Cercasi informatici, cuochi e artigiani esperti nell’arte orafa. A Roma mancano figure professionali come queste: mestieri ai quali difficilmente i giovani si avvicinano ma che, subito dopo gli studi, garantiscono un posto di lavoro. Da parte di aziende e imprese del settore, infatti, arriva la richiesta di formare ragazzi e ragazze con competenze specifiche in questi ambiti. Per questo Città Metropolitana ha lanciato la campagna “La scuola del fare”. Con manifesti su mezzi pubblici e metropolitane. Con l’obiettivo di far conoscere il più possibile i nuovi centri di formazione professionale della provincia: luoghi in cui le lezioni in aula si alternano con tirocini in ambito aziendale.
LE ISCRIZIONI
Gli open day sono già partiti in tutta la Regione. Sabato 18 si potranno visitare sette delle nove strutture di Roma. I termini delle iscrizioni coincidono con quelli per la scuola pubblica: dal 21 gennaio a lunedì 10 febbraio 2025 (la domanda va inviata online sulla piattaforma del ministero dell’Istruzione e del Merito). I corsi, infatti, si rivolgono a chi quest’anno frequenta l’ultimo anno della scuola media: ragazzi che nel 2025/2026 avranno dai 14 ai 18 anni. Tre o quattro anni la durata dei percorsi, al termine dei quali, dopo un esame, viene rilasciato un attestato di qualifica professionale riconosciuta a livello europeo. Ma è possibile anche continuare gli studi.Il principale obiettivo dei percorsi professionali, però, è l’inserimento nel mondo del lavoro. Grazie alla collaborazioni con enti e aziende.
LA RICHIESTA
Più di 2mila gli esperti in cybersecurity di cui ha bisogno la Leonardo. Per il settore alberghiero, invece, Bulgari è alla ricerca di giovani da assumere nel settore dell’hôtellerie (camerieri di sala, barman, cuochi). Ma non solo: Ama ha bisogno di operatori meccatronici. E poi ci sono le imprese che cercano figure come acconciatore ed estetista.
A Roma i centri di formazione professionale sono 9, più due di Città Metropolitana. Altri 6, invece, sono distribuiti sul territorio regionale, da Civitavecchia a Marino. Ma diversi sono i progetti che potrebbero aprire a breve. Tra questi, il laboratorio di alta gioielleria che sarà allestito in zona Eur. Si sta già lavorando alla costruzione del laboratorio e alla’allestimento dei macchinari. Appena sarà pronto, partiranno le iscrizioni. Questa volta, probabilmente, in primavera.
Ma se aumenta l’offerta è anche perché cresce la domanda: per i corsi in cybersecurity sviluppati in collaborazione con la Leonardo, lo scorso anno si è registrato un +20% di iscrizioni rispetto a quello precedente. Una tendenza che sembra essere confermata, però anche in altri settori. Nell’ambito hôtellerie, in collaborazione con Bulgari, in quest’anno accademico sono già nate tre classi.
Non ci sono, infatti, un numero di posti limitati in partenza. L’organizzazione delle classi dipenderà dal numero di studenti che faranno richiesta per l’iscrizione. Una grande opportunità, per i giovani romani, anche perché i corsi sono completamente gratuiti e finanziati con fondi pubblici regionali.
GLI INVESTIMENTI
«Quest’anno, per rendere ancora più appetibili i nostri centri di formazione professionale, abbiamo stanziato 9 milioni di euro per mettere in sicurezza gli edifici che li ospitano, che versavano in condizioni disastrose», spiega Daniele Parrucci, delegato alla formazione professionale di Città Metropolitana, che annuncia: «stiamo collaborando e interloquendo anche con altre realtà di caratura internazionale per aprire altri due o tre centri di formazione professionale a Roma: un settore sul quale la città vuole investire perché è un modello vincente per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro».
Meno disoccupazione, quindi, e più attenzione a quella fascia d’età in cui ragazzi e ragazze, se non riescono a trovare la loro strada, rischiano di perdersi e diventare dei Neet (dall’inglese Not in Education, Employment or Training, ovvero: persone che non studiano, non lavorano e non frequentano corsi di formazione).
Quella dei centri di formazione professionale, quindi, è una formula che fa incrociare domanda e offerta, punta all’inserimento dei ragazzi nel mondo del lavoro e «crea una collaborazione positiva tra pubblico e privato», aggiunge Parrucci. «In questo modo, infatti, la formazione pubblica diventa attrattiva per gli studenti, e il privato ne beneficia perché riesce a trovare le figure professionali di cui aveva bisogno, e lo fa in tempi brevi».
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