Quando scatta il fermo amministrativo 2025, l’importo minimo del debito

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Quando scatta il fermo amministrativo nel 2025? Il debito per portare alla misura cautelare deve avere un importo minimo? I dubbi e le perplessità dei contribuenti riguardo al fermo auto sono molteplici, anche perché il timore di vedersi bloccare dalla circolazione il veicolo a causa del mancato pagamento di tasse o imposte comporta anche conseguenze che possono andare a intaccare sia la vita privata, sia quella lavorativa.

Questa preoccupazione deve assillare anche il contribuente che ha contratto piccoli debiti? La normativa di riferimento, attualmente, non prevede un importo minimo del debito per l’applicazione del fermo amministrativo e proprio per questo motivo è necessario comprendere come e quando si corre questo rischio. In quali casi l’Agenzia delle Entrate Riscossione applica il fermo auto?

Molti contribuenti, probabilmente, ricordano le regole messe in atto quando a gestire la riscossione era Equitalia spa, l’agente di riscossione che operava prima che dell’entrata in vigore dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. In precedenza, infatti, erano previste soglie minime per l’applicazione del fermo auto. Il cambio della guardia in ambito riscossione, però, ha portato modifiche anche nell’ambito di applicazione del fermo amministrativo portando a considerare superate le soglie minimo di debito previste da Equitalia.

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Per scattare ipoteca e pignoramento ci sono specifici limiti del debito al sotto dei quali l’esecuzione non scatta:

  • il minimo del debito è di 20.000 euro per l’ipoteca;
  • debito minimo di 120.000 euro per il pignoramento immobiliare.

Per il fermo amministrativo questo limite non è stato previsto dal legislatore. In questo caso, quindi, come si opera in presenza di debiti dall’importo molto basso?

I limiti del fermo amministrativo ai tempi di Equitalia

Quando l’agente di riscossione era Equitalia Spa era prevista una direttiva come atto interno della società, che non aveva, quindi, valore di legge, che prevedeva:

  • nessun fermo auto per debiti sotto gli 800 euro;
  • per debiti tra 800 e 2.000 euro poteva scattare il fermo amministrativo su massimo un veicolo;
  • per debiti tra 2.000 e 10.000 euro, invece, il fermo poteva coinvolgere fino a 10 veicoli.

Come abbiamo già accennato, però, la regola in questione è stata considerata superata dall’Agenzia delle Entrate Riscossione. Come opera oggi il fermo amministrativo?

Le sentenze sull’importo minimo del fermo auto

A colmare le lacune legislative ha tentato di intervenire la Corte di Cassazione con sentenze che, inizialmente, hanno avuto lo scopo di annullare fermi amministrativi che avevano una sproporzione tra il debito e il valore del veicolo.

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Di recente, però la Suprema Corte ha cambiato orientamento affermando che il fermo amministrativo si può applicare, sempre, indipendentemente dall’importo del debito. Questo è facilmente spiegabile visto che si tratta di una misura volta a spingere il debitore a saldare il dovuto, anche in presenza di importi bassi.

Il fermo amministrativo non ha limiti di debito e può scattare anche in presenza di importi modesti. La Corte di Cassazione ha sottolineato che l’agente di riscossione può procedere all’applicazione di tale misura senza basarsi sull’ammontare del debito.

Quando scatta il fermo amministrativo?

Per poter essere applicato il fermo auto è necessario che l’agente di riscossione proceda all’invio di una cartella esattoriale e, in seguito, di una notifica di pagamento. La notifica concede al debitore un determinato periodo di tempo (che arriva fino a 120 giorni) per saldare le somme dovute e solo se entro questo periodo l’importo non viene versato arriva il preavviso di fermo.

Per poter essere valido il fermo sono necessari, quindi, due passaggi:

  • il contribuente deve ricevere la notifica della cartella esattoriale;
  • 30 giorni prima del fermo, deve ricevere un preavviso di fermo amministrativo, passaggio che consente al contribuente di avere a disposizione ulteriori 30 giorni per pagare il debito o chiedere una dilazione dello stesso.
Fermo amministrativo auto: in quali casi si può circolare?

Fermo amministrativo illegittimo

Può capitare che venga disposto dall’Agenzia delle Entrate Riscossione anche un fermo amministrativo illegittimo. Da considerare che il fermo amministrativo, al contrario di pignoramento e ipoteca, non è un atto esecutivo, ma inflittivo: serve a mettere pressione sul debitore affinché paghi il dovuto, visto che finché non versa le somme in questione è posto nell’impossibilità di circolare con la propria automobile.

In quali casi il fermo amministrativo è illegittimo? Un caso è rappresentato dal fermo amministrativo posto sull’unica auto del nucleo familiare, quella con cui il contribuente si reca al lavoro. La Commissione Tributaria di Milano con una sentenza del 2014 ha precisa che è illegittimo

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Quando il fermo amministrativo iscritto dalla società di riscossione, abbia ad oggetto un veicolo che viene adoperato dal contribuente per recarsi al lavoro e quest’ultimo non abbia altri mezzi di locomozione, l’autovettura oggetto del provvedimento amministrativo deve essere considerata, a tutti gli effetti, bene strumentale e indispensabile per lo svolgimento dell’attività lavorativa.

Il fermo amministrativo è considerato illegittimo anche qualora sia iscritto per l’auto destinata al trasporto di persone disabili. Le ipotesi che possono capitare sono due:

  • auto acquistata con le agevolazioni fiscali della legge 104: il mezzo non può essere oggetto di fermo amministrativo;
  • auto acquistata da persona perfettamente sana che, dopo l’acquisto, è divenuta disabile: il fermo amministrativo non può essere previsto neanche in questo caso (e neanche se l’auto è intestata a un familiare ma serve per il trasporto del disabile).



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