SIP, la nuova frontiera di State Street Bank tra mercati privati e tecnologia

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Per Denis Dollaku, country head Italia della società, l’integrazione degli alternativi farà da volano alla fund distribution. Non senza l’apporto di AI e blockchain. Dai costi alle nuove strategie, ecco come cambierà il Soggetto Incaricato dei Pagamenti  

Denis Dollaku, country head Italia e head of Business di State Street Bank International
Denis Dollaku, country head Italia e head of Business di State Street Bank International

Anche nel 2024 il mercato italiano dei fondi comuni ha confermato le sua caratteristiche storiche, a partire da un forte tasso di penetrazione dei prodotti esteri. Eppure, tra le figure dell’industria che più di tutte si prepara a vivere un’intensa stagione di trasformazione c’è proprio quella che fonda il proprio business su questo aspetto: il Soggetto Incaricato dei Pagamenti. Ne è convinto Denis Dollaku, country head Italia e head of Business di State Street Bank International, secondo cui tra i diversi driver che guideranno la fund distribution ci sono anche mercati privati e tecnologia. La redazione di FocusRisparmio lo ha raggiunto per approfondire la sua view su futuro di questa attività.

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Il 2023 si era aperto con un rallentamento nella registrazione dei fondi esteri in Italia, figlio anche di fattori come l’inflazione e la concorrenza dell’amministrato. Come è andato il 2024?

Il mercato dei fondi esteri in Italia continua a rimanere solido, con tassi di crescita che si confermano a doppia cifra da oltre 15 anni: dal 16,6% del 2010 la loro incidenza è andata progressivamente crescendo al 53,8% del 2023, seppur in flessione rispetto al picco del 61% del 2022. E anche nel corso dell’ultima parte dell’anno le società di gestione europee hanno visto una ripresa, con il calo dei tassi che ha fatto tornare i flussi di investimento verso i prodotti attivi. Se è vero quindi che si è trattato di un rallentamento circostanziale da imputare principalmente ad inflazione e aumento del costo del denaro, che hanno creato condizioni sfavorevoli alla raccolta, bisognerà capire come alcune tendenze di lungo periodo possano avere un impatto sui volumi. La capacità di differenziazione dei distributori potrà ad esempio influire sull’attuale modello ad architettura aperta, alimentando un circolo virtuoso per accrescere la capacità di offrire consulenza in risposta alle diverse esigenze di mercato.

Di certo c’è che il tasso di penetrazione dei fondi esteri in Italia è tra i più alti d’Europa, con quasi 250 miliardi di euro in AuM su un totale di 546 miliardi. Lo ha evidenziato anche l’ultimo Osservatorio Sottoscrittori di Assogestioni. Come interpreta questo dato?

Si tratta di una fotografia che testimonia quanto il mercato tricolore sia aperto e competitivo. D’altro canto, impone anche di riflettere sull’altra caratteristica che emerge dallo studio dell’associazione: la polarizzazione dei canali distributivi, con i fondi esteri che viaggiano principalmente sul binario delle reti o dei private banker e quelli italiani collocati quasi sempre tramite sportello. Se da un lato questa dicotomia suggerisce di creare maggiori sinergie, soprattutto allo scopo di intercettare le richieste di un pubblico più sofisticato, non si può disconoscere che proprio in questa peculiare segmentazione risieda il valore aggiunto del nostro sistema. Clientela mass market o affluent e risparmiatori esigenti hanno infatti bisogni diversi di fronte ai quali una profilazione binaria dell’offerta risulta naturale. Nell’erogazione dei nostri servizi lo osserviamo chiaramente, così come riscontriamo un fenomeno controcorrente: la volontà di sviluppare competenze in tutti gli ambiti nei quali investitori privati e corporate possono richiedere consulenza finanziaria. Si tratta di uno sforzo per creare sinergie tra le diverse aree di business, denotando il riconoscimento della specializzazione come fonte di valore.

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In un momento come quello attuale, in cui la diversificazione conferisce appeal ai prodotti, quanto i fondi esteri possono conquistare gli investitori al dettaglio? Peserà in negativo, invece, la  minore componente obbligazionaria?

L’identikit che risulta dall’ultima indagine della Consob sul risparmio amministrato dagli intermediari bancari per conto della clientela retail è quella di un risparmiatore prudente, che tende ad allocare i suoi soldi prevalentemente nei fondi comuni d’investimento e nei titoli di Stato. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il cliente finale si muove seguendo i consigli della sua banca. Tuttavia, sei tassi di interesse diminuiranno come previsto, non è da escludere che gli investitori si spingano comunque alla ricerca dei rendimenti più elevati. Un altro fattore che potrebbe agire da driver di crescita per i fondi esteri è rappresentato dai mercati privati. Nonostante la politica monetaria abbia creato un contesto difficile per questa asset class, i dati di raccolta di PitchBook suggeriscono infatti che il 2025 possa essere un anno record per il private equity europeo, con un aumento del 20% rispetto al 2023 se si annualizzano i primi nove mesi. Ecco perché State Street Bank continua a rafforzare la propria offerta per supportare i prodotti della categoria nel soddisfare le esigenze dei propri clienti. In questo ambito forniamo un significativo valore aggiunto tramite l’integrazione nella filiera della nostra soluzione CRD Private Market (ex Mercatus), che fornisce una piattaforma di front office e gestione dati.

Come evolverà il modello di servizio SIP e in che modo state agendo per interpretare tali cambiamenti?

L’evoluzione del business, guidata dal mercato, si è spinta verso un modello scalabile di supporto alla rete distributiva e ciò si è concretizzato in un ampliamento della catena del valore verso le attività amministrative e preparatorie. In tale contesto, il servizio di supporto al collocamento dei prodotti è da considerarsi in ottica sempre più unitaria tra fondi esteri e fondi italiani, con una maggiore focalizzazione da parte dei vari attori della filiera sulle proprie attività core. Da diversi anni si registra anche una crescente tendenza all’erogazione di modelli di SIP in outsourcing, rivolti a operatori interessati a valutare o riconsiderare in chiave strategica le funzioni di Soggetto Incaricato dei Pagamenti all’interno della propria filiera operativa e di business. State Street è tra i precursori e leading player anche in questo ambito. Il nostro catalogo di prodotti è in continuo arricchimento in termini di funzionalità per la generazione di ordini basata su una molteplicità di algoritmi e regole predeterminate. Tali elementi sono alle base di servizi per piani di investimento o disinvestimento complessi e switch programmati, contribuendo a un maggiore efficientamento dei processi. Non solo: supportiamo modalità di distribuzione mutuate da modelli di investimento in titoli, consolidiamo performance, gestiamo piani di accumulo a data variabile, eroghiamo i cosiddetti premi fedeltà, solo per citare alcune componenti distintive che supportiamo coerentemente con il modello core e le best practice dei nostri clienti e soggetti distributori.

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Quale peso avranno le piattaforme di distribuzione e la blockchain?

Il business istituzionale ha espresso esigenze tali da avvicinare il mondo dei fondi a quello degli strumenti finanziari e ha così trovato una sintesi nell’offerta proposta dalle piattaforme europee. Anche la blockchain aprirà nuovi modelli nel mondo della distribuzione, non solo nell’ambito della tokenizzazione dei fondi ma anche per la semplificazione di alcuni processi critici come quello dei trasferimenti. Grazie al decreto che disciplina il Comitato FinTech, istituito presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze per lo svolgimento della sperimentazione in Italia di attività di tecno-finanza, è stata messa a disposizione una sandbox regolamentare. Si tratta di uno spazio protetto dedicato alla sperimentazione digitale nei settori bancario, finanziario e assicurativo che permette di testare soluzioni innovative di cui potrà beneficiare l’intero mercato. State Street sta seguendo e partecipando attivamente alle diverse iniziative, perseguendo continuamente obiettivi di maggiore efficienza dei processi operativi inerenti al business dei fondi.

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Quali trend vede, invece, su un orizzonte di medio-lungo periodo?

Integrazione degli investimenti alternativi in un’unica filiera, data insights, facilitazione delle relazioni operative o contrattuali tra distributori e case prodotto. Anche se resta forte e centrale la valenza distintiva delle soluzioni core di Soggetto Incaricato dei Pagamenti, tutti questi elementi rappresentano il focus dei nostri sviluppi intorno all’ecosistema della funds distribution. Siamo coinvolti in progetti significativi e iniziative strategiche finalizzate a sfruttare l’implementazione della strategia Alpha per migliorare l’esperienza dei clienti italiani, abilitando una piattaforma di servizio che colleghi il front office con il middle e il back. Una soluzione che consenta insomma di standardizzare i dati e connettere i sistemi lungo tutto il ciclo di vita degli investimenti, in modo da migliorare la user experience.

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La crescente attenzione degli investitori verso i costi dei fondi attivi può influire su una maggior raccolta da parte degli ETF e questo trend può rappresentare un’opportunità per i gestori tradizionali europei che, con la collaborazione di State Street Global Advisors, possono creare soluzioni ‘chiavi in mano’ anche in questo ambito. Stiamo inoltre esplorando opportunità a supporto degli asset digitali dei clienti, perché crediamo che la tokenizzazione degli attivi e l’uso della blockchain offrano un potenziale di crescita interessante per il nostro settore. Da qui l’interesse per l’intelligenza artificiale ma anche l’adozione di un approccio olistico per comprendere la situazione ed il suo percorso evolutivo più probabile. La nostra strategia in tutti questi ambiti si concentra sull’impiego di nuove capacità per offrire servizi di investimento digitale, evolvendo e difendendo il nostro modello di business.

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