la contestazione e l’impassibilità del club. Il passo indietro del Catanzaro

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Due pareggi amari ieri pomeriggio per Catanzaro e Cosenza rispettivamente contro Sudtirol e Mantova. Con un successo la squadra giallorossa (pesa il rigore sbagliato da Iemmello) avrebbe agganciato il quinto posto in classifica, mentre i Lupi, raggiunti dai lombardi dopo essere stati in vantaggio di due gol, non sarebbero più ultimi.

Cosenza: la contestazione e l’immancabile silenzio del club

Lo diciamo praticamente dall’inizio del torneo e non smetteremo di farlo adesso: Massimiliano Alvini e i suoi ragazzi meritano applausi e rispetto massimo per l’attaccamento alla maglia e la disponibilità al sacrificio messi in mostra da agosto ad oggi. Lo meritano anche di fronte agli errori marchiani e sistematici prodotti in special modo da dicembre ad oggi, lacune tecniche che hanno fatto perdere per strada punti essenziali per quello che è l’unico obiettivo possibile che questo Cosenza calcio, capitanato con silenzioso e altezzoso distacco dall’imprenditore lametino Eugenio Guarascio, ha sempre dimostrato di potersi permettere nella serie cadetta: una sofferta e disperata salvezza.
Nella sfida di ieri contro il Mantova, dopo il doppio vantaggio rossoblù, una marcatura soft nell’occasione del primo gol dei lombardi e una follia, l’ennesima, di Kouan nel 2-2 di Mancuso, hanno buttato alle ortiche una prestazione nel complesso non del tutto negativa. Insomma, un discorso ormai vecchio, ripetitivo, stancante, che non serve più a molto. A questo punto della stagione, con una situazione di classifica preoccupante e quattro punti di penalizzazione sul groppone, la società silana avrebbe dovuto farsi trovare pronta mettendo immediatamente a disposizione del suo allenatore elementi di qualità in grado di provare a capovolgere un destino che sembrerebbe già scritto. Invece, com’era prevedibile, tutto è rimasto più o meno com’era. L’unico volto nuovo visto in campo nel piovoso e freddo pomeriggio del “Marulla”, tra l’altro andato subito in gol, è stato Gabriele Artistico.
Se da qui al 3 febbraio, giorno della chiusura del mercato, arriveranno altri elementi in grado di innalzare il tasso tecnico della rosa, non è dato sapere, così come al momento le voci di un cambio di proprietà restano tali. Ciò che è certo, è che la distanza che la dirigenza ha messo tra sé e quella che dovrebbe essere la sua gente è ormai incolmabile e la contestazione a fine gara all’interno (con tanto di cori e striscione “Guarascio vattene“) e all’esterno dello stadio, degli ultrà della curva Nord, lo conferma.

Crema: Aldo Florenzi contro il Mantova ha disputato una delle sue migliori partite da quando veste la maglia rossoblù. Lo ha fatto su un terreno pesante, non adatto alle sue caratteristiche. Dispiace che la sua prestazione sia stata macchiata dall’ennesimo risultato negativo di una squadra che evidentemente più di così proprio non può fare. Bene anche Artistico, non tanto per il battesimo con gol, ma per l’impegno mostrato dal primo all’ultimo minuto.
Amarezza: lo abbiamo già scritto sopra, le lacune e gli errori dei singoli continuano a penalizzare oltremisura una squadra che corre, suda la maglia e mette in campo tutto quel che ha. Ma l’amarezza più grande arriva sempre dall’alto, da chi gestisce da oltre 13 anni il Cosenza calcio senza uno stralcio di progetto e una visione ampia. Un ciclo lunghissimo che mostra in modo evidente i segni del tempo trascorso e che sembra essere terminato da un pezzo. Lo hanno compreso tutti in città, tranne chi continua a muovere, malissimo, i fili del discorso. (Francesco Veltri)

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Il passo indietro del Catanzaro

La ripresa dopo la sosta rappresenta sempre un’incognita. Lo smalto sarà rimasto lo stesso? Le condizioni saranno tali da garantire di proseguire la corsa? Nel caso del Catanzaro tutti interrogativi che, al momento, non trovano risposta. A Bolzano contro il Sudtirol i giallorossi si sono resi protagonisti di una prova opaca. Non un Catanzaro brillante come lo era stato in tante uscite di fine 2024, non è stata neanche una squadra particolarmente lucida né degnamente affamata.
Il botta e risposta iniziale con l’immediato pareggio dei padroni di casa, dopo il gol in avvio di Bonini, ha dato fiducia alla squadra di Castori che nel primo tempo ha gestito i ritmi della manovra e non ha permesso al Catanzaro di fare il suo gioco. Pigliacelli è stato spesso costretto al rinvio lungo, Pittarello ha fatto un gran lavoro di sacrificio, ma palloni giocabili in avanti ne sono arrivati pochi. Uno è capitato tra i piedi di Brignola, il cui diagonale è finito fuori di poco. Un altro su quelli di D’Alessandro nei minuti finali, ma la mira è da rivedere. La vera occasionissima è stato il rigore calciato fuori da Iemmello a fine primo tempo.
Ha pesato, e tanto, l’assenza di Petriccione per squalifica. In mezzo al campo i giallorossi non hanno brillato, Pagano è un oggetto ancora misterioso e le condizioni non al top di Coulibaly (schierato solo nel secondo tempo) e Koutsoupias non hanno permesso a Caserta di cambiare, come avrebbe voluto, volto alla partita. Anche Compagnon è a mezzo servizio ed è entrato solo a 15’ dalla fine per provare a spaccare la partita, ma è uscito nel recupero visibilmente dolorante. Ne è venuto fuori un pareggio brutto, una gara sporca.

Crema: la giornata di grazia di Pigliacelli che almeno in un paio di circostanze ha tolto le castagne del fuoco al Catanzaro sventando pericolose minacce. Sul gol subito, la deviazione di Scognamillo lo ha chiamato completamente fuori causa. Da segnalare poi che con il pari di Bolzano il Catanzaro ottiene il nono risultato utile consecutivo in trasferta dove non perde dal 28 agosto, 2-0 in casa del Cesena. Da allora, lontano dal Ceravolo, sono arrivati 8 pareggi ed una vittoria, quella in casa del Palermo.
Amarezza: quel rigore del capitano in chiusura di prima frazione poteva cambiare davvero volto alla partita. Il suo destro finisce alto sopra la traversa permettendo al Sudtirol di andare a riposo sull’1-1 con uno spirito decisamente più positivo rispetto al Catanzaro. L’episodio avrebbe certamente cambiato l’inerzia della gara in favore delle aquile. Altra tegola quella che riguarda le condizioni di Compagnon, uscito dopo appena 18 minuti dal suo ingresso in campo. Il calciatore si è accasciato a terra senza nessun contrasto e ha chiesto il cambio. (Stefania Scarfò)

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