TRANI – «Uno spreco natalizio da mezzo milione di euro». «No, al contrario un investimento per raggiungere risultati finora mai centrati». È polemica fra centrodestra e amministrazione comunale di centrosinistra e questa volta la campagna contro gli eventi di fine anno l’ha lanciata dal suo profilo social l’ex sindaco, Pinuccio Tarantini.
Il due volte consecutive primo cittadino ha ripetutamente accusato il governo comunale in carica di avere «speso senza controllo, né ritorno, né una minima visione se non quella di procacciarsi il consenso attraverso elargizioni di contributi a pioggia ad associazioni vicine e calze della befana in piazza a chiunque si presentasse, senza riservarle a bambini di ceti meno abbienti».
La posizione di Tarantini appare tanto più critica nella misura in cui è ancora aperta in lui la ferita per essere finito sotto processo, ed essersi difeso fino all’ultimo grado in Cassazione, con piena assoluzione, dall’accusa di avere speso all’epoca 500.000 euro per l’estate tranese.
«Ma la storia delle calze della befana regalate a tutti va ben oltre – conclude Tarantini -, non è divertente, è triste, inculca nella mentalità cittadina la cultura della regalia e della mancia in modo perfido, tramite dei bambini».
«SCARSA TRASPARENZA» Anche la sua odierna compagine politica non risparmia critiche, soprattutto con riferimento alla presunta mancanza di trasparenza, ed anticipa la richiesta di accesso agli atti. «La domanda cui l’amministrazione dovrebbe rispondere – scrivono capigruppo consiliari e segretari politici di Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e Lista Palumbo sindaco – è se l’ingente cifra utilizzata per organizzare “Le vie del Natale” sia stata una spesa fatta meramente per distribuire contributi a pioggia, ovvero un investimento debitamente pianificato per generare ritorni in termini turistici, economici e di immagine per la città. Ma gli amministratori evitano il confronto limitandosi, tramite alcuni autorevoli esponenti, a lanciare invettive, accuse e offese, chiaro segno di nervosismo».
«DA OPPOSIZIONE A DISPERAZIONE» Il riferimento è al vice sindaco, Fabrizio Ferrante, che dal suo profilo social aveva replicato a Tarantini ed altri, senza mai nominali, parlando di «cattivo gusto nel voler trasformare un giorno di festa in qualcosa di marcio ed insensato, arrivando ad offendere i cittadini in fila con i propri figli per la befana. Ormai non si limitano più a infangare la politica – osserva il vicario di Bottaro -, ma infangano i cittadini che numerosi partecipano ai concerti, alla befana, a tutti gli eventi del natale: non è opposizione, è disperazione».
«SCELTE E RISULTATI MIRATI» Il primo cittadino, a sua volta ha replicato pur non avendo prima messo in conto di farlo. «A differenza del passato, le spese di quest’anno hanno generato un notevole indotto economico per la città – fa sapere Bottaro -, portandola ad essere tra le prime destinazioni turistiche in Puglia e in Italia durante il periodo natalizio. Tanti eventi hanno coinvolto associazioni e bambini della città, a dimostrazione del fatto che fossero di operazioni mirate e non elargizioni a pioggia. Inoltre, rivendico proprio la trasparenza nell’assegnazione dei contributi tramite avviso pubblico e commissione di dirigenti e funzionari, a differenza di quanto non avveniva in passato».
Quanto alle estati tranesi di Tarantini, «500.000 euro vent’anni fa avevano un peso specifico diverso, ed in ogni caso si spendeva di più per eventi che non portavano benefici alla città. Ora, invece, Trani ha assunto un ruolo di primo piano nel turismo regionale, è nella top 20 pugliese degli arrivi, vuole destagionalizzare il turismo e quindi investe anche nelle manifestazioni natalizie».
Quanto alle calze, «l’iniziativa è stata pubblica, in pubblica piazza e aperta a tutti, con la logica che chi ne aveva più bisogno si sarebbe presentato. Nessuna operazione elettoralistica, anzi non è la prima volta che si svolge questa iniziativa e non c’è stato nulla di nuovo rispetto al passato. L’ampia partecipazione dimostra la trasparenza dell’iniziativa. Eventuali abusi da parte di chi, pur non avendone bisogno, ha ricevuto la calza, vanno collocati nell’alveo della responsabilità personale, non certamente nostra».
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