Le idee del ministro Valditara sulla scuola

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In un’intervista al Giornale il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha anticipato le nuove indicazioni nazionali per le scuole, previste per il 2026-2027. Queste indicazioni, che da qualche anno hanno sostituito i “programmi scolastici”, introducono una serie di novità nell’insegnamento di alcune materie che per Valditara esprimono il «meglio della nostra tradizione»: per esempio la reintroduzione (opzionale) del latino alle medie, l’indicazione di fare imparare a memoria le poesie agli studenti come si faceva in passato, e di concentrare lo studio della storia sui “popoli italici” invece che sul resto del mondo.

L’impronta tradizionalista e rivolta al passato è un segno chiaro dell’approccio di Valditara e delle sue idee sull’istruzione in generale, ma va specificato che le indicazioni nazionali non hanno un valore prescrittivo, dettano più che altro una linea: i singoli istituti hanno poi un certo margine di flessibilità per decidere come strutturare gli insegnamenti.

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Le nuove indicazioni sono state elaborate da una commissione di esperti incaricati dal ministero. Tra loro ci sono alcune persone note come lo storico ed editorialista del Corriere della Sera Ernesto Galli della Loggia, il latinista Andrea Balbo, il presidente emerito dell’Accademia della Crusca Claudio Marazzini e il violinista Uto Ughi. L’ultimo aggiornamento dei programmi scolastici era stato fatto nel 2012 dall’allora ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, durante il governo di Mario Monti. Valditara ha detto che la commissione dovrebbe completare i lavori entro la fine di marzo e che le novità saranno introdotte nelle classi con l’anno scolastico 2026-2027.

Finora le indicazioni per le scuole primarie (quelle che un tempo erano le elementari) partivano sostanzialmente dal terzo anno, perché nei primi due anni gli alunni imparano a leggere, scrivere e contare. Valditara ha spiegato però che introdurrà lo studio della letteratura fin dal primo anno con l’obiettivo di «imparare a scrivere bene», con testi semplici come filastrocche e scioglilingua da imparare a memoria ma anche con «primi accenni di epica classica, mitologia greca e orientale» e saghe nordiche.

Nell’intervista al Giornale Valditara non entra nel dettaglio dei testi che saranno proposti agli alunni, ma i giornali citano tra gli altri le poesie di poeti italiani vissuti tra l’Ottocento e il Novecento come Umberto Saba e Giovanni Pascoli e la Bibbia. Paola Frassinetti, sottosegretaria al ministero dell’Istruzione, di Fratelli d’Italia, ha detto all’agenzia Ansa che nelle indicazioni per le scuole primarie sarà presente in qualche forma anche la Bibbia, in quanto rilevante «anche per aver ispirato numerose opere di letteratura, musica, pittura e influenzando il patrimonio culturale di molte civiltà».

Valditara ha inoltre insistito sulla necessità di studiare bene la grammatica e ha parlato dell’apprendimento dell’italiano come se fosse una sorta di disciplina personale a livello morale: «La chiarezza deve essere presentata come una forma di autocontrollo e anche di doveroso impegno verso l’altro», ha detto.

Sempre riferendosi ai nuovi programmi della primaria, Valditara ha detto che gli alunni studieranno il «nostro patrimonio storico», cioè sui «popoli italici, le origini e le vicende dell’antica Grecia e di Roma, le loro civiltà, i primi secoli del cristianesimo». Per quanto riguarda l’insegnamento in generale della storia, Valditara ha detto che sarà abolita la «geostoria», che unisce lo studio della storia a quello della geografia: la storia verrà studiata come una «grande narrazione», che secondo Valditara dovrebbe essere priva di «sovrastrutture ideologiche». Lo studio si concentrerà sulla storia dell’Italia, dell’Europa e dell’Occidente, ha detto il ministro.

Infine, una delle novità che stanno facendo più discutere è la reintroduzione opzionale del latino alle scuole medie (le secondarie di primo grado), da cui era stato abolito nel 1978. Lo si potrà studiare dalla seconda media e non sarà più una materia extracurricolare ma curricolare, cioè inserita nell’orario delle lezioni per chi ne farà richiesta.

Le indicazioni nazionali sono state molto criticate dagli studenti e dall’opposizione. Tommaso Martelli, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti, ha detto che la scelta di introdurre lo studio della Bibbia nel programma «è una chiara scelta politica in linea con le idee reazionarie e conservatrici del governo», mentre la Rete degli Studenti Medi ha criticato il mancato coinvolgimento degli studenti nei lavori della commissione. Elly Schlein ha detto che la riforma proposta da Valditara promuove un’idea «nostalgica» della scuola.

– Leggi anche: Il ministro dell’Istruzione ha difeso l’italiano nelle scuole usando un’esposizione un po’ confusa

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