Energia e fondi Pnrr, Razza scommette sulla centralità della Sicilia e su FdI: “Indispensabile il nostro sostegno”

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Con l’inizio del nuovo anno, si profilano importanti novità per l’Europa, che avranno un impatto significativo anche sulla Sicilia, sempre più al centro delle dinamiche politiche ed economiche del Mediterraneo.

In questo scenario, Ruggero Razza, europarlamentare di Fratelli d’Italia, offre a ilSiciia.it un’analisi incisiva sui temi centrali dell’agenda europea: dalle sfide economiche alla sanità, dalla gestione dei flussi migratori al rilancio dell’industria. Ma il cuore del sua visione è la Sicilia, crocevia strategico tra Europa e Nord Africa, che si conferma protagonista nelle politiche energetiche, nei rapporti internazionali e nella gestione delle risorse europee. Uno sguardo che non si limita all’Europa ma che mette al centro l’Isola, ribadendone il ruolo chiave per il futuro dell’Italia e per le nuove sfide del continente.

L’inizio del nuovo anno porta con sé importanti novità anche in Europa. Cosa dobbiamo aspettarci? La politica europea sta vivendo un periodo di cambiamento, e ci sono molti sviluppi da monitorare.

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“Il 2025 sarà un anno importante. Non solo per le elezioni tedesche del prossimo febbraio, ma perché capiremo la direzione che prenderà la legislatura. Il Consiglio europeo ha una prevalenza di capi di governo a guida centrodestra, il Parlamento si appresta a decisioni nelle quali può emergere una maggioranza non condizionata dai socialisti e dai verdi. È un cambiamento forte, impresso dalla leadership italiana e dall’autorevolezza internazionale di Giorgia Meloni”.

Mario Draghi è stato incaricato dalla presidente della Commissione di redigere la relazione sul rilancio della competitività. Lei fa parte della Commissione per i Bilanci: quali sono le sue aspettative per la ripresa dei lavori?

“Per la prima metà dell’anno è attesa la riforma del bilancio dell’Unione europea. Nulla è scontato: l’Europa cresce troppo lentamente e sarà difficile reggere il confronto con le altre economie globali se non si investe sul nostro futuro. Con la sessione del bilancio, nella quale sarò relatore ombra per il mio gruppo, si dovrà definire anche il dibattito sul debito comune, perché ci sono spese strategiche, come quelle sulla sicurezza e sulla difesa, che vanno sostenute con regole nuove. Poi ci attenderà il confronto con la Commissione sul quadro pluriennale, nel quale si affronteranno pure le scelte sulle risorse di coesione: valgono un terzo del bilancio, per una Regione come la nostra sono fondamentali. Avremo il presidio forte di Raffaele Fitto, che governa questo portafoglio”.

Il ministro Urso, a nome dell’Italia ed assieme alla maggioranza degli Stati membri, cui in questi giorni si è aggiunta anche la Germania, chiede un intervento forte sull’industria dell’auto. Ci sarà o dobbiamo prepararci tutti a cambiare la nostra macchina?

“Il dossier è avocato da Ursula von der Leyen e il nostro impulso, come gruppo di Fratelli d’Italia, è di spingere la Commissione dall’ideologia al realismo, come sta facendo con ottimi risultati il governo italiano”.

Sempre l’Europa: che succederà con gli aumenti in bolletta per il gas, con la transizione energetica non doveva essere impedito?

bollette enel luce e gas“L’Europa ha scoperto di recente come sia complicato sentirsi un leader globale senza essere dotata di autonomia energetica e senza avere accesso diretto alle materie prime, comprese quelle rare. Il conflitto tra Russia e Ucraina ha mostrato il re ancora più nudo. In questo scenario il principale attore del vecchio continente è l’Italia: a noi si deve una tempestiva pianificazione grazie ai rapporti con i paesi del nord Africa, in modo particolare quelli della regione maghrebina. In questo non c’è solo la centralità italiana, ma quella siciliana perché da noi passano i più importanti investimenti dovuti ai buoni rapporti bilaterali con Algeria, Tunisia, Marocco e Libia”.

L’Italia è uno dei principali beneficiari del PNRR. Quali azioni intende intraprendere per garantire un utilizzo efficiente e trasparente dei fondi europei?

“Intanto mi lasci dire che, ad oggi, quella del PNRR è una scommessa vinta dal nostro governo. Non era scontato e i soliti uccelli del malaugurio andavano raccontando che avremmo fallito, che la Commissione non avrebbe apprezzato le scelte italiane. È accaduto il contrario. Quest’anno sarà decisivo, per la quantità di risorse che dovranno essere spese. Anche da noi, in Sicilia, siamo alla prova del nove: le amministrazioni destinatarie delle risorse vanno, però, costantemente sostenute e monitorate perché bisogna spendere bene e spendere tutto”.

Quali strategie intende promuovere l’Ue per affrontare le disuguaglianze sanitarie in Italia e tra gli Stati membri?

ospedale-tilt-corsiaL’accesso alle cure in modo eguale tra tutti i cittadini europei sarà il cuore del lavoro che dovrà svolgere la commissione ‘Sant’, nella quale coordino il gruppo parlamentare dei Conservatori. Noi abbiamo sostenuto la necessità di istituirla come commissione permanente, con poteri legislativi. L’ultima sessione di Strasburgo ha approvato la proposta e con il nuovo anno saranno più ampi i poteri della Commissione e sarà più forte la sua attività. Si affronteranno nel 2025 due temi, tra gli altri, che mi stanno a cuore: il Cancer plan e le politiche di prevenzione contro obesità e diabete”.

Con il crescente fenomeno della migrazione, come pensa di armonizzare le politiche europee su accoglienza e gestione dei flussi migratori?

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“La presidente della Commissione europea ha scritto agli Stati membri sostenendo che sull’immigrazione serve coraggio e capacità di scelte innovative, proprio sul modello italiano. In Parlamento c’è una maggioranza forte su questo punto, che si è mostrata anche nel corso della sessione di bilancio approvando emendamenti che chiedono di non essere sopraffatti dall’immigrazione clandestina. L’Italia ha registrato nel 2024 un enorme calo di sbarchi e, come riconosciuto dalla stampa internazionale, il grande risultato di aver bloccato oltre duecentomila arrivi. Questo ha consentito di salvare vite, perché anche il triste dato delle morti nel Mediterraneo ha visto una flessione rispetto al 2023. Ma non basta, perché ogni vita perduta è una sconfitta. Vanno sostenuti gli sforzi italiani di cooperazione paritaria, come il Piano Mattei, che può diventare un progetto europeo e accompagnare il nuovo piano sull’immigrazione e l’asilo”.

La mobilità passiva è uno dei principali problemi del sistema sanitario regionale, quali sono secondo lei le azioni che dovrebbe intraprendere la Regione?

Quest’anno, grazie alle decisioni lungimiranti del governo Meloni, la sanità siciliana riceverà un finanziamento che si avvicina alla cifra di undici miliardi di euro. C’è spazio per investimenti e l’urgenza di dare attuazione alla norma approvata dal Parlamento nazionale che consente a tutti, anche alle Regioni sotto piano di controllo della spesa, di superare i limiti delle tariffe quando è necessario farlo. È noto dal 20 dicembre dello scorso anno, mentre il tariffario era stato presentato dal governo Draghi”.

Il presidente Schifani, nelle sue recenti interviste, ha rivendicato i risultati del suo governo e ha parlato di un grande feeling con il presidente dell’Ars. In Fratelli d’Italia si registrano sensibilità diverse, qual è la sua opinione?

“Sarò diretto: un antico insegnamento dice che non bisogna fare agli altri quelli che non vorresti fatto a te. Lo riformulo: non sia fatto a Schifani quello che è stato fatto a chi lo ha preceduto, con sgambetti, slealtà e azioni di vera guerriglia parlamentare. La discontinuità, su questo fronte, si chiama Galvagno, un presidente di garanzia che accompagna l’agenda parlamentare senza contrastarla.

Quanto al mio partito, non penso ci siano differenti opinioni, ma avverto la necessità di fare emergere di più il profilo politico della nostra azione in Sicilia, partendo dal lavoro che svolgono gli assessori e il gruppo parlamentare, mantenendo un dialogo con le federazioni, i circoli e la base. Dobbiamo essere felici per ogni risultato raggiunto perché senza il governo Meloni, senza il sostegno di Fratelli d’Italia, in Sicilia tutto sarebbe stato molto più difficile, persino chiudere la finanziaria entro l’anno senza la revisione degli accordi sulla finanza pubblica”.

Ultima domanda: il tormentone dei rapporti tra Schifani e Musumeci. Entrambi parlano di rispetto istituzionale reciproco, ma a tratti non sembra così.

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“Stiamo ai fatti: mai la Sicilia, con riferimento alle competenze del ministro Musumeci, ha ricevuto più risorse e più attenzioni”.

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