Il settore lapideo italiano: eccellenza globale e sostenibilità in crescita

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Il percorso green, avviato da PNA, rete delle imprese della Pietra Naturale Autentica, considera l’intero ciclo di vita del prodotto a prescindere dalla provenienza geografica delle materie prime. Ecco i primi risultati.

Nell’affascinante  cornice delle Alpi Apuane, tra il bianco accecante delle cave, gli impervi crepacci e un paesaggio lunare segnato dalla polvere e quasi inaccessibile, l’artista Yuri Ancarani, nel suo film Il Capo, ritrae il lavoro dei cavatori e il loro straordinario sistema di comunicazione: un linguaggio non convenzionale basato su gesti e segni. Questo codice visivo è l’unico strumento del capo cava per farsi capire in mezzo all’assordante frastuono circostante.

“Nelle cave di marmo del Monte Bettogli, a Carrara, uomini e macchine scolpiscono la montagna. Il Capo supervisiona, coordina e guida cavatori e macchinari attraverso un linguaggio fatto solo di segni. Come un direttore d’orchestra, controlla con precisione i pericolosi e maestosi movimenti, sospeso tra i dirupi e i picchi delle Apuane, in un rumore che paradossalmente si trasforma in silenzio”. Con queste parole, l’artista intende rappresentare con delicatezza il mondo dei cavatori, fatto di fatica e rischio, ma anche di bellezza. Sebbene il marmo, una pietra naturale, sia un materiale sostenibile per le costruzioni, il suo processo di estrazione ha comunque un impatto ambientale.

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Da qui sorgono delle domande: quale ruolo può avere l’industria lapidea nella transizione verso un’economia più ecologica e sostenibile? E come si posiziona il settore estrattivo rispetto ai criteri ESG, che oggi definiscono in modo sempre più concreto e misurabile la sostenibilità delle aziende? 

Stefano Ghirardi, presidente dell’associazione Pietra Naturale Autentica (PNA), costituita nel 2018 e composta da 40 tra aziende, enti e organizzazioni, afferma che l’obiettivo comune è quello di dimostrare “la nostra innata vocazione alla sostenibilità e trasmettere al mondo della progettazione e della costruzione che l’uso della pietra naturale non è solo bello, ma anche utile e sostenibile”. Negli ultimi anni, PNA ha promosso un percorso green per valorizzare e rendere più competitivo il settore italiano delle pietre naturali.

“Tutto è iniziato nel 2022 quando abbiamo lanciato ‘Naturalmente Sostenibile’, il Manifesto di Sostenibilità della Pietra Naturale Autentica”, spiega Stefano Ghirardi. “Questo documento, articolato in dieci punti programmatici, raccoglie gli obiettivi in ambito ambientale, economico e sociale. Al contempo, abbiamo colto l’opportunità di sviluppare contenuti tecnici e scientifici per promuovere una conoscenza più approfondita dell’impronta ambientale delle pietre naturali, diventata un elemento imprescindibile nelle scelte progettuali e costruttive più qualificate e sostenibili. Con l’Ingegner Claudia Chiappino e in collaborazione con il Politecnico di Torino, PNA ha realizzato l’analisi del ciclo di vita (LCA) delle lastre di pietra naturale autentica, un passo fondamentale per poter ottenere la Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD) in cantiere per il prossimo anno. A livello internazionale, questo studio contribuirà anche alla definizione di linee guida per l’armonizzazione degli studi LCA nel settore della pietra ornamentale.”

Lo studio LCA Mondo, che è stato presentato all’ultima edizione di Marmomac, la fiera dedicata all’intera filiale della produzione litica che si è svolta a Verona lo scorso settembre, ha considerato in totale 20 materiali, di cui 12 cavati in Italia e 8 all’estero, mentre la trasformazione in lastre è avvenuta per tutti i materiali sempre in Italia. Le aziende italiane coinvolte sono state quindici e tra queste Cereser Marmi (fatturato 2023: 30 milioni di euro), Franchi Umberto Marmi  (fatturato 2023: 74 milioni di euro), Marmi e Graniti d’Italia (fatturato 2023: 3 milioni di euro), Marmi Rossi (fatturato2023: 16,5 milioni di euro) per citarne alcune. 

“Prima di approfondire i risultati dello studio, è fondamentale comprendere l’origine del progetto”, spiega Claudia Chiappino, ingegnere minerario e consulente scientifica. “Tutto è nato dall’esigenza competitiva dei produttori di pietre naturali, che sempre più spesso si trovano a dover spiegare a progettisti, ingegneri, architetti e designer perché scegliere la pietra naturale rispetto ad altri materiali, come la ceramica, che negli ultimi anni è diventata sempre più competitiva sia in termini di prestazioni tecniche che di volumi di vendita. Le aziende della filiera della pietra naturale autentica, dall’estrazione alla trasformazione, hanno quindi deciso di raccontare in modo più tecnico e accurato i motivi per cui scegliere la pietra naturale. Rispetto al passato, quando le campagne di comunicazione si focalizzavano su parametri come bellezza, storia e comfort, è emersa la necessità di attribuire un valore aggiunto concreto. Parlando con i vertici di PNA, ho suggerito di intraprendere un percorso coraggioso: realizzare uno studio basato sull’analisi del ciclo di vita (LCA) del prodotto. Le aziende che hanno aderito al progetto hanno esaminato ogni fase produttiva per misurare l’impatto ambientale, fino a ottenere la splendida lastra lucidata di pietra naturale. L’importanza di questo lavoro risiede nell’approccio ingegneristico, che ha introdotto una dimensione quantitativa, oltre che qualitativa, alla sostenibilità del prodotto. Ciò permette anche di effettuare confronti con altri materiali simili, utilizzando standard e parametri condivisi e certificati. Guardando al futuro, questo studio ci condurrà verso l’istituzione di un vero e proprio marchio ecologico per la pietra naturale”.

Analisi dell’intero ciclo della vita della pietra

I risultati dell’analisi rappresentano il contributo complessivo delle diverse fasi del processo produttivo delle lastre all’impatto ambientale totale. Come indicato nello studio, l’impatto varia a seconda del materiale considerato, oscillando tra 5,1 e 36,7 kg di CO2 equivalente per metro quadrato; questa variazione, sebbene possa sembrare significativa, è del tutto fisiologica e legata all’eterogeneità dei materiali analizzati.

“L’origine di queste differenze va ricercata in vari fattori, tra cui la provenienza estera di alcuni materiali, che comporta un maggiore impatto dovuto ai trasporti”, spiega l’ingegnere Claudia Chiappino. “Inoltre, le caratteristiche intrinseche della pietra variano non solo da materiale a materiale – le pietre più dure e compatte richiedono generalmente un consumo maggiore di materiali ed energia – ma anche all’interno della stessa categoria, ad esempio a causa della resa variabile delle cave, influenzata dalla presenza di fratture nella roccia. Queste variabili si riflettono direttamente nei risultati d’impatto. È evidente che i materiali provenienti dall’estero presentano un impatto medio più elevato (25,3 kg CO2 eq./m²) rispetto a quelli interamente prodotti in Italia (8,8 kg CO2 eq./m²). Inoltre, emerge, seppur in modo meno marcato, che i materiali più teneri o meno compatti tendono ad avere un impatto ambientale inferiore”. 

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Per continuare a promuovere la sostenibilità della pietra naturale autentica, il prossimo anno PNA organizzerà per la prima volta un Forum Internazionale, che si terrà a Venezia il 12 e 13 giugno 2025, in concomitanza con la Biennale di Architettura sotto la direzione artistica dell’architetto Carlo Ratti. “Attraverso questo Forum, PNA intende dare voce a uno dei settori economici e culturali più rilevanti e dinamici in Italia, valorizzando i contenuti di sostenibilità economica, sociale e ambientale della pietra naturale autentica, e il suo impatto positivo sull’intera filiera della progettazione, del benessere abitativo e del ruolo fondamentale che svolge nella transizione ecologica”, conclude Ghirardi.

Andamento del settore lapideo

“Il settore lapideo rappresenta un’eccellenza italiana con una forte vocazione all’export che ha contribuito positivamente alla bilancia commerciale del nostro Paese”, continua Ghirardi. “Anche se la spinta post-pandemia si è in parte esaurita, il comparto tiene grazie a un mercato globale diversificato, dove le difficoltà di alcuni Paesi sono compensate dal buon andamento di altre aree geografiche”.

Nel complesso, il settore conta oltre 3.200 aziende e impiega circa 34 mila addetti, con un fatturato di 4,5 miliardi di euro nel 2023, di cui 3,2 miliardi derivano dall’export. Questa forte propensione all’esportazione, che rappresenta il 71,2% della produzione, ha generato un saldo commerciale attivo di oltre 2,7 miliardi di euro. Secondo l’analisi del Centro Studi di Confindustria Marmomacchine, l’istantanea dei risultati del primo semestre del 2024 mostra una sostanziale tenuta delle esportazioni, nonostante un contesto internazionale complesso. L’export aggregato di materiali e tecnologie per il settore lapideo ha registrato un lieve calo (-1,9%) rispetto allo stesso periodo del 2023, raggiungendo comunque 1,55 miliardi di euro, mantenendosi sui livelli record degli ultimi due anni e incrementando ulteriormente il surplus commerciale del settore (+1,4%, pari a 1.350 milioni di euro). In particolare, le vendite all’estero di pietre naturali hanno registrato una crescita del 4,2%, raggiungendo un nuovo massimo storico nel valore medio per tonnellata. Nel periodo gennaio-giugno 2024, l’export complessivo di marmi, travertini, graniti e altre pietre naturali ha superato 1 miliardo di euro, segnando un aumento del 4,2% rispetto al primo semestre del 2023. Le esportazioni di pietre grezze sono state trainate principalmente dagli ordini provenienti dalla Cina, mentre si è registrata una flessione nelle vendite verso l’India.



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