Dallo scorso 1° gennaio è ufficiale l’impiego dell’organo collegiale del Garante per i diritti delle persone con disabilità nel nostro Paese, atto a far rispettare quanto definito dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. Il Governo Meloni, come sottolineato in più occasioni dal Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci, ritiene il tema prioritario rispetto alle esigenze dei cittadini.
Proprio Bellucci, il 3 dicembre scorso, in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con disabilità, ricordava: “voglio ribadire l’impegno di questo Governo affinché a ciascuno sia garantita la possibilità di esprimere il proprio potenziale e di vivere la vita in modo indipendente. È un obiettivo ambizioso, ma necessario per la crescita della nostra Nazione e che passa per la promozione dell’inserimento sociale e lavorativo delle persone con disabilità”.
Ma anche l’attenzione del Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, che ha assicurato di mettere in atto tutte le misure possibili per rendere l’attività sportiva pienamente inclusiva.
A settembre, in concomitanza della pubblicazione dell’Avviso che dispone le procedure per l’accesso alle risorse destinate all’acquisto di ausili sportivi da mettere a disposizione, in uso gratuito, delle persone con disabilità interessate all’avviamento alla pratica sportiva, condivideva: “Uno dei grandi insegnamenti che ci hanno trasmesso le ragazze e i ragazzi che hanno partecipato alle Paralimpiadi di Parigi 24 è che i limiti sono solo nella nostra mente, ma con caparbietà, determinazione e forza d’animo questi limiti si possono superare, anche grazie ad ausili che agevolano la pratica sportiva e, quindi, la vita quotidiana”.
Garante per i diritti delle persone con disabilità: quali competenze?
Si inserisce in questo contesto l’introduzione dell’Autorità prevista dalla legge delega 227/21, definita con il decreto attuativo n. 20 del 5 febbraio 2024. Ma quali compiti ha nello specifico?
Dunque, in primo luogo, il Garante per i diritti delle persone con disabilità dovrà assicurare ai cittadini che vengano rispettate le norme e i principi contenuti nella Convenzione delle Nazioni Unite, come anticipato in apertura.
Secondo poi, ha facoltà di vigilare e intervenire affinché si possano contrastare nettamente tutti quei fenomeni di discriminazione (diretta e indiretta) che riguardano specificatamente le persone con una qualsiasi disabilità.
Altresì, deve agire nell’interesse dei cittadini più fragili e fare in modo che vengano promossi il “godimento dei diritti e delle libertà fondamentali su base di eguaglianza con gli altri, anche impedendo che esse siano vittime di segregazione”.
Può raccogliere segnalazioni e deve lavorare in modo che vengano stipulate, in tutti i campi di interesse, collaborazioni utili alla crescita della società, ma anche di tutte quelle realtà che fanno parte del quotidiano di una persona.
Dignità
Nel decreto un argomento ampiamente affrontato è quello della dignità, in particolar modo quando ci si riferisce ai ricoveri e alla permanenza nelle strutture dedicate o nei luoghi che dichiarano di ospitare persone con disabilità. il Garante infatti può accedervi “senza necessità di autorizzazione o di preavviso” per sincerarsi delle varie situazioni. In breve: avere una disabilità non deve, in alcun modo, ostacolare la possibilità di vivere una vita ampiamente dignitosa.
Barriere architettoniche
In tema di dignità e di un miglioramento della qualità della vita, all’interno del documento c’è un importante riferimento alle barriere architettoniche o sensopercettive. Il Garante, infatti, può intervenire proponendo “all’amministrazione competente un cronoprogramma per rimuoverle, vigilando sull’avanzamento. Nei casi di urgenza, può, anche d’ufficio, a seguito di un sommario esame circa la sussistenza di una grave violazione del principio di non discriminazione in danno di una o più persone con disabilità, proporre l’adozione di misure provvisorie”.
“pietra miliare per garantire una maggiore esigibilità dei diritti delle persone con disabilità e i loro familiari”
Roberto Speziale, presidente dell’Anffas, associazione Nazionale delle Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale, ha riferito all’ANSA dell’importanza dell’introduzione di questo nuovo organo, tanto da riferire che la sua dimensione nazionale gli consente di avere “tutti i poteri, la struttura e l’organizzazione per intervenire sul territorio ogni qual volta venga negato un diritto alle persone con disabilità, o siano oggetto di discriminazione“, molto più di quanto si possa fare effettivamente sul piano regionale.
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