Corrado Matera, battaglia per il tribunale di Sala

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«Una battaglia di giustizia e legalità che non si è mai fermata». Parla così il consigliere regionale di Popolari e Moderati in merito alla riapertura del tribunale di Sala Consilina. «Le notizie relative ad iniziative del Governo volte a riaprire alcune delle sedi giudiziarie soppresse rappresentano, se confermate, un segnale importante per il ripristino della legalità nei territori più svantaggiati del nostro Paese. Si tratta di problematiche complesse, ma come sempre fatto negli ultimi anni rinnoviamo con forza il nostro impegno verso la riapertura del Tribunale di Sala Consilina – ha aggiunto l’onorevole Matera – Come ho rappresentato in tutte le sedi e come esplicitato nella mia proposta di legge approvata in Consiglio Regionale all’unanimità, a seguito di puntuali audizioni, il trasferimento del Tribunale di Sala Consilina è stato, sin dall’inizio, una scelta profondamente inopportuna. Questa decisione non solo ha penalizzato la nostra comunità, ma ha anche creato un pericoloso vuoto istituzionale, consegnando il territorio a maggiori rischi di criminalità e aumentando i disagi per i cittadini che necessitano di accesso alla giustizia». Il consigliere regionale Matera ribadisce che il tribunale di Sala Consilina deve essere trattato con criteri specifici e mirati: deroga per le aree interne, che necessitano di presidi di legalità per evitare lo spopolamento e garantire servizi essenziali ai cittadini; contrastare la criminalità, una sfida che richiede una presenza forte e stabile dello Stato; un caso unico e strategico, per il fatto che il Tribunale di Sala Consilina è stato trasferito fuori regione, causando problematiche operative senza precedenti. Di recente, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro ha annunciato la presentazione di un disegno di legge per la riapertura di alcune sedi giudiziarie, «un passo avanti significativo. Anche se in una prima fase sembra che sarà data priorità a criteri “numerici” relativi alla popolazione residente nelle sedi soppresse, ci auguriamo che si possa finalmente recepire anche quanto da anni sosteniamo per Sala Consilina: le aree interne, la sicurezza e l’unicità del caso devono essere elementi cardine per ogni decisione», ha detto Matera.

Cosa è stato fatto per il ripristino del Tribunale di Sala Consilina?

«Ho compiuto ogni azione rientrante nelle mie competenze per sostenere il ripristino del Tribunale di Sala Consilina, aprendo così dopo dieci anni un dibattito sull’argomento. Ho presentato una proposta di legge rivolta alle Camere, successivamente approvata dal Consiglio Regionale con l’impegno di spesa a carico della Regione. Attraverso audizioni mirate, ho sottolineato l’incoerenza legislativa della riforma del 2012, evidenziandone contraddizioni ed effetti negativi sul territorio. Ho inoltre informato tutti i parlamentari, sollecitandoli a sostenere questa battaglia e ho partecipato, insieme al Presidente del Consiglio Regionale On. Oliviero, a un’audizione della Commissione Giustizia per rappresentare le numerose criticità».

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Ha sostenuto con forza, anche in Consiglio Regionale, il ripristino del Tribunale di Sala Consilina?

«Certamente. Ho sempre ritenuto che la soppressione del Tribunale di Sala Consilina sia stata una profonda ingiustizia. Il trasferimento del Tribunale di Sala Consilina alla Regione Basilicata e alla relativa Corte d’Appello ha causato una frammentazione delle competenze giurisdizionali, con disfunzioni nell’accesso alla giustizia. Oggi un cittadino di Sala Consilina, per tutelare i propri diritti, è costretto a rivolgersi a tribunali in tre diverse regioni, con enormi disagi che minano il principio di prossimità della giustizia».

La Battaglia per il ripristino dei Tribunali soppressi (tra i quali Sala Consilina) è diventata una Battaglia Nazionale?

«Sì, diverse regioni hanno approvato nei rispettivi Consigli Regionali una deliberazione formale per richiedere al Parlamento la riapertura dei tribunali soppressi, evidenziandone così un vero e proprio problema Nazionale».

Qual è la situazione attuale in cui ci troviamo?

«È in fase di presentazione un disegno di legge finalizzato alla riapertura di alcune sedi giudiziarie soppresse. In una prima fase, sembrerebbe che la priorità dovrebbe essere attribuita ai criteri numerici relativi alla popolazione residente nelle aree interessate dalle soppressioni e ai tribunali abruzzesi colpiti dagli eventi sismici. Nello stesso disegno di legge dovrebbero (se confermati) essere indicati anche alcuni criteri posti a base della nostra battaglia».

Dal punto di vista numerico quanti abitanti conta il territorio che dovrebbe rientrare nell’ambito di competenza del Tribunale di Sala Consilina?

«Oltre ai territori già previsti, anche altri comuni hanno formalizzato la loro adesione all’istituendo Tribunale di Sala Consilina, portando la popolazione complessiva servita a superare i 100.000 abitanti».

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Guarda al futuro con ottimismo?

«La questione è estremamente complessa e articolata. Non è facile ripristinare un tribunale chiuso da 12 anni. E’ un processo molto complesso che richiede varie fasi: un impegno costante, un monitoraggio attento, una strategia ben definita. I criteri posti alla base della nostra battaglia sembrano (se confermati) essere stati recepiti, rafforzando così la possibilità di ottenere risultati concreti».

Perché ritiene che il Tribunale di Sala Consilina non dovesse essere soppresso?

«La Basilicata è riuscita attraverso sue argomentazioni ad ottenere il miglior risulta accorpando a Lagonegro il Tribunale di Sala Consilina. E’ del tutto pacifico che non solo sono stati più bravi ma hanno anche dimostrato una notevole credibilità politica. Dico questo perché alcuni criteri previsti dalla riforma del 2012 non sono stati assolutamente considerati. Ed infatti, il Tribunale di Sala Consilina, rispetto a quello di Lagonegro, si distingueva per dimensioni superiori, un carico di lavoro maggiore e una produttività tra le più alte d’Italia. Inoltre, l’immobile che lo ospitava era stato messo a disposizione dal Comune di Sala Consilina. Ancora più grave è il contrasto evidente con la ratio della norma del 2012, che mirava a ottimizzare i costi e migliorare l’efficienza del sistema giudiziario».

La norma del 2012 nasce anche per contenere la spesa. Quanto sarebbe costato allo Stato il Tribunale di Sala Consilina?

«Per il Tribunale di Sala Consilina si prevedeva una spesa annua di circa 150.000 euro, mentre l’attivazione e la gestione del Tribunale di Lagonegro ha comportato costi di diversi milioni di euro. Una scelta non solo illogica, ma anche economicamente incomprensibile».

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«Sono abituato a portare avanti le battaglie, spesso in silenzio, fino all’ultimo respiro. È prevista la presentazione di un disegno di legge che darà al Ministro della Giustizia il mandato di riesaminare la situazione dei tribunali soppressi, adottando criteri chiari. Tra questi, (se confermati), andrebbero considerati i tribunali situati nelle aree interne, dove l’assenza di un presidio giudiziario compromette gravemente il principio di prossimità della giustizia. Se confermato, inoltre, si terrà conto delle aree ad alto rischio di infiltrazioni criminali, dove la presenza di un tribunale rappresenta non solo un simbolo di legalità, ma anche uno strumento concreto di contrasto alla criminalità organizzata. Questi criteri sono stati sempre alla base della nostra battaglia e continuerò a sostenerne l’applicazione».

Quali ritiene siano le motivazioni principali che potrebbero giustificare il ripristino del Tribunale di Sala Consilina?

«Le motivazioni sono molteplici. Vi è una frammentazione delle competenze giurisdizionali configurando così anche una questione di rilevanza Costituzionale. Inoltre, il Vallo di Diano è stato più volte indicato dalla DIA come un territorio ad alto rischio di infiltrazioni criminali, un presupposto ignorato dalla riforma del 2012. Infine, l’intero comprensorio è classificato come area interna, il che dovrebbe prevedere una deroga al parametro della popolazione».

Quali ulteriori azioni ritiene necessarie per raggiungere l’obiettivo del ripristino del Tribunale di Sala Consilina?

«A questo punto, la decisione spetta al Governo e al Parlamento. L’attuale maggioranza ha l’opportunità di restituire giustizia a un territorio penalizzato per anni da scelte politiche scellerate. Una risoluzione positiva non sarebbe solo un atto riparatorio, ma un passo storico verso il riconoscimento dei diritti di un’intera comunità. È il momento di dimostrare che lo Stato non abbandona i suoi territori e che la giustizia può davvero tornare a essere vicina ai cittadini».

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