La mattanza degli animali da laboratorio all’UMG, un sistema di “favori” e corruzione tra Ateneo e Asp di Catanzaro. Ai domiciliari l’ex rettore De Sarro, 11 arresti tra docenti e dirigenti. Indagato Indolfi I NOMI

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Un vero e proprio ciclone giudiziario che ha travolto anche personaggi illustri del mondo dell’istruzione. Dodici le misure cautelari emesse dal gip di Catanzaro ed eseguite oggi dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza coordinati dalla locale Procura della Repubblica. Tra gli arrestati anche l’ex rettore dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, Giovambattista De Sarro, oltre ad alcuni vertici dell’Ateneo e dirigenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro, indagati a vario titolo per associazione per delinquere, corruzione, falso, truffa aggravata ai danni dello Stato, maltrattamento e uccisione di animali. Nei confronti di 11 indagati, Sarro compreso, sono stati disposti i domiciliari, mentre per Luciano Conforto è scattata l’interdittiva della sospensione dall’esercizio delle pubbliche funzioni rivestite in seno all’Asp di Catanzaro, per la durata di 12 mesi.

Ai domiciliari

Domenico Britti (presidente dell’Organismo preposto al benessere animale, nonché presidente, sino al 2023, della Scuola di Farmacia e Nutraceutica – organismo che ha la diretta gestione degli stabulari – e responsabile del benessere animale per lo stabulario di Germaneto).

Giuseppe Caparello (presidente dell’Ordine dei medici veterinari, direttore della Struttura complessa del Servizio veterinario dell’Asp dal 2018 e direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Asp di Catanzaro dal 2020)

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Fabio Castagna (veterinario designato per lo stabulario di Roccelletta di Borgia)

Rita Citraro (sperimentatrice nei progetti di cui è responsabile scientifico De Sarro nonché docente del dipartimento di Scienze della salute dell’Università)

Nicola Costa (veterinario designato per lo stabulario di Roccelletta di Borgia sino al 2021)

Giambattista De Sarro (ex rettore UMG)

Antonio Leo (sperimentatore nei progetti di cui è responsabile scientifico De Sarro e docente del dipartimento di Scienze della salute dell’Ateneo)

Giovanni Loprete (veterinario designato per lo stabulario di Germaneto)

Ernesto Palma (responsabile del benessere animale per lo stabulario di Roccelletta di Borgia e componente stabile dell’organismo preposto al benessere animale)

Anselmo Poerio (veterinario convenzionato dell’Asp addetto alle ispezioni negli stabulari dell’Ateneo)

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Giuseppe Biscomi (veterinario dell’Asp, responsabile delle ispezioni negli stabulari Umg)

Con la stessa ordinanza è stato disposto, inoltre, il sequestro preventivo di due laboratori scientifici (stabulari) dell’Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro, adibiti alla sperimentazione sugli animali per finalità di ricerca, nonché della somma di 23.222,17 euro nei confronti di due indagati (a Fabio Castagna 7057,17euro; 16165 ad Anselmo Poerio), ritenuta il provento della truffa aggravata ai danni dello Stato: condotte illecite per cui risultano indagate altre 21 persone destinatarie delle informazioni di garanzia.

Tra i 21  indagati in stato di libertà ai quali è stata notificata l’informazione di garanzia, c’è Ciro Indolfi, presidente della Federazione italiana di cardiologia, in qualità di responsabile di un progetto di ricerca su «Modello di danno vascolare nel ratto per lo studio della restenosi coronaria nell’arteriopatia obliterante periferica cronica». Indolfi è indagato per maltrattamento di animali.

L’indagine: le ispezioni pilotate e i favoritismi tra enti pubblici

Le complesse investigazioni hanno consentito di accertare l’esistenza di un collaudato sistema illecito mediante l’esecuzione “pilotata” di visite ispettive svolte dall’Asp presso i laboratori scientifici dell’Ateneo universitario catanzarese condizionandone i relativi esiti, assicurando l’espletamento dei progetti autorizzati dal Ministero della Salute. L’analisi della documentazione, corroborata dagli ulteriori elementi di prova acquisiti, ha consentito di delineare un rapporto di compartecipazione e di reciproci favoritismi sussistenti tra i preposti degli Enti pubblici in gioco (l’Asp di Catanzaro quale controllore e l’Università Magna Grecia quale ente controllato).

I finanziamenti, gli attestati illeciti e i laboratori in condizioni precarie

Dalle investigazioni condotte è emerso, inoltre, che i vari responsabili di progetto di volta in volta nominati, hanno fatto ricorso a ingenti fonti di finanziamenti pubblici – circa 2 milioni di euro – utili alla copertura economica delle varie attività progettuali, costantemente garantite dall’ottenimento dell’attestazione di regolarità rilasciata “illecitamente” dai veterinari dell’Asp preposti alle ispezioni, nonostante le precarie condizioni in cui versavano i laboratori.

Il ruolo dei dirigenti Asp. Gli scambi col veterinario

Il coinvolgimento dei dirigenti dell’Asp da parte dell’organizzazione criminale si era reso necessario per la presenza nei laboratori scientifici di numerose criticità che, dove rilevate, avrebbero comportato l’immediata chiusura, con la conseguente perdita dei fondi erogati per lo svolgimento della ricerca e l’irrogazione di pesanti sanzioni amministrative.

Corruzione nelle procedure concorsuali in UMG

I rapporti corruttivi tra alcuni indagati sarebbero emersi, tra l’altro, nell’ambito della redazione delle graduatorie finali afferenti a specifiche procedure concorsuali all’UMG, che hanno visto come vincitrice la figlia di uno degli indagati, dirigente dell’Asp di Catanzaro, nonché nel riconoscimento di cospicue somme di denaro – prezzo della corruzione – a un veterinario dell’Asp di Catanzaro, in virtù dei numerosi incarichi di docenza illecitamente ottenuti presso l’Ateneo universitario, in cambio del sistematico esito positivo delle visite ispettive svolte nei laboratori scientifici dell’UMG.

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Sperimentazione “in vivo”: violate norme d’igiene e benessere animale

Grazie alle attività svolte nei laboratori, invece, diversi docenti dell’Università Magna Graecia di Catanzaro hanno potuto svolgere attività di ricerca con sperimentazione in vivo che costituisce – se ben espletata – un passaggio fondamentale per la validazione delle ipotesi scientifiche. In realtà le attività sperimentali con animali vivi sono state effettuate, in gran parte, attraverso la violazione delle basilari norme di igiene e benessere animale.

L’allevamento abusivo che “alimentava” la ricerca

Le indagini condotte, infine, hanno consentito di riscontrare l’esistenza di un allevamento abusivo di animali da laboratorio costantemente utilizzato dagli indagati per alimentare le attività di ricerca riscontrando, in alcuni casi, ipotesi di maltrattamento degli animali coinvolti nei relativi progetti. Ciò con un duplice risvolto: da un lato provocando l’uccisione immotivata di animali non autorizzata dal Ministero della Salute, dall’altro falsando l’attendibilità delle ricerche effettuate.

 



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