Porto crocieristico di Fiumicino, arriva il sì del ministero dell’ambiente

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A Fiumicino è possibile costruire un porto turistico in grado di accogliere le navi da crociera. È quanto ha deciso il Ministero dell’ambiente che, con la propria commissione tecnica, ha valutato positivamente il progetto della Royal Caribbean. Un via libera che però è legato alla soddisfazione di “17 prescrizioni ambientali”.

Il progetto del porto crocieristico

Acquistata all’asta, nel 2022, una vecchia concessione, il gigante crocieristico ha da subito chiarito l’intenzione di introdurre una “funzione di accosto crocieristico per una singola nave”. Non più quindi le 1500 barche da diporto che avevano caratterizzato il progetto appartenuto alla società Iniziative Portuali, finita in liquidazione. Il più ambizioso progetto della Fiumicino Waterfront Srl (società 100% della Royal Caribbean group) è quello di lavorare per garantire una trasformazione “in un’ottica di lungo termine” finalizzata a portare a Fiumicino il turismo di massa anche via mare. Un traguardo che ha potuto beneficiare dell’inserimento del progetto tra le opere giubilari benché, come ricordato di recente anche dalla Corte dei Conti, la sua realizzazione è prevista dopo la conclusione dell’Anno Santo.

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Perché le intenzioni del gigante crocieristico possano avverarsi è necessario ottenere una valutazione d’impatto ambientale. Alla definizione del VIA, propedeutica all’apertura della conferenza dei servizi, concorrono anche i ministeri interessati dall’operazione, a partire da quello diretto da Gilberto Pichetto Fratin. E proprio dal Mase è arrivato il parere positivo perché l’operazione, si legge nel documento firmato dalla commissione tecnica minisiteriale, “non pregiudicherà il mantenimento dei siti ZSC (zona speciale di conservazione) Macchia Grande di Focene, Macchia dello Stagneto, Isola Sacra, la riserva marina delle Secche di Tor Paterno e la zona di protezione speciale Lago di Traiano”. Il progetto è quindi ritenuto compatibile, ma è subordinato all’ottemperanza di alcune condizioni. Sono infatti diciassette, complessivamente, le prescrizioni e la gran parte (10 in tutto) devono essere soddisfatte prima dell’avvio dell’opera.

Le prescrizioni del ministero dell’ambiente

Cosa chiede il Mase al proponente del progetto? Innanzitutto nella fase dovranno essere individuate per la fase di costruzione, e quindi già nella progettazione esecutiva, “soluzioni volte a garantire che parte dei materiali vengano movimentati via mare”. Inoltre dovrà essere valutata la possibilità di movimentare i “pennelli” frangiflutti direttamente via mare. Altre prescrizioni, a titolo meramente esemplificativo, obbligano a prestare attenzione all’uso dei mezzi di cantiere per evitare “la diffusione di piante alloctone invasive”. Ed ancora dovrà essere progettato in prossimità della foce del Tevere “un sistema di barriere per la raccolta dei rifiuti galleggianti” che dovranno durare minimo 20 anni.

La posizione dei comitati contrari al porto crocieristico

Per il Comitato Tavoli del Porto, il network che riunisce una trentina di realtà territoriali ed associazioni, ha osservato che “le 17 prescrizioni non solo di facile soluzione per i promotori” anche perché vanno risolte prima, in fase di progettazione esecutiva. “Regione Lazio e Comune di Fiumicino sono deputati a risolvere il problema della mobilità con soluzioni intermodali” hanno sottolineato quindi attraverso linee ferroviarie e vie d’acqua, per garantire il trasporto degli utenti del porto da e verso Roma. 

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“Manca sempre il parere del ministero della cultura che, come annunciato in commissione Giubileo a Fiumicino, probabilmente sarà negativo viste le incompatibilità tra il progetto e i vincoli del Piano Paesaggistico del Lazio. Successivamente il Mase potrà firmare il decreto che chiude la procedura di VIA. A quel punto, dovremo attendere il pronunciamento del Governo e dovrà aprirsi la Conferenza dei Servizi che dovrà approvare il progetto nel rispetto delle numerose prescrizioni”. Insomma, i tempi si fanno lunghi. Motivo per cui i comitati tornano a chiedere a Gualtieri, commissario giubilari, di stralciare l’intervento dalle opere previste per l’anno santo. Ad oggi, è considerato ancora dal sindaco di Roma, come un intervento “essenziale”.

 



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