Zuppi: speriamo che la tregua a Gaza eviti altre sofferenze

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Il presidente della Cei, a margine della presentazione del libro “Linea segreta – I retroscena tra Stato e Vaticano”, del giornalista Preziosi, commenta l’annuncio della definizione dell’accordo sulla Striscia e auspica un futuro di stabilità nella regione. Il ministro degli esteri italiano Tajani si unisce all’ottimismo che si profila rassicurando che l’Italia continuerà ad offrire il proprio contributo per favorire il processo di pace in Medio Oriente e in altre aree di crisi

Antonella Palermo – Città del Vaticano

È rallegrato il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, all’annuncio della chiusura dell’accordo per una tregua a Gaza. All’Ambasciata italiana presso la Santa Sede, a margine della presentazione del libro “Linea segreta – I retroscena tra Stato e Vaticano”, del giornalista e saggista Antonio Preziosi, il suo compiacimento: “Speriamo sia il primo passo per evitare altre sofferenze”. Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, dalla stessa sede, esprime il proprio: “Mi pare un’ottima notizia, mi pare un passo importante verso la pace, bisogna consolidare questo cessate il fuoco, andare avanti con le successive tappe”.

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Zuppi: dobbiamo preparare seriamente la pace

”Ieri – ricorda Zuppi interpellato dai giornalisti – con il presidente della comunità ebraica di Bologna eravamo in attesa. Speriamo che questo sia il primo passo per evitare altre sofferenze e poi per trovare soluzioni più durature. Dobbiamo preparare seriamente la pace”. Il capo dei vescovi italiani ritiene che il frangente sia “importantissimo” e che “ci aiuta a guardare il futuro”. L’auspicio è “qualcosa di stabile. Quindi tanta soddisfazione dopo un dolore terribile enorme, che non dobbiamo dimenticare per continuare a lavorare per la pace”. 

Tajani aggiunge che si tratta di un risultato ulteriore rispetto a quello già raggiunto sul cessate il fuoco in Libano, accompagnato dal cambio di passo che c’è stato anche con l’elezione del presidente Aoun e da quelli che auspica possano essere “i primi segnali positivi della nuova amministrazione siriana. Questo significa che in Medioriente si può lentamente costruire la pace”. 

Tajani e l’impegno a favorire il processo di pace in Medio Oriente

Il capo della Farnesina, sempre a margine dell’evento, parla anche delle garanzie assicurate al primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, sul fatto che, se si recasse in Italia, non verrebbe arrestato in esecuzione del mandato emesso dalla Corte Penale Internazionale. E poi, annunciando il suo viaggio in Palestina in programma per lunedì prossimo, offre rassicurazione sul fatto che l’Italia sarà sempre più presente per favorire il processo di pace. In merito alle questioni trattate nel libro presentato questa sera, Tajani ha ricordato la “presenza forte a livello europeo” dell’Italia, parlando di “una posizione europeista nella quale noi ci riconosciamo”. Ha fatto riferimento ai discorsi di Giovanni Paolo II, di Papa Francesco, al Parlamento europeo, “alla ricerca dell’anima europea, le radici cristiane dell’Europa che – ha detto – sono la nostra identità”. “Questo libro dimostra quanto sia per noi italiani fondamentale il rapporto con il cristianesimo”, ha scandito Tajani. “Questa non è solo una questione di rapporti fra clero, Chiesa, e Stato italiano, è un rapporto direi naturale fra la religione cristiana e gli italiani”.

Italia – Santa Sede, comune visione sulla pace

Il ministro ha ribadito che l’obiettivo finale deve essere quello dei due popoli e i due Stati. “Siamo pronti anche a dare una presenza militare in occasione di un’eventuale scelta delle Nazioni Unite di dar vita a una sorta di amministrazione modello Unifil in Palestina per unificare Striscia di Gaza e West Bank proprio per dare attraverso una guida dell’autorità nazionale palestinese finalmente stabilità e pace al popolo di Palestina”, ha aggiunto. E sui rapporti fra lo Stato italiano e Città del Vaticano, tema del volume di Preziosi, attualmente direttore di rai Parlamento, Tajani ha confermato che “sono più che positivi”, segno di una “comune visione, innanzitutto sulla grande questione della pace: l’Italia è e vuole essere sempre più portatrice di pace nel mondo, in Medioriente ma anche in Africa e in Ucraina, e su questo c’è un’identità di vedute con la posizione della Santa Sede, che è una posizione coerente da Pio XII, che è stato il primo Papa che ho avuto nella mia vita, a Papa Francesco, passando per il famoso discorso alle Nazioni Unite di Paolo VI”.

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