i Paesi asiatici oggi offrono notevoli opportunità di business” – Gazzetta diplomatica

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Parlamentare di lungo corso ed esperto di relazioni internazionali, Mario Morgoni, marchigiano doc, è oggi Presidente dell’Isia, acronimo che sta per Istituto Italiano per l’Asia. Fondato nel 1975 su iniziativa del senatore Giulio Orlando, allora ministro del commercio estero nel governo presieduto da Aldo Moro, con il suo ruolo prezioso è divenuto negli anni un punto di riferimento fermo per le Ambasciate del continente asiatico accreditate in Italia.

“Affianchiamo ed accompagniamo l’azione della rete diplomatica italiana, cercando di consolidare ed arricchire le relazioni con i Paesi asiatici”, ci racconta Morgoni, sottolineando con orgoglio la storia cinquantennale dell’Istituto, che ha sede a Roma.

Presidente, inizierei questa intervista parlando del caso Cecilia Sala che, fortunatamente, si è concluso con la liberazione della giornalista. Nei giorni scorsi lei ha scritto una lettera all’Ambasciatore iraniano Mohammad Reza Sabouri: come definirebbe oggi le relazioni diplomatiche fra Italia e Iran? “Non posso che unirmi alla soddisfazione per l’esito positivo che ha chiuso questa delicata vicenda con la liberazione di Cecilia Sala. Le relazioni diplomatiche tra Italia e Iran sono sempre state improntate ad un dialogo costruttivo, e credo che ciò abbia rappresentato un fattore determinante per la soluzione della questione. Ovviamente permangono differenze e distanza di vedute, spesso rilevanti e su questioni complesse, ma ciò non ha mai compromesso quella continuità di relazioni e di confronto che rappresentano, a maggior ragione oggi, un valore fondamentale per garantire convivenza pacifica e cooperazione. Del resto Italia e Iran sono due grandi Paesi accomunati da una storia di cultura millenaria e da canali sempre attivi di scambio e interlocuzione, che hanno garantito un reciproco arricchimento”.

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Restando sulla stretta attualità, a suo avviso quale futuro è ipotizzabile oggi per la Siria? “Intanto credo sia difficile per chiunque rimpiangere la caduta di un regime responsabile di una guerra civile che ha provocato centinaia di migliaia di vittime e milioni di rifugiati. Ciò non vuol dire che siamo di fronte a un quadro rassicurante, anche perché la Siria è parte di un contesto territoriale caratterizzato da endemici conflitti, che vedono attualmente una preoccupante escalation. Il nuovo regime di Abu Muhammad al-Jolani si presenta con una immagine di contraddittorietà, tra suggestive aperture e profili di fondamentalismo islamico. Volendo guardare al bicchiere mezzo pieno, la situazione presenta un’opportunità per fare della Siria un fattore di stabilità in quell’area. Obiettivo troppo importante questo per trascurare ogni iniziativa utile a conseguirlo”.

Lei è Presidente dell’ISIA, acronimo che sta per Istituto Italiano per l’Asia. Quali sono le vostre principali attività? “L’ISIA, che vanta ormai una storia cinquantennale, affianca ed accompagna l’azione della rete diplomatica italiana volta a consolidare ed arricchire le relazioni con i Paesi del continente asiatico. In stretta relazione con le ambasciate e le rappresentanze in Italia, promuoviamo approfondimenti su temi di interesse reciproco e verifichiamo opportunità di collaborazione economica, socio-culturale e scientifica con i singoli Stati. Operiamo anche per favorire una maggiore conoscenza da parte delle rappresentanze diplomatiche dei Paesi asiatici delle varie realtà del nostro territorio, delle loro caratteristiche e delle loro potenzialità. Lavoriamo all’insegna di cordialità, amicizia e fiducia reciproca”.

Cosa si sentirebbe di consigliare agli imprenditori che guardano con interesse al mercato asiatico? “Il consiglio che posso dare è di guardare con attenzione a tanti Paesi con economie in forte crescita, popolazione giovane e con capacità di spesa. Non penso solo alla Cina ma, soprattutto, a tante nazioni come Corea del Sud, Giappone, Malesia e, per certi aspetti, anche a Paesi “difficili”, che possono tuttavia offrire interessanti opportunità di business. Il made in italy è molto apprezzato nel mondo e l’imprenditoria italiana è sempre vista come fonte di ispirazione da molte classi imprenditoriali straniere”.

Parlamentare per circa dieci anni, a suo avviso com’è percepita oggi la politica italiana nel mondo? “La politica italiana vive un momento delicato, testimoniato da un sentimento diffuso di sfiducia e disaffezione di una parte importante dell’opinione pubblica. Mancano quel respiro ideale e progettuale che fanno della politica un punto di riferimento sicuro. Ciononostante, a considerare il quadro che emerge dalle impressioni e dai giudizi espressi su di noi oltre i confini d’Italia, forse i più ingenerosi nel giudizio siamo proprio noi stessi. Nel mondo si percepisce infatti un sentimento di ammirazione e apprezzamento e positiva curiosità per il nostro sistema politico. L’immagine dell’Italia è senza dubbio positiva, e a ciò contribuiscono in misura notevole l’autorevolezza e la credibilità del nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella”.

C’è un aneddoto curioso che la lega in qualche modo al mondo della diplomazia che le va di raccontare in questa intervista? “Più che un aneddoto, una singolarità che mi ha particolarmente colpito. Io vivo nella provincia di Macerata, dove è presente un piccolo, ancorché storico e blasonato ateneo, l’Università di Camerino. Uno dei primi ambasciatori che ho avuto l’occasione di conoscere è stato S.E. Mammad Ahmadzada, ex ambasciatore della Repubblica dell’Azerbaijan in Italia. Con grande sorpresa appresi che aveva frequentato l’Università di Camerino. Successivamente, quando ho avuto modo di conoscere l’ambasciatore in Italia della repubblica del Kazakhstan S.E. Yerbolat Sembayev, ho saputo che anche lui aveva frequentato l’Università di Camerino. Due ambasciatori di due diversi e confinanti paesi asiatici, accomunati dall’aver frequentato una piccola università di una piccola provincia del centro Italia!”.

Fra i tantissimi Ambasciatori conosciuti ne ricorda in particolare qualcuno? “Quella della guida dell’Istituto è stata per me una straordinaria e direi avvincente esperienza umana, che mi ha permesso di conoscere tanti ambasciatori e rappresentanti diplomatici dei paesi asiatici, tutte persone di grande qualità e di alto livello professionale. Con ognuna di queste persone si è instaurato, oltre che un dialogo molto aperto e proficuo, un rapporto cordiale e direi di autentica empatia, per me profondamente gratificante, di cui non posso che essere riconoscente. Dei tanti ambasciatori incontrati non credo di poter dire di ricordarne qualcuno in particolare perché del profilo personale e del bagaglio professionale e culturale di ciascuno, resta in me un’impronta singolare e significativa”.

Prossime iniziative dell’ISIA in programma? “Nel 2024 l’attività dell’istituto ha riservato una particolare attenzione all’area dell’Asia Centrale e del Caucaso e al suo essere ogni giorno di più elemento strategico come via di comunicazione e collegamento Euroasiatico. Lo abbiamo fatto con tre qualificati convegni nel corso dell’anno. Per il 2025, senza perdere di vista questa situazione, intendiamo intensificare la nostra azione nei confronti di altre aree del grande continente asiatico, verso i Paesi del sud-est e, soprattutto, i paese ASEAN. Ci concentreremo anche sull’approfondimento di specifiche questioni tematiche, per le quali intendiamo coinvolgere non solo il mondo diplomatico e scientifico, ma anche realtà economiche del nostro Paese. In tal senso ci poniamo come obiettivo quello di organizzare missioni di imprenditori in alcuni Paesi molto propensi ad ospitarle”.

Intervista di Marco Finelli

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