Bruxelles – “Contate su di me! Contate sul Governo!”. E’ l’impegno del ministro degli Esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, alle 35 tra associazioni di categorie e imprese italiane che a Bruxelles hanno portato Connact,la piattaforma di eventi che favorisce il confronto tra soggetti privati e istituzioni attraverso momenti di incontro e networking. “Sono convinto che grazie allo straordinario lavoro delle nostre imprese di eccellenza, dei nostri eurodeputati, delle associazioni e di tutti i funzionari, il nostro Paese continuerà a svolgere il suo fondamentale ruolo nel progetto europeo“, continua Tajani nel messaggio inviato ai partecipanti. Il ministro non ha potuto presenziare per partecipare ai funerali di Luca Palmegiani, il giovane militante di Forza Italia venuto a mancare durante la convention di partito a Roccaraso.
L’evento, sottolinea Tajani, è quanto mai importante viste “le sfide geopolitiche, economiche e sociali che il nostro Paese e l’Unione europea si troveranno ad affrontare nei prossimi anni”. C’è un’agenda sostenibile da portare avanti, una competitività di rilanciare, il tutto in un contesto globale pieno di incognite tra conflitti in corso e guerre commerciali potenziali. “Per crescere nonostante un quadro internazionale complesso, alle imprese servono risposte certe e rapide, servono nuovi strumenti piuttosto che ostacoli”. Perciò, sottolinea, “la parola chiave dovrà essere sburocratizzare per evitare la desertificazione industriale del continente”. L’impegno del governo che arriva a Connact è rivolto in tal senso.
C’è anche un altro impegno che Tajani si assume a nome personale e della maggioranza, quello di un Green Deal a misura di impresa. “La decarbonizzazione non può essere raggiunta a scapito del tessuto produttivo e del benessere di famiglie e territori”. Quindi una conferma sull’azione di governo: “L’energia nucleare può conciliare la lotta al cambiamento climatico con le esigenze di crescita e innovazione, abbassando i costi troppo alti dell’energia”.
Oggi più che mai l’Italia può e deve ritagliarsi un ruolo da protagonista, e il ministro degli Esteri non si tira indietro. Anzi. “Il tema del rafforzamento del Sistema Italia guida da sempre la mia attività politica, come sanno i tanti amici e colleghi che partecipano ai lavori di oggi”. Ricorda il suo passato quasi trentennale a Bruxelles, da europarlamentare prima, poi da Vicepresidente della Commissione europea e poi ancora da Presidente del Parlamento europeo. Un percorso in cui “ho sempre lavorato per un’Italia protagonista in una Unione europea forte e coesa”.
Tajani vuole rilanciare il ‘capitale’ che rappresenta il sistema Italia. “Il nostro export vale già 626 miliardi, siamo la seconda economia al mondo per tipologia di beni esportati e la prima in Europa”. Numeri che possono crescere. “Ma possiamo fare di più e raggiungere presto i 700 miliardi di export”. In questo sforzo, continua, le imprese devono rimanere centrali. “Le imprese sono il cardine della nostra strategia di ‘Diplomazia della crescita’ e quest’anno ho voluto che la tradizionale Conferenza degli Ambasciatori avesse il suo fulcro a Milano proprio avvicinare ulteriormente il Ministero degli Esteri alle imprese, attraverso una formula innovativa di dialogo diretto con gli ambasciatori”.
L’iniziativa Connact, definita “importante”, riceve il plauso del titolare della Farnesina. “Questa prima edizione, favorendo un confronto aperto, all’alba della nuova legislatura europea, vuole contribuire a tracciare una rotta e sviluppare soluzioni comuni”. In tal senso “sSono convinto che grazie a tutti voi, allo straordinario lavoro delle nostre imprese di eccellenza, dei nostri eurodeputati, delle associazioni e di tutti i funzionari, il nostro Paese continuerà a svolgere il suo fondamentale ruolo nel progetto europeo”.
Per cui l’obiettivo è fare della prima edizione il punto di partenza. “Continuare a costruire relazioni e sinergie, attraverso piattaforme trasversali come Connact, permetterà di fare ulteriori passi avanti fornendo nuovi spunti e idee per il nostro Paese e per l’Unione europea”. Perché, conclude, “per un’Italia sempre più centrale occorre agire in maniera sinergica a tutti i livelli, a partite dai settori produttivi”.
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