Svolta per la banca guidata da Carlo Messina. Una mossa che potrebbe contagiare tutto il sistema bancario italiano: è la prima volta che un istituto di credito italiano acquista criptovalute
Svolta per il settore bancario italiano: Intesa Sanpaolo, la principale banca del Paese, ha ufficialmente fatto il suo ingresso nel mercato delle criptovalute. Lunedì 13 gennaio, la notizia ha iniziato a circolare sui social grazie allo screenshot di una mail interna firmata da Niccolò Bardoscia, Head of Digital Assets Trading & Investments della banca. Nella comunicazione, Bardoscia ha annunciato il completamento del primo trade su Bitcoin, per un valore di un milione di dollari corrispondente a 11 Bitcoin. “Con la speranza che sia solo l’inizio”, ha scritto il dirigente. La conferma è arrivata direttamente a Milano Finanza da fonti ufficiali di Intesa Sanpaolo. Questo evento rappresenta un primato non solo per la banca guidata da Carlo Messina, ma per tutto il sistema bancario italiano: è la prima volta che un istituto di credito italiano acquista criptovalute.
L’entrata in vigore del MiCAR, il regolamento europeo dedicato alle cripto-attività
Questo passo potrebbe indicare un cambio di atteggiamento verso le criptovalute da parte delle autorità regolatorie italiane. La notizia arriva a pochi giorni dall’entrata in vigore della MiCAR, il regolamento europeo dedicato alle cripto-attività, che mira a creare un quadro normativo chiaro e armonizzato per il settore. Inoltre, il contesto internazionale potrebbe giocare un ruolo decisivo: il 20 gennaio, Donald Trump tornerà alla Casa Bianca con l’intento dichiarato di trasformare gli Stati Uniti nella capitale mondiale delle criptovalute. In Italia, l’approccio alle criptovalute si intreccia anche con la politica. Come fa notare Milano Finanza, rapporti personali tra il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ed Elon Musk, noto sostenitore del settore cripto, potrebbero aver influenzato indirettamente il nuovo corso. Solo pochi mesi fa, il governo aveva proposto un aumento della tassazione sulle plusvalenze da criptovalute dal 26% al 42%. Tuttavia, grazie all’opposizione di un gruppo di parlamentari, la misura è stata rimandata al 2026 e l’aliquota massima prevista è scesa al 33%. Non è escluso che alla fine si mantenga l’attuale 26%, equiparandola alle plusvalenze azionarie.
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Un mercato in crescita tra i risparmiatori Italiani
L’ingresso di Intesa Sanpaolo nel mondo cripto potrebbe stimolare l’interesse di molti risparmiatori italiani, tradizionalmente più conservatori. Secondo il Rapporto Fabi, a novembre 2024, circa 1,35 milioni di italiani possedevano criptovalute per un valore complessivo di 2,2 miliardi di euro. L’acquisto effettuato da Intesa Sanpaolo alle ore 11 di lunedì, quando il Bitcoin era quotato a 92.800 dollari, ha già registrato un incremento significativo, come spiega Milano Finanza: alle 22.40 dello stesso giorno, il valore era salito a 94.025 dollari. Sarà interessante osservare come evolverà il mercato e se altre istituzioni seguiranno l’esempio. Per ora, il messaggio è chiaro: le criptovalute non sono più una realtà marginale, ma stanno entrando a pieno titolo nel sistema finanziario tradizionale.
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