Catanzaro, la genesi dello “scandalo” è stata la chiusura per 3 anni di Veterinaria ma nessuno lo dice



Animali maltrattati e uccisi, laboratori scientifici in precarie condizioni con la conseguenza della falsa attendibilità delle ricerche espletate. Associazione per delinquere, corruzione, falso, truffa aggravata ai danni dello Stato, maltrattamento e uccisione di animali. Il blitz della Guardia di finanza è scattato ieri mattina all’Università Magna Graecia e all’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro. L’indagato eccellente è l’ex rettore Giovambattista De Sarro. In particolare, De Sarro è accusato di associazione per delinquere in qualità di utilizzatore degli stabulari, ovvero i laboratori di ricerca universitari, e responsabile scientifico dei progetti di ricerca. Secondo quanto emerso dalle attività di indagine condotte dai finanzieri del comando provinciale, l’ex rettore avrebbe impartito disposizioni sulle modalità di svolgimento delle attività di ricerca ma gravemente lesive degli animali coinvolti nei progetti e sulle modalità di rendicontazione dei progetti per occultare i presunti illeciti.

Le voci sull’esistenza di questa inchiesta sono decisamente datate, se ne parla da tanto, e sono partite direttamente da uno dei “protagonisti”, arrestato pure lui. Ovvero colui che ha denunciato ed è finito pure lui nella “rete”: una circostanza decisamente strana come tante altre cose di questa inchiesta.

Vox populi: “Era ora… tra l’altro sono stati anche capaci di fare chiudere la facoltà di Veterinaria per vedersi solo i fatti propri…”. E’ proprio vero che il popolo è molto più avanti delle procure. La genesi di questo business risale in particolare al 5 dicembre del 2019 quando è stata annunciata la chiusura del corso di laurea in Veterinaria. Ma nessuno lo dice, ovviamente.

“In un territorio, come quello catanzarese e calabrese in genere, dalla naturale vocazione agricola la chiusura del corso di laurea di Medicina Veterinaria dell’Università Magna Graecia non può che essere una scure su una professione fondamentale per lo sviluppo economico e produttivo locale”. Sul web si trova traccia di una dichiarazione dell’allora presidente del Consiglio comunale di Catanzaro Marco Polimeni, che richiamava l’appello lanciato anche dall’associazione “L’Osservatorio” e si spiegava che le responsabilità erano tutte ai piani alti del MIUR, dove era stata assunta la decisione di tagliare il contingente studenti a Catanzaro.

Perché? Polimeni ricordava lo stato delle cose: “… L’Umg per diversi anni ha potuto garantire le attività del corso di laurea in Medicina Veterinaria in interateneo con la Federico II di Napoli, le cui elevate professionalità hanno permesso di arricchire la dotazione di docenze. Un corso, dunque, ben strutturato e qualificato che è stato chiuso privando la Calabria di un punto di riferimento importante per la crescita delle attività imprenditoriali in ambito agricolo e zootecnico. Al di là del danno causato dal punto di vista dell’offerta formativa, è, infatti, l’economia del nostro territorio, specialmente delle sue aree interne, ad essere ulteriormente depauperata”.

Insomma, l’Umg con il supporto del Miur non aveva nessuna voglia di sfornare veterinari: bastavano e bastano quelli che ci sono. E nel frattempo la classe politica regionale ha avallato col suo silenzio la decisione. E cosa ha comportato la chiusura della facoltà di Veterinaria? Per rispondere torniamo alla vox populi: l’hanno chiusa per vedersi solo i fatti propri. E come si fanno i fatti propri? Beh, l’inchiesta della procura di Catanzaro ce ne ha dato un’idea ma è chiaro che il via libera era partito proprio da questa decisione. Della quale, però, nessuno parla.


Per dovere di cronaca riferiamo che tre anni dopo, nel 2022, alla fine, i “baroni” avevano cercato di riparare – forse anche per non dare troppo nell’occhio –  deliberando l’avvio delle procedure per la riattivazione del corso di laurea magistrale in Medicina Veterinaria. E l’incarico era stato affidato al professor Domenico Britti, Veterinario, Presidente della Scuola di Farmacia e Nutraceutica dell’Ateneo. Che non a caso è uno degli… arrestati di ieri. Unitamente all’ex rettore De Sarro, naturalmente. Ma chi manovra la baracca si sta facendo quattro risate. Come sempre, del resto. 



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