7 morti negli scontri e 307 vittime dalle elezioni

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Il presidente eletto del Mozambico Daniel Chapo ha prestato giuramento, in una capitale blindata e isolata. Imponente il dispiegamento di forze di sicurezza per evitare proteste a Maputo. Il suo rivale, l’oppositore Venancio Mondlane, che rivendica la vittoria elettorale, ha chiesto ai suoi sostenitori di continuare a protestare, esortando a “paralizzare” il Paese.  Nella piazza dell’Indipendenza di Maputo, sotto stretta sorveglianza, Daniel Chapo, capo del Frelimo (Fronte di Liberazione del Mozambico), il partito che guida il paese dalla sua indipendenza dal Portogallo nel 1975, ha giurato di “adempiere fedelmente alla funzione di Presidente della Repubblica” per i prossimi cinque anni.   Ricordando la crisi attraversata dall’ex colonia portoghese dopo le elezioni di ottobre, il presidente uscente Filipe Nyusi, che non ha potuto ricandidarsi, ha chiesto la riconciliazione. “Il Mozambico ha bisogno di pace e riconciliazione nazionale”, ha affermato nel suo ultimo discorso da capo dello Stato.  

Dopo quasi tre mesi di violente rivolte, accompagnate da scioperi, blocchi, incendi e atti vandalici, la prima missione del 48 enne Chapo, è quella di trovare una via d’uscita alla crisi. L’opposizione della Renamo (Resistenza Nazionale Mozambicana), partito conservatore che si oppose alla Frelimo in una guerra durata dal 1977 al 1992,  ha sostenuto Venancio Mondlane, e rivendica l’effettiva vittoria,  denunciando un’elezione “rubata”, ma la vittoria di Chapo e del Frelimo è stata confermata il mese scorso dalla corte suprema del Paese. L’assenza di molti leader stranieri all’inaugurazione è stata interpretata come un segnale forte. Anche se a Chapo è stato ufficialmente attribuito il 65% dei voti, nonostante le numerose irregolarità, dovrà avviare un’operazione di pubbliche relazioni per riportare la stabilità in patria e allacciare rapporti solidi con le nazioni vicine. 

 

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Daniel Chapo, Venancio Mondlane (rainews.it)

I due unici capi di stato presenti sono stati il presidente del Sudafrica, Cyril Ramaphosa, e quello della Guinea-Bissau Umaro Sissoco Embalo. Assente anche Paul Kagame: il presidente ruandese, i cui soldati prendono parte ai combattimenti contro i gruppi armati jihadisti nel nord del Mozambico, dove l’ENI ha una presenza importante  a Cabo Delgado, ha mandato in sua rappresentanza il primo ministro Édouard Ngirente. Il Portogallo, ex potenza coloniale, ha inviato il suo ministro degli Esteri: Lisbona ha affermato che “nelle attuali circostanze” si trattava della “rappresentanza appropriata”.  

Per uscire dall’impasse, Chapo, consigliato dall’ex presidente Joaquim Chissano, potrebbe annunciare una sorta di commissione o gruppo di lavoro per valutare le riforme, in modo da guadagnare tempo. Potrebbe anche includere nel suo governo, che dovrebbe essere annunciato entro la fine della settimana, diversi ministri dell’opposizione e della società civile. Il leader numero uno dell’opposizione, Venancio Mondlane, ha indetto delle manifestazioni questa settimana, minacciando di prolungarle a lungo. Secondo la Ong locale Plataforma Decide, gli ultimi scontri con le forze di sicurezza avvenuti lunedì nel centro e nel nord del Paese hanno causato sei morti.

Le manifestazioni di protesta di oggi invece hanno causato almeno sette morti. Le sette vittime sono state uccise sia nella capitale Maputo che nella regione di Nampula, al nord, portando il bilancio delle vittime dalle elezioni del 9 ottobre a 307, secondo l’organizzazione non governativa per i diritti umani mozambicana, Plataforma Decide. Alla vigilia dell’insediamento di Chapo, Venancio Mondlane, leader del partito Renamo, all’opposizione, ha minacciato di “paralizzare” il nuovo governo con manifestazioni quotidiane, facendo seguito ai suoi precedenti appelli per uno sciopero nazionale. Mondlane,  supportato dall’elettorato più giovane disilluso dalle condizioni di povertà e di corruzione politica del Paese, sostiene che le elezioni del 9 ottobre siano state truccate a favore del partito di Chapo, il Frelimo.  “Questo regime non vuole la pace”, ha detto Mondlane in un discorso su Facebook martedì, aggiungendo che questa settimana il suo team di comunicazione è stato accolto da spari nelle strade.

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Il candidato indipendente alla presidenza del Mozambico Venancio Mondlane parla durante un'intervista a Maputo, 11 ottobre 2024

Il candidato indipendente alla presidenza del Mozambico Venancio Mondlane parla durante un’intervista a Maputo, 11 ottobre 2024 (Reuters)



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