Bergamo, mamma avvocato denuncia sui social e in Procura: «Mio figlio picchiato a scuola da un compagno». L’ospedale gli referta il trauma da percosse

Per mimare quello che gli era successo, ai sanitari dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo che ieri gli hanno prestato le prime cure, il piccolo, in stato confusionale e sotto choc, 6 anni, affetto da disturbo autistico, si è stretto il collo e si è dato un pugno sulla guancia, manifestando il dolore derivato dal pugno e dalla botta subita sull’altra guancia. Il suo modo semplice e diretto per comunicare quello che gli era capitato, nella mattinata di mercoledì alla scuola I.C. Muzio, sezione di Colognola a Bergamo dove, seguito dagli insegnanti di sostegno, frequenta la prima elementare. 

Ieri mattina, dopo essersi recato in bagno autonomamente, si è trovato davanti in modo inaspettato un altro bambino affetto da disabilità più grande di lui. Non solo d’età (frequenta la seconda elementare) ma anche con una statura doppia della sua che lo ha colpito, strattonandolo prima per il collo e poi dandogli un colpo ad una guancia, scaraventandolo contro la parete con l’altra guancia, picchiando testa e mandibola. A denunciare l’episodio, prima sui suoi canali social e poi per vie istituzionali, è la madre del piccolo, l’avvocatessa Vatineé Suvimol che si è rivolta oltre che all’Ufficio scolastico territoriale, anche alla Procura e all’Assessorato dei servizi scolastici del Comune di Bergamo. 

Il referto dell’ospedale riporta «trauma contusivo in sedi multiple da percosse» e a distanza di 24 ore il piccolo è ancora in stato confusionale e ha paura di tornare a scuola. Stando a quanto riferito da Suvimol, è dallo scorso settembre che in questa scuola si registrano episodi con danneggiamenti alle cose e violenze contro bambini e insegnanti, ad opera dello stesso bambino protagonista dell’episodio che ha visto coinvolto suo figlio. «Pare che ci sia la massima omertà in merito – ha scritto nero su bianco – insegnanti che si sono dimessi per questa situazione e bambini che tornano a casa col sangue dal naso. Eppure nessuno ne può parlare e pare che “tutti abbiano paura a denunciare”. Ma stiamo scherzando? Queste situazioni vanno denunciate, qui si parla dell’incolumità dei bambini e del corpo docente». 

Nell’atto di denuncia Suvimol chiede che vengano citati come testimoni le insegnanti della classe prima e seconda dell’IC Muzio oltre ad un’insegnante di sostegno, dimessasi per motivi «personali». La richiesta all’Ufficio territoriale è di indagare e prendere «tutti gli opportuni provvedimenti al fine di tutelare l’incolumità dei bambini del plesso scolastico e di scongiurare eventuali future tragedie». Per il piccolo colpito, che ieri sera accusava febbre, oggi niente scuola e tante coccole. «È ancora in stato confusionale – conclude la mamma- e ha paura a tornare a scuola».

Non si esprime il dirigente scolastico, Angelo Ferraro: «Sull’episodio di ieri siamo ancora in una fase istruttoria e non potrò dire nulla fino a quando non avrò il quadro completo. Quando sarà nemmeno posso dirlo. Quanto alle altre contestazioni ho un’altra visione e non sono d’accordo su quanto affermato. La scuola ha sempre fatto tutto il possibile per dare a tutti un servizio di qualità». 

«Non ho ricevuto ancora segnalazioni in merito – riferisce l’assessore all’Istruzione del Comune di Bergamo, Marzia Marchesi -. Il Comune si occupa di assistenza educativa, ma negli incontri con il dirigente scolastico non ci è mai stato fatto cenno di episodi o situazioni. In giornata convocherò i miei collaboratori per vagliare la cosa».

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