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La questione della classificazione energetica degli edifici in Italia è diventata sempre più centrale, soprattutto nell’ambito delle politiche di sostenibilità e della transizione verso una maggiore efficienza energetica del sistema paese.
La classificazione energetica, che va dalla classe G (la meno efficiente) alla classe A (la più efficiente), rappresenta uno degli strumenti principali per misurare il consumo di energia di un immobile e la sua sostenibilità ambientale.
La transizione verso edifici più “green” è guidata in Europa dalla cosiddetta Direttiva “case green” (2024/1275 pubblicata l’8 maggio 2024 sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea), che adotta aggiornamenti periodici con lo scopo di ridurre il consumo di energia degli edifici, favorire l’uso di energie rinnovabili e spingendo, così, verso la riduzione delle emissioni di CO2.
Buone notizie per l’Italia: tendenze e dati del Rapporto 2024 ENEA – CTI
L’ultimo Rapporto Annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici 2024 (relativo a ENEA –Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile e CTI –Comitato Termotecnico Italiano), che raccoglie i dati e le informazioni sulla certificazione energetica degli edifici in Italia, ha evidenziato, per la prima volta, che gli edifici con classe energetica bassa sono scesi nel nostro Paese, al di sotto del 50%.
Il panorama si presenta con queste caratteristiche: incremento della diffusione della classe energetica A e superiore, grazie a incentivi fiscali come il Superbonus 110% che ha incentivato il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici esistenti; aumento della richiesta di certificazioni energetiche per gli edifici nuovi in risposta alle normative più stringenti e agli obiettivi di sostenibilità; integrazione di fonti rinnovabili negli edifici certificati, come i sistemi fotovoltaici e termici; impatto delle ristrutturazioni edilizie sui consumi energetici complessivi, con un focus su interventi mirati come l’isolamento termico e la sostituzione degli impianti di riscaldamento. Un approccio nuovo ai concetti di “costruire” e “ristrutturare” che tuttavia richiede ancora di essere ulteriormente diffuso in maniera più capillare sul territorio nazionale.
Nel panorama italiano, infatti, una parte significativa del patrimonio edilizio è ancora rappresentata da abitazioni con classi energetiche basse, in particolare quelle in classe G, che costituiscono una fetta rilevante di immobili costruiti prima degli anni ’80 e ’90. Questi edifici sono spesso privi di un’adeguata coibentazione e presentano impianti di riscaldamento obsoleti, con un impatto negativo sui consumi energetici. La classe G, infatti, identifica abitazioni che hanno consumi annuali superiori ai 200 kWh/m², un livello di efficienza che comporta un alto dispendio di energia per il riscaldamento, il raffrescamento e la produzione di acqua calda.
Una realizzazione nel trevigiano: dalla classe G alla classe A4
Una realizzazione dello studio Alberto Antoni & Daniela Pozza Architetti: intervento di ristrutturazione e ampliamento nel trevigiano, che ha permesso il passaggio dalla classe G alla classe A4. L’esigenza dei clienti era di ricavare nuovi spazi abitabili per ampliare il piano terra.
Le modifiche principali hanno coinvolto un vecchio magazzino che è stato demolito, ricostruito ed ampliato per ospitare la cucina e la zona notte, ripensata per ricavare una nuova stanza. Le facciate sono state ripensate con nuove aperture verso il giardino e per favorire l’utilizzo della luce naturale: in soggiorno è stata creata una finestra fissa “abitabile” dove è possibile sedersi per vivere al meglio il soggiorno o, semplicemente, per leggere un libro.
All’interno troviamo materiali come il pavimento in cemento ed inerti del fiume Brenta con giunti in ottone oltre ad un muro esistente lasciato privo dell’intonaco per esaltare i mattoni originari della prima costruzione.
Evoluzione normativa
Nel 2021, l’Italia ha avviato una serie di interventi legislativi e normativi per migliorare la qualità energetica degli edifici, in linea con la Direttiva Europea 2010/31/UE (Direttiva sulla Prestazione Energetica degli Edifici) e l’adozione di normative nazionali come il Decreto Legislativo 192/2005, che obbliga l’ottenimento del certificato di prestazione energetica (APE) per tutte le transazioni immobiliari. In particolare, il sistema di classificazione delle abitazioni è stato aggiornato per incentivare il miglioramento dell’efficienza energetica, con l’obiettivo di ridurre il fabbisogno di energia e le emissioni di CO2. Nel contesto di queste normative, l’Italia ha anche aderito all’iniziativa europea per il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050, il che implica una forte spinta verso la riqualificazione energetica dell’edilizia esistente.
Nel 2024, l’aggiornamento delle normative relative alla certificazione energetica si inserisce nel contesto della transizione ecologica e dell’attuazione del Green Deal Europeo e delle politiche climatiche nazionali: revisione della Direttiva EPBD (Energy Performance of Buildings Directive) dell’Unione Europea; implementazione del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), che prevede un forte impulso alla riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di CO2 nel settore residenziale e non residenziale.
Cosa prevede la Direttiva Case Green?
- Riduzione del consumo energetico: gli Stati membri dovranno ridurre il consumo energetico medio degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035.
- Ristrutturazioni energetiche: una parte significativa di questa riduzione dovrà essere ottenuta tramite la ristrutturazione di una quota significativa di edifici con le prestazioni energetiche peggiori.
- Edifici a energia quasi zero: a partire dal 2028, tutti i nuovi edifici dovranno essere a energia quasi zero (NZEB).
- Divieto di combustibili fossili: entro il 2035 sarà vietato l’utilizzo di combustibili fossili per il riscaldamento degli edifici.
Differenze nei consumi e nei costi energetici: Classe G vs Classe A/B
Un paragone tra i consumi energetici di un’abitazione in classe G e una in classe A o B può evidenziare in modo chiaro l’importanza degli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica.
Le abitazioni in classe G consumano mediamente più di 200 kWh/m² all’anno, con una spesa annuale per il riscaldamento che può superare anche i 1.500-2.000 euro, a seconda delle dimensioni dell’immobile e delle condizioni climatiche.
Al contrario, un’abitazione in classe A o B, che presenta un fabbisogno di energia inferiore ai 100 kWh/m² annui (classe A) o compreso tra 100 e 160 kWh/m² (classe B), riesce a ridurre sensibilmente i consumi e, conseguentemente, i costi legati al riscaldamento e al raffrescamento.
Le spese per il riscaldamento, infatti, si riducono notevolmente, arrivando a risparmi annuali anche superiori al 50% rispetto a una casa in classe G. Inoltre, le case in classe A o B sono più confortevoli, con una temperatura interna più stabile e una maggiore qualità dell’aria, grazie a sistemi di ventilazione controllata e a un migliore isolamento.
Le soluzioni per migliorare la classe energetica di un’abitazione
Esistono diverse soluzioni per migliorare la classe energetica di un’abitazione e ridurre i consumi energetici, anche senza dover ricorrere a interventi radicali. Ecco alcuni degli interventi più efficaci.
Isolamento Termico
Un buon isolamento delle pareti esterne, del tetto e dei pavimenti è fondamentale per evitare dispersioni di calore e ridurre il fabbisogno energetico per il riscaldamento in inverno e per il raffrescamento in estate. L’installazione di cappotti termici e la sostituzione di finestre con doppio vetro possono comportare risparmi significativi.
Sistemi di riscaldamento e raffrescamento a basso consumo
L’adozione di impianti di riscaldamento a condensazione, pompe di calore e sistemi di riscaldamento a pavimento a bassa temperatura può contribuire a ridurre il consumo di energia, mentre l’installazione di impianti fotovoltaici può generare energia pulita per l’autoconsumo.
Efficienza degli impianti elettrici
L’adozione di sistemi a LED, elettrodomestici ad alta efficienza energetica e la sostituzione di vecchi impianti di illuminazione può comportare una riduzione dei consumi elettrici.
Energia rinnovabile
L’integrazione di soluzioni rinnovabili, come i pannelli solari fotovoltaici per la produzione di energia elettrica e i sistemi solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria, è una delle soluzioni più efficaci per ridurre l’impronta ecologica di un immobile.
Monitoraggio dei consumi e automazione
L’utilizzo di termostati intelligenti e sistemi di gestione energetica domestica permette di monitorare i consumi in tempo reale e ottimizzare l’uso degli impianti, riducendo sprechi energetici.
Infissi
La sostituzione degli infissi con modelli a basso emissivo e ad alta trasmittanza termica consente di ridurre le dispersioni termiche e migliorare l’isolamento acustico.
Sistemi di ventilazione
L’installazione di sistemi di ventilazione meccanica controllata permette di garantire un ricambio d’aria costante e di migliorare la qualità dell’aria interna.
Metodologia progettuale
Lo studio Alberto Antoni & Daniela Pozza Architetti si occupa di architettura ed interior design dal 2012, molti dei suoi progetti di ristrutturazione hanno permesso il passaggio dalla classe G alla classe A4 degli edifici residenziali interessati. Ecco come lavorano.
“La realizzazione di un edificio ad alte prestazioni energetiche è frutto, innanzi tutto, di una progettazione accurata ed integrata di tutti gli aspetti e i dettagli che dovranno contribuire non solo a ridurre al minimo i consumi ma anche a garantire elevati comfort abitativi e un utilizzo ridotto di risorse anche in fase di produzione, di utilizzo e smaltimento dei materiali utilizzati per la costruzione.
Un aspetto fondamentale per il nostro studio è l’utilizzo della luce naturale che, oltre a dare una sensazione di spazio dilatato ed in forte connessione con l’esterno, ci permette di sfruttare al massimo gli apporti solari in inverno, riscaldando l’abitazione in modo naturale anche nelle giornate più fredde. Oltre ai punti cardinali sfruttiamo, attraverso i lucernari, anche l’orientamento zenitale che ci consente di illuminare spazi solitamente bui come corridoi, bagni ciechi o stanze di servizio senza utilizzare, durante il giorno, luci artificiali.
Da un punto di vista puramente energetico consideriamo, oltre all’orientamento, la forma dell’edificio studiando il suo rapporto con le superfici disperdenti: forme più compatte garantiscono in inverno meno perdite di calore (come quando ci raggomitoliamo su noi stessi per trattenere il nostro tepore). Con la stessa ottica ragioniamo sul comfort e sui consumi energetici in estate: per evitare il surriscaldamento degli ambienti interni utilizziamo materiali con masse idonee a garantire uno sfasamento e uno smorzamento delle radiazioni solari oltre a prevedere sistemi di ombreggiamento mobili, installati esternamente all’involucro, ma anche architettonici come uno sporto fisso o un albero a foglie caduche che proteggerà l’edificio d’estate e farà passare i raggi del sole in inverno
Un’attenta progettazione permette di ottimizzare al massimo le risorse da utilizzare passando ad un sistema, quindi, qualitativo dove la differenza non la fa, ad esempio, lo spessore più grosso di un isolante in parete ma come questo andrà a collegarsi, senza creare ponti termici, con il marciapiede o con la copertura.
L’edificio sarà quindi sostenibile non solo da un punto di vista energetico ma anche economico e pensato specificatamente per la persona che lo ha commissionato.
Un ultimo aspetto fondamentale è la tenuta all’aria cioè garantire che il vapore acqueo presente nell’aria (in un’abitazione di 4-5 persone se ne formano dai 10 ai 12 litri al Giorno) non vada all’interno dei giunti di collegamento: esempio tipico sono i serramenti ed in particolare il giunto primario (muratura-controtelaio) e secondario (controtelaio-telaio del serramento). Questo aspetto deve essere attentamente studiato e risolto con l’utilizzo di nastri autoespandenti e/o guaine o appositi materiali che aiuteranno anche a diminuire le perdite d’aria attraverso l’impianto elettrico.
Gli impianti rimangono sicuramente fondamentali. Generatori di calore rinnovabili come le pompe di calore devono essere scelti anche in funzione delle loro prestazioni, ad esempio del numero di sbrinamenti, ma anche per la loro rumorosità che riporta al concetto di qualità di un edificio ad alte prestazioni. La ventilazione meccanica controllata dovrà avere un adeguato recuperatore di calore che garantirà di scaldare l’aria pulita in ingresso con l’energia dell’aria carica di CO2 che verrà espulsa dagli ambienti.
Infine, dovrebbero essere sempre svolti i test di verifica come il Blower Door Test che mettendo in pressione e sottopressione l’involucro edilizio permette di verificare l’assenza di difetti costruttivi. Oppure analisi termografiche e/o con l’anemometro.
Una ristrutturazione di una abitazione (260 mq) degli anni Cinquanta dello scorso secolo con ampliamento ad opera dello studio Alberto Antoni & Daniela Pozza Architetti, a pochi passi dalle mura di Padova, ha permesso il passaggio dell’edificio dalla classe energetica G alla classe energetica A4.
Procedura e metodologia per ottenere la certificazione energetica
La certificazione energetica degli edifici avviene tramite una valutazione delle caratteristiche energetiche dell’edificio, utilizzando metodologie che variano a seconda delle normative regionali.
Le principali fasi includono: il calcolo del fabbisogno energetico per il riscaldamento, il raffreddamento, la produzione di acqua calda sanitaria, l’illuminazione e la ventilazione; l’attribuzione della classe energetica, che va dalla classe A4 (massima efficienza) alla classe G (minima efficienza); il rilascio del certificato energetico, che viene redatto da professionisti abilitati (tecnici certificatori).
Strumenti e supporto
Esistono strumenti e piattaforme che informano su novità e sviluppi normativi del tema e che possono orientare anche nella scelta degli interventi migliorativi della classe energetica.
Piattaforma nazionale di certificazione energetica
Gestita da ENEA, la piattaforma nazionale di certificazione energetica, permette la gestione e l’archiviazione dei certificati energetici per gli edifici.
Software di calcolo e simulazione energetica
Per determinare le prestazioni energetiche e la classe energetica degli edifici i professionisti utilizzano software appositi. Questo processo ha diversi vantaggi: permette di stimare i consumi energetici dell’edificio in diverse condizioni climatiche e operative; aiuta a individuare le soluzioni più efficaci per migliorare l’efficienza energetica dell’edificio; assicura la conformità dell’edificio alle normative vigenti in materia di efficienza energetica, fornisce i dati necessari per la redazione dell’attestato di prestazione energetica (APE).
Contributi dei progettisti
Case history a cura dell’architetto Consulente Energetico Casa Clima Davide Amerio
Isolamento termico
La miglior soluzione per coibentare un immobile consiste nell’apporre del materiale isolante all’esterno dell’immobile (coibentazione della falda del tetto sotto il manto di copertura). Questo perché è necessario prevenire i fenomeni di condensa interstiziale; inoltre, un isolamento interno riduce lo spazio fruibile e richiede molta attenzione, sono molto “dannose” le interruzioni della coibentazione con impianti o elementi strutturali, per esempio. Quando si “accoppia” un pannello di materiale isolante ad una falda inclinata (oppure solaio o parete verticale), si crea un punto con un salto termico. Pertanto, se il pannello isolante si trova all’interno dell’immobile riscaldato si formerà della condensa a contatto con la falda fredda. Per evitare il problema della condensa si possono utilizzare materiali particolarmente igroscopici oppure inserire una barriera al vapore prima del pannello coibente.
Nel caso in cui la coibentazione sia esterna, la barriera al vapore funziona molto bene, viene stesa sulla struttura della falda inclinata (solaio in laterocemento oppure assito in legno), sulla barriera al vapore vengono disposti i pannelli coibenti e infine steso un telo traspirante per impermeabilizzare la falda da eventuali infiltrazioni d’acqua, ma anche per limitare la trasmissione di vapore acqueo dall’esterno verso l’interno nei periodi caldi (il vapore acqueo migra dall’ambiente più caldo al più fresco, pertanto, dall’interno dell’immobile riscaldato verso l’esterno in inverno, ma dall’ambiente esterno verso l’interno in estate). Il telo traspirante, quindi, deve impermeabilizzare ma consentire la fuoriuscita del vapore acqueo.
Quindi, due teli, una barriera al vapore tra l’involucro dell’edificio e la coibentazione esterna, ed un telo traspirante sopra il materiale coibente.
Isolamento termico pavimento
La miglior soluzione per coibentare un immobile consiste nell’apporre del materiale isolante all’esterno dell’immobile, questo vale anche per le pareti controterra e i pavimenti sul terreno (isolare sotto le fondazioni). Questa soluzione è attuabile solo per le nuove costruzioni, si deve ricorrere a sistemi alternativi nel caso delle riqualificazioni di immobili esistenti (un po’ più semplice se, sotto il pavimento dell’abitazione, vi è un locale non riscaldato).
Oltre ai soliti problemi legati ai ponti termici e alla condensa vi sono anche gli impianti da gestire, nei pavimenti, per esempio, troviamo impianti idrici di adduzione e di scarico, impianto elettrico, e quello del riscaldamento. La soluzione ottimale prevede la posa di un piano coibente (con materiale adatto a sopportare i carichi di compressione) su cui realizzare un massetto per (ripartire i carichi), sopra a questo gli impianti e infine un secondo massetto per gli impianti, al fine di ottenere un piano su cui posare la pavimentazione (gres, legno, ecc..). Questa soluzione richiede ingombri maggiori, pertanto praticabile su solaio controterra (scavando) oppure in ambienti con un’altezza adeguata.
Che cosa influenza il costo della coibentazione
Vi sono due fattori che influenzano il costo della coibentazione: il costo del materiale isolante e la manodopera con gli apprestamenti per la posa.
I materiali più performanti danno la possibilità di ridurre gli spessori ma sono più costosi, così come lo sono i materiali di origine naturale.
Quando si progetta un edificio si devono sempre tenere in considerazione i costi di realizzazione.
Un buon progetto, pertanto, analizza le correzioni dei ponti termici, la coibentazione delle pareti verticali e degli orizzontamenti (solai controterra, terrazzi, falde inclinate, ecc..) con verifiche puntuali. Si analizzano i punti critici (ponti termici) e gli ingombri (pareti verticali e orizzontamenti), utilizzando di volta in volta materiali differenti, più consoni alla lavorazione e performanti per quel determinato utilizzo. Ad esempio, un cappotto termico non dovrebbe avere problemi di spessore (sono poche le situazioni in cui non è possibile ridurre uno spazio esterno), pertanto si utilizzerà un materiale che per soddisfare determinati requisiti di coibentazione (trasmittanza termica) potrà essere poco costoso e di facile installazione. Nel caso di un terrazzo, invece, potrebbe esserci il problema della soglia tra l’ambiente interno e quello esterno (il pavimento del terrazzo). Per evitare infiltrazioni d’acqua il pavimento interno deve essere più alto di quello esterno, pertanto il materiale isolante da posare sul terrazzo deve essere molto performante, a spessore ridotto. Sarà quindi necessario utilizzare un materiale più costoso, ma limitatamente alla superficie del terrazzo.
La posa, infine, potrebbe richiedere apprestamenti come ad esempio un ponteggio, oppure potrebbe essere eseguita senza grandi spese di cantierizzazione. In altri casi potrebbe essere influenzata da aperture che limitano la continuità delle superfici da coibentare, rendendo laboriose le lavorazioni sulle mazzette delle aperture.
Migliorare la classe energetica di un appartamento in condominio
A cura dell’architetto Giovanni Agliardi di OikosStudio
È possibile migliorare la classe energetica di un singolo appartamento all’interno di un condominio anche di due-tre classi?
Si mi è proprio capitato, nell’ambito di interventi di riqualificazione edilizia e/o di riqualificazione energetica di singoli appartamenti in ambito condominiale affidati al mio studio, di aver fatto “salti di Classe”, dalla G alle D e C.
In questi casi non mancano comunque ostacoli da superare, che non sono solo di natura tecnica ed economica, ma spesso derivano anche dall’eccessiva parcellizzazione della proprietà edilizia in Italia, fenomeno che rende difficili scelte condivise di intervento a livello di intero edificio/fabbricato. In questi casi si isola sul lato interno della parete esistente onde mantenere inalterate le caratteristiche estetico-architettoniche e dimensionali delle facciate.
La coibentazione interna è una soluzione tecnica che presenta però alcune criticità. In particolare, in fase di progettazione è necessario valutare attentamente il comportamento igrometrico della stratigrafia in quanto, applicando la coibentazione sul lato “caldo” della parete aumenta il rischio di formazione di condensa interstiziale (interna ai materiali edili impiegati). In tal senso può essere necessario applicare un freno a vapore sul lato interno dell’isolante per una corretta gestione dell’umidità. Sempre per questo motivo è sconsigliabile applicare internamente elevati spessori di coibentazione (generalmente si parla di spessori massimi di 10-12 cm). La tenuta all’aria della stratigrafia assume in questo caso un ruolo fondamentale, al fine di impedire moti convettivi di aria nel pacchetto costruttivo e ridurre il rischio di conseguenti fenomeni di condensazione interstiziale.
Inoltre, in caso di coibentazioni interna la risoluzione-mitigazione dei ponti termici risulta più complessa rispetto agli interventi con sistemi di isolamento dall’esterno e, a questo scopo, risulta necessario proseguire l’isolamento all’interno con dei risvolti anche su parte degli elementi costruttivi interni (ad esempio pareti e solai interni), in modo da evitare punti critici con temperature superficiali interne a rischio condensa-muffa. Sono adatti all’isolamento interno tutti quei materiali che presentano spiccate caratteristiche o praticamente impermeabili al passaggio del vapore acqueo. Nello specifico, i materiali isolanti adatti all’intervento sono: pannelli isolanti di origine minerale come lana di roccia, calcio-silicato, vetro cellulare; pannelli isolanti di origine vegetale come sughero, fibre di legno, di canapa o di lino; pannelli isolanti di origine sintetica come il poliuretano.
Quali tipi di interventi sono necessari per migliorare la classe energetica di un appartamento in condominio?
Come per i nuovi edifici o interi edifici residenziali, per normativa, è necessario soddisfare i criteri prestazionali contenuti nel D.M. 26. 6. 2015 – Requisiti minimi.
I criteri prestazionali richiesti riguardano l’efficienza e la qualità dell’involucro e l’efficienza complessiva connessa alle soluzioni impiantistiche adottate. I principali requisiti relativi all’involucro, richiesti sia per singole unità abitative sia per gli edifici interi sono: prestazioni minime di trasmittanza termica degli elementi dell’involucro disperdente in funzione della zona climatica in cui è collocato l’edificio (murature-solai-coperture- serramenti); risoluzione dei ponti termici lineari; verifica dell’efficienza dei sistemi di ombreggiamento estivo; verifica delle prestazioni estive degli elementi esterni opachi; verifica della condensazione interstiziale nel caso di isolamento interno o in intercapedine; verifica della tenuta all’aria dell’involucro.
Nel caso della singola unità abitativa il completo rinnovo dell’impianto è spesso impossibile, come ad esempio nel caso in cui il condominio non consenta il distacco di un singolo utente dall’impianto centralizzato o lo renda estremamente oneroso dal punto di vista economico. Per lo stesso motivo in queste situazioni possono esistere maggior difficoltà nel far ricorso ai sistemi di produzione energetica con fonti rinnovabili presenti in loco.
Quali previsioni possiamo fare sugli incentivi fiscali per il 2025?
La Legge di Bilancio 2025 prevede novità che si possono sintetizzare come segue. Per i proprietari che adibiscono l’unità immobiliare ad abitazione principale: l’aliquota del 50% per le spese sostenute nel 2025, nel limite massimo di spesa di 96.000 euro; l’aliquota del 36% per le spese sostenute negli anni 2026 e 2027, nel limite massimo di 96.000 euro. Per tutti gli interventi eseguiti su unità immobiliari diverse dall’abitazione principale, il regime transitorio potrebbe prevedere: l’aliquota del 36% per le spese sostenute nel 2025; l’aliquota del 30% per le spese sostenute nel 2026 e 2027, con tetto sempre a 96.000 euro;
L’ecobonus è prorogato nelle seguenti misure: l’aliquota del 50% per le spese sostenute nel 2025 per le abitazioni principali (aliquota che scende al 36% per quelle sostenute negli anni 2026 e 2027); l’aliquota del 36% per le spese sostenute nell’anno 2025 per abitazioni diverse da quelle principali (aliquota che scende al 30% per quelle sostenute negli anni 2026 e 2027).
Case history: riqualificazione di un condominio degli anni ’70 da F a A1
La riqualificazione di un condominio degli anni ’70 nel torinese (da classe F a classe A1) ad opera degli architetti Stefano Bruno e Roberta Chiabaudo di Ahora Architettura.
L’edificio è un modello di architettura realizzata durante il boom edilizio in un’epoca lontana ancora dalle problematiche ambientali. Una costruzione tipica, come ce ne sono tante in Italia ancora e rappresentano una sfida in termini di riqualificazione energetica.
In questo caso, gli interventi che hanno permesso il passaggio dalla classe F alla classe A1 sono: cappotto termico in poliestirene; il piano terra è stato isolato mediante la realizzazione di un cappotto posato all’intradosso delle solette confinanti con il piano seminterrato che ospita le cantine; sostituzione infissi con elementi a doppio vetro basso-emissivo con vetrocamera warm-edge; isolamento del tetto, con doppio strato di pannelli in lana di roccia; impianto fotovoltaico; presenza di ventilazione meccanica controllata.
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