corruzione, truffa e maltrattamenti animali al centro dell’inchiesta della Guardia di Finanza – Telemia

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Un’operazione coordinata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro e condotta dal Comando provinciale della Guardia di Finanza ha portato all’esecuzione di misure cautelari nei confronti di 12 persone, tra cui esponenti di spicco dell’Università Magna Graecia e dirigenti dell’Azienda sanitaria provinciale (Asp) di Catanzaro. L’inchiesta, che ha fatto emergere un collaudato sistema di corruzione e maltrattamenti animali, ha portato anche al sequestro preventivo di due laboratori scientifici dell’ateneo e a misure interdittive.

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Tra gli indagati spicca il nome dell’ex rettore Giovambattista De Sarro, attualmente agli arresti domiciliari. In totale, 11 indagati sono stati posti ai domiciliari, mentre un altro è stato sospeso dall’esercizio delle pubbliche funzioni per 12 mesi. Contestualmente, sono stati sequestrati due stabulari universitari, utilizzati per la sperimentazione animale, e una somma di 23.222,17 euro, ritenuta il provento di una truffa ai danni dello Stato.

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Un sistema illecito consolidato

Le indagini hanno messo in luce un sistema fraudolento basato su ispezioni pilotate condotte dai veterinari dell’Asp di Catanzaro presso i laboratori dell’Università Magna Graecia. Questi controlli, condizionati dai rapporti corruttivi tra i responsabili degli enti coinvolti, garantivano esiti positivi, nonostante le gravi carenze igienico-sanitarie dei laboratori. Questo meccanismo ha consentito di ottenere fondi pubblici per circa 2 milioni di euro, necessari per finanziare progetti di ricerca.

Violazioni nelle procedure di ricerca e maltrattamenti animali

Le attività sperimentali, che avrebbero dovuto rispettare rigide norme etiche e scientifiche, sono state svolte in condizioni precarie, con gravi violazioni delle norme sul benessere animale. Le indagini hanno rivelato l’esistenza di un allevamento abusivo di animali da laboratorio, utilizzati per esperimenti senza le necessarie autorizzazioni ministeriali. Tali pratiche non solo hanno causato maltrattamenti e uccisioni immotivate di animali, ma hanno anche compromesso l’affidabilità scientifica dei risultati ottenuti.

Favoritismi e concorsi truccati

Un ulteriore capitolo dell’inchiesta riguarda i rapporti corruttivi tra gli indagati, che si estendevano anche alle procedure concorsuali dell’Università. Tra gli episodi emersi, spicca la vittoria della figlia di un dirigente dell’Asp di Catanzaro in una graduatoria, frutto di irregolarità. Inoltre, un veterinario dell’Asp avrebbe ricevuto denaro e incarichi di docenza in cambio della sua complicità nelle ispezioni falsificate.

Un quadro allarmante

L’inchiesta non si limita ai 12 indagati sottoposti a misure cautelari, ma coinvolge anche altre 21 persone, alle quali sono state notificate informazioni di garanzia. Le accuse spaziano dall’associazione per delinquere alla corruzione, dalla truffa aggravata al maltrattamento e uccisione di animali.

Questa vicenda solleva gravi interrogativi sull’integrità delle istituzioni accademiche e sanitarie coinvolte, oltre che sull’efficacia dei controlli previsti per garantire il rispetto delle norme. La comunità scientifica e l’opinione pubblica attendono ora ulteriori sviluppi su una vicenda che getta ombre inquietanti sul mondo della ricerca.

redazione@telemia.it





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