da Alitalia a Ilva, giostra di incarichi a soci e amici

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Il commissario della compagnia aerea ha affidato consulenze a una sua collaboratrice. Il ruolo dell’avvocato di Urso scelto come legale dell’acciaieria sotto controllo pubblico 

Do you remember “capitani coraggiosi”? Correva l’anno 2008 e il governo di Silvio Berlusconi rottamò l’Alitalia sul punto di fallire per cederla a una pattuglia di banche e imprenditori riuniti nel nome della difesa dell’italianità, i capitani coraggiosi, appunto. A più di tre lustri di distanza, Alitalia, ora Ita Airways, si salverà grazie a Lufthansa, ma nel frattempo, uscita di scena tempo fa la cordata patriottica, la ex compagnia di bandiera ha fatto crac un’altra volta. Cose che capitano in Italia, un paese in cui, per dire, anche un’altra azienda strategica come Ilva è arrivata al capolinea due volte in meno di dieci anni.

Ecco perché, caso forse unico al mondo, sono ben quattro le procedure di amministrazione straordinaria ancora aperte per gestire qual che resta delle società fallite: due per la ex Alitalia e due per la vecchia Ilva, con relativa moltiplicazione di poltrone, consulenze, vertenze legali di ogni tipo e costi milionari, in parte a carico del bilancio dello Stato. Giusto tre settimane fa, Gianluca Brancadoro e Giovanni Fiori, i due commissari di Alitalia Lai (Linee aree italiane) hanno prorogato alcuni incarichi nella procedura aperta nel lontano 2008 e dapprima affidata ad Augusto Fantozzi, il tributarista, più volte ministro, scomparso nel 2019.

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Procedure infinite

La nomina di Fiori e Brancadoro risale al 2011 e dopo quasi 14 anni la liquidazione non è ancora terminata. Per gestire quel che resta delle attività aziendali, i due commissari hanno affidato incarichi a professionisti anche per il 2025. Nel gruppo dei prescelti compare il nome di Francesca Di Donato, commercialista, docente universitaria, amministratrice di numerose società, tra cui, fino a pochi mesi fa, anche Atac l’azienda pubblica romana dei trasporti pubblici. Per Di Donato non è un esordio, visto che da molti anni è a libro paga dell’amministrazione straordinaria della holding Alitalia Lai e delle controllate Alitalia Airport, Alitalia Express e Alitalia Servizi. La stessa Di Donato, però, vanta antichi rapporti professionali con Fiori, che in veste di commissario l’ha più volte scelta come consulente della procedura.

Ebbene, sin dal 2016, un regolamento emanato nel 2016 dall’allora ministero dello Sviluppo Economico, ora ministero delle Imprese e del made in Italy, vieta il «conferimento di incarichi a soggetti legati a soggetti appartenenti al medesimo studio professionale e nei casi in cui possa profilarsi un conflitto d’interessi». In un profilo reperibile in rete si legge che Di Donato collabora con lo studio Fiori dal 1997 e sono numerose anche le collaborazioni tra i due professionisti in ambito accademico.

«La dottoressa Di Donato è una mia collaboratrice – conferma Fiori a Domani – ma il primo incarico le è stato conferito prima della pubblicazione del regolamento ministeriale e in seguito le nomine sono sempre approvate dal Comitato di sorveglianza». Quest’ultimo è l’organo della procedura a cui spettano i controlli sul rispetto delle norme che regolano l’amministrazione straordinaria. Il comitato di sorveglianza di Alitalia Lai è presieduto da Giulio Castriota Scanderbeg, affiancato da Fabrizio Leotta e Orietta Maizza.

In base a quanto riportato nei documenti ufficiali della procedura, Di Donato ha ricevuto tra i 20 e 25 mila euro l’anno dal 2021 per una consulenza nelle “questioni contabili e finanziarie”, ma la collaborazione, così come i compensi, hanno preso il via ancora prima del 2016, come confermato da Fiori. Quest’ultimo, un professionista di lungo corso molto conosciuto e apprezzato nei palazzi del potere romano, l’anno scorso è stato scelto dal ministro delle Imprese, Adolfo Urso, nella terna di commissari dell’amministrazione straordinaria di Acciaierie d’Italia, insieme a Giancarlo Quaranta e Davide Tabarelli.

L’amico del ministro

Nella procedura dell’ex Ilva è stato coinvolto anche Brancadoro, che, come detto, da tempo affianca Fiori in Alitalia Lai. Proprio Fiori, insieme a Quaranta e Tabarelli, a marzo del 2024 ha affidato un incarico di assistenza giudiziale e stragiudiziale al collega Brancadoro, professionista molto vicino al ministro Urso di cui è anche avvocato di fiducia.

Ad agosto dell’anno scorso, dopo che un articolo di Domani ha svelato il potenziale conflitto d’interessi, Brancadoro ha fatto un passo indietro rinunciando alla consulenza, che gli era stata affidata senza gara per “ragioni di assoluta urgenza”.

La nomina del legale amico di Urso era stata ratificata dal Comitato di sorveglianza di Acciaierie d’Italia presieduto da Sergio Fiorentino. Insieme a Carmela Cucca, fa parte del Comitato anche Vincenzo De Sensi, un avvocato conosciuto da Fiori. Tra il 2018 e il 2022, in qualità di commissario di Alitalia Lai, Fiori ha assegnato a De Sensi, a seguito di una gara, tre incarichi di assistenza legale. Nel 2024 le loro strade sono tornate a incrociarsi, con De Sensi chiamato a sorvegliare il lavoro di Fiori.

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