dai tifosi con la memoria corta alla plusvalenza di De Laurentiis

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Salviamo il soldato Khvicha dai tifosotti ingrati, salviamolo da chi finge di non sapere che il calcio è business, salviamolo da chi esula il club azzurro da ogni responsabilità

Ci risiamo, così come per altre illustre cessioni, in questi giorni a Napoli è stato riaperto il rubinetto delle ovvietà e del provincialismo. Hanno trovato voce quelli che nel capoluogo partenopeo sono definiti ‘chiagnazzari‘ (ovvero quelli che non sanno fare altro che piangere) e quelli che invece a proprio piacimento si battono la mano sul petto per dimostrare di avere il vero ‘orgoglio napoletano‘. Caratteristiche, queste, del peggior campanilismo sociale e culturale che possa esistere.

La cessione di Kvaratskhelia al PSG

Ma che possiamo farci, è di calcio che stiamo parlando, dello sport popolare per eccellenza e che dunque smuove, allo stesso tempo, le peggiori e le migliori emozioni che siamo in grado di esprimere. Così stiamo ascoltando e leggendo sul web e sui social ma anche sui giornali, insulti urlati a Khvicha Kvararskhelia: “Traditore“, “Venduto“, “Mercenario“. L’attaccante georgiano del Napoli si è reso ‘colpevole’ di aver accettato la corte del Paris Saint Germain, club tra i più ricchi al mondo che gli farà guadagnare più o meno un milione di euro al mese. Oggi Kvara ne guadagna 100mila.

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Il triste dibattito a Napoli

Non solo, il talento georgiano andrà a vivere a Parigi, di sicuro non un dettaglio. Così se lascerà, come è dato per certo, il Napoli a gennaio la colpa è soltanto sua che ha rifiutato le proposte di rinnovo del presidente Aurelio De Laurentiis. La trattativa, così come quella per Victor Osimehn, è durata un anno senza che si concretizzasse. Quindi, se una società non è stata in grado di trattenere il suo miglior calciatore e quello probabilmente con più mercato che guadagna quanto l’ultimo dei panchinari, è colpa del giocatore stesso.

La gestione del ‘caso-Kvara’

Se la sua cessione non è stata definita alla fine della scorsa stagione e non avverrà al termine di questa in corso, la responsabilità è solo ed esclusivamente del ‘mercenario‘ Kvara. Il giovane ‘traditore‘ che consentirà a un club che vive di plusvalenze di ottenerne una pazzesca, la seconda più proficua nella storia della Serie A, alla quale molto probabilmente seguirà proprio quella di Osimehn. Una società che viene da un’annata disastrosa, alla fine della quale non è stata raggiunta la qualificazione in Europa, privando le sue casse di introiti importanti.

I tifosotti dalla memoria corta

Nessuno dei detrattori del georgiano ha pensato che questo è un ottimo affare, non solo per il ‘venduto‘ Khvicha ma anche per il presidente De Laurentiis. Così come nessuno di loro ha pensato che il calcio per i giocatori è un lavoro e quindi anche e soprattutto business. Invece, ognuno di essi, ha già dimenticato quanto Kvara fosse forte e fosse stato determinante per la vittoria del terzo scudetto. I più ipocriti e maligni lo hanno già declassato ad attaccante di Serie B, dando per scontato che al Psg si rivelerà un flop.

Salviamo il soldato Khvicha dal fango mediatico

Evidentemente queste persone non hanno ben ascoltato e compreso le parole di Antonio Conte. L’allenatore del Napoli, assumendosi le sue responsabilità, ha si bacchettato Kvara ma non ha risparmiato neanche la società. Il coach che a Napoli è anche manager, ha detto (in soldoni): “Se il rinnovo è stato discusso per sei mesi e non è arrivato, la responsabilità è di entrambi le parti, quindi se la sbrigassero loro, io faccio un passo indietro. Già ho dovuto convincere 4, 5 calciatori che volevano andare via a restare qui, dobbiamo far capire che Napoli è una piazza di arrivo e non di passaggio. Con Kvara non ci sono riuscito e sono deluso per questo“.

Kvara, vai e vinci

A buon intenditor poche parole ma noi lo sappiamo, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Quindi, è inutile farsi il sangue amaro e sperare che alcuni cambino idea perché non in grado di analizzare le cose in modo oggettivo e razionale. A noi non resta che cercare di salvare il ‘soldato Khvicha‘ dal fango mediatico che gli è stato lanciato addosso e augurargli di diventare un vero campione e di vincere tanti trofei in Francia e in qualsiasi altro luogo le sue scelte professionali e la sua carriera calcistica lo porteranno a giocare.



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