali senza direttori in un anno così importante?
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