Sampdoria, ancora un pareggio: 1-1 a Brescia

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Neanche Brescia è l’occasione della svolta per una Sampdoria che non riesce più a vincere e se non altro, con Semplici, dimostra di saper soffrire e di rosicchiare punticini che per lo meno muovono la classifica.

Al Rigamonti finisce 1-1, punteggio tutto sommato corretto, con la Sampdoria meglio dei lombardi fino al pareggio di questi ultimi e Brescia decisamente più pericoloso nel finale.

In uno stadio semivuoto (nuovamente penalizzata la tifoseria blucerchiata, presente solo con i sostenitori di fuori Liguria), Semplici conferma lo schieramento a lui più congeniale, spostando a sinistra Venuti al posto dello squalificato Ioannou e portando in panchina i nuovi arrivati Beruatto e Fischer.

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Bisoli, invece, parte con il solo Moncini in avanti, dando fiducia al giovanissimo Nuamah, bresciano doc a dispetto del cognome, dovendo rinunciare al figlio Dimitri, capitano della squadra, e a Cistana, con la fascia sul braccio di Adorni.

Dopo il minuto di raccoglimento a ricordo di Fabio Cudicini la gara entra nel vivo, e nella prima fase è la Sampdoria a farsi preferire. Al 2’ una punizione di Yepes vede Riccio avvitarsi di testa da buona posizione mancando però il pallone, e al 7’ un invito di Venuti per Akinsanmiro (inizialmente molto vivace) viene messo al centro dal ragazzo di scuola Inter, su cui è fortunosa la respinta della difesa locale.

La reazione delle V bianche è legata ad un tiro da fuori respinto involontariamente da Juric e ad una rovesciata di Moncini (reduce da un gol analogo prima della sosta a Cremona) fuori bersaglio.

Il calcio fisico e difensivista di Bisoli lascia spazio alle iniziative doriane. Al quarto d’ora De Paoli va via bene sulla destra e tira, trovando l’ottima respinta di Lezzerini.

Attorno alla metà del tempo il Brescia mette la testa fuori dal guscio. Al 20’ Meulensteen chiude bene su Moncini lanciato a sinistra, e quattro minuti più tardi un tiro ciabattato di Verreth dalla misura diventa un assist per Juric, che però non angola, forse sorpreso dall’opportunità, e spara a salve su Ghidotti.

La Sampdoria, però, è ordinata in Bellemo e Yepes e tenta qualche iniziativa con Akinsanmiro, e gioca meglio dei padroni di casa. Massa deve sospendere il match per cori razzisti dei tifosi bresciani all’indirizzo di Akinsanmiro: l’altoparlante che minaccia per la seconda volta i supporter di casa (e c’è qualche cronista disattento che dà del provocatore al giovane centrocampista) non fa che esacerbare gli animi, e la tensione in campo sale di tono.

Dopo una rete in netto fuorigioco di Moncini, prontamente annullata dal fischietto ponentino, la Sampdoria riprende in mano le redini della partita. Alla mezz’ora Tutino sforna un assist per Bellemo che di prima intenzione impegna severamente Lezzerini in angolo.

Il gol blu (scuro) cerchiato è nell’aria: al 33’ De Paoli crede ad un pallone profondo, Corrado pressato regolarmente respinge corto, Coda è lì e si aggiusta la palla sul sinistro per tirare fuori una conclusione a giro che bacia il palo alla destra di Lezzerini e si insacca per il giusto vantaggio doriano.

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Nasce un parapiglia: Akinsanmiro va verso la porta sotto la curva bresciana e mima un gorilla, a risposta alle provocazioni razziste di cui era stato fatto oggetto, e prende un giallo da Massa. Contemporaneamente l’arbitro imperiese esibisce lo stesso cartellino a Lezzerini, che invocava un fallo su di De Paoli su Corrado (tutto regolare, in realtà).

Sta di fatto che la ripresa del gioco tarda, e subito dopo Akinsanmiro, ancora emotivamente scosso, rischia il secondo giallo – che sarebbe stato una beffa, stante l’inciviltà dei versi razzisti rivoltigli – per un intervento scomposto proprio davanti alla panchina bresciana. Altro giro, altro parapiglia: a farne le spese, questa volta, i due allenatori, sanzionati con il cartellino giallo da Massa, che fatica non poco a tenere le briglie della gara.

La Sampdoria controlla con autorevolezza e al 39’ sfiora il raddoppio con Bellemo, che di controbalzo spedisce fuori.

Semplici, però, ad evitare guai, sostituisce Akinsanmiro prima dell’intervallo: l’emotività gioca brutti scherzi e il ragazzo rischiava di lasciare i suoi in dieci. Al suo posto Vieira, e nel complesso questo cambio penalizzerà la Sampdoria, privandola del giocatore più intraprendente, l’unico che, ad oggi, sembra in grado di dare imprevedibilità alla manovra.

Si va all’intervallo con i blucerchiati meritatamente avanti. Si vede qualche progresso nel gioco e la difesa tiene decorosamente, anche nel criticatissimo Riccio. Manca ancora qualcosa nello spunto, e in particolare nel collegamento tra centrocampo e attacco, ma un po’ di idee iniziano a fare capolino, con la sensazione che un risultato pieno potrebbe finalmente cambiare le sorti soprattutto emotive della stagione.

Anche l’inizio della ripresa è favorevole ai ragazzi di Semplici. Al 48’ De Paoli va via bene sulla linea di fondo, entra in area, ma non trova la zampata vincente, che avrebbe probabilmente seppellito la gara.

Del tutto a sorpresa, invece, è un Brescia spaesato a trovare il pareggio. La Sampdoria si fa trovare in inferiorità numerica sul proprio fianco destro, da dove Bertagnoli mette in area un pallone basso, che sembra innocuo: Yepes però liscia l’intervento, mandando fuori tempo tutti, compagni e avversari, tranne Moncini, che sul lato opposto ha tutto il tempo per vedere arrivare il pallone e, anticipando Veroli, spingerlo facilmente alle spalle di Ghidotti. 1-1, e tutto da rifare.

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Il tempo di riprendere il gioco e su un normale contrasto di gioco con Nuamah De Paoli si infortuna alla testa. Non ce la fa a riprendere il capitano blucerchiato, fra i migliori di serata (anche spronato dalle parole di Semplici), che lascia il posto al neoarrivato Beruatto (che rischia subito la frittata, respingendo goffamente un traversone tra petto e braccio), con Venuti indirizzato a destra.

La Sampdoria accusa il colpo, punita alla prima imperfezione, tanto più che Vieira non ha il cambio di passo di Akinsanmiro e il centrocampo diventa troppo prevedibile e schematico. Ciononostante, poco dopo il quarto d’ora un’azione manovrata a sinistra porta al tiro Yepes, sul quale è nuovamente bravissimo Lezzerini a deviare in angolo.

È, però, sostanzialmente l’ultimo squillo doriano della gara: Coda va in riserva, e anche Tutino – ancora una volta maluccio, anche se più attivo – esce dalla contesa. Bisoli se ne accorge: fuori uno spento Galazzi per Besaggio (ottimo il suo impatto) e Juric, molto calato, per Borrelli, che invece si vedrà poco.

Ma il messaggio è chiaro: il Brescia vuole ribaltarla. E se fino a quel momento i numeri – tiri, possesso, angoli – raccontavano di una partita di marca blucerchiata, gli ultimi venti minuti invece si risolvono in un monologo bresciano: non lucido, non brillante, ma continuo, e perciò pericoloso.

Il primo a provarci è Nuamah, capace di grandi partenze e arrivi così così, che manca il bersaglio dopo un’azione personale, e poi è Borrelli che approfitta di una palla persa male dal Doria, trovando però la chiusura di Veroli, ancora una volta convincente, sebbene bruciato da Moncini in occasione del pareggio.

La Sampdoria si sfilaccia progressivamente e perde lucidità. Lo si nota nell’unica occasione in cui potrebbe davvero fare male alla retroguardia locale. A dieci minuti dal termine Meulensteen interrompe un’azione della squadra di casa, si fa cinquanta metri palla al piede in velocità e vede muoversi ai lati due o tre compagni, ai quali potrebbe allargare il pallone per un’opportunità spaccapartita: sceglie invece la soluzione centrale in solitaria, venendo contrato (è successo spesso ai blucerchiati, in particolare a Yepes) e dando il là ad una ripartenza bresciana potenzialmente letale. Nell’inseguire gli avversari sente tirare un muscolo ed è costretto a chiedere il cambio.

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Il Doria soffre: la parata più difficile – ma anche l’unica vera – arriva all’83’ su Dickmann. Il Brescia ha occasioni con Corrado, centrale, e con Besaggio, che non trova la porta davanti a Ghidotti.

Meulensteen non ce la fa più: esce per far spazio a Vulikic, mentre Tutino cede il posto a Sekulov. Bisoli inserisce Bianchi per Nuamah, ed è proprio il nuovo entrato a mancare la porta (ma probabilmente c’era una deviazione, non rilevata dall’arbitro) in pieno recupero.

Un tiro di Borrelli centrale è l’ultimo squillo prima del triplice fischio di Massa, che sancisce la fine della contesa.

Che, in realtà, ha un’appendice: Moncini, probabilmente, si lascia scappare un commento sull’arbitraggio e si vede sventolare sotto il naso il cartellino rosso che gli impedirà di andare a segno per la terza gara di seguito.

Pareggio brutto, al termine di una partita oggettivamente brutta, con la Sampdoria decisamente meglio del Brescia per cinquanta minuti, e meritatamente avanti, ma indecisa in occasione del pareggio e poi incapace di riprendere un filo di gioco coerente, dando fiato ad una squadra, quella di casa, apparsa globalmente inferiore. Come, del resto, la Carrarese, il Catanzaro, il Cittadella, a tratti addirittura Palermo, Spezia e Pisa. Per dire.

Certo, qualcosa si vede: la difesa sembra subire meno, il centrocampo propone qualcosa di più, e – citando uno dei più criticati inizialmente – Bellemo è già un’altra storia rispetto ad inizio stagione.

Colpisce, però, il subire sempre il contraccolpo psicologico dell’evento negativo: un Brescia davvero poco incisivo ha saputo portare dalla propria parte l’inerzia della gara dopo il pareggio, grazie ad un atteggiamento remissivo dei blucerchiati, nel primo tempo abili in transizione e nella ripresa confusionari e capaci solo di rilanci improbabili, preda facile di una retroguardia lombarda per il resto non irreprensibile.

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Hanno peraltro giocato un ruolo decisivo, va detto, le sostituzioni forzate di due tra i migliori, Akinsanmiro (unico a saper cambiare il passo e saltare l’uomo) e De Paoli, molto ringhioso su Corrado e Bertagnoli, al punto da aver iniziato l’azione del gol.

La classifica piange ancora, e non poco. Venerdì, a Marassi, il Cesena. In mezzo, cinque giorni di mercato: succederà qualcosa?

Brescia (4-2-3-1): Lezzerini 6,5; Dickmann 6, Adorni 6, Papetti 5,5, Corrado 5,5; Verreth 6, Bertagnoli 6; Galazzi 5 (67’ Besaggio 6), Juric 6 (67’ Borrelli 5,5), Nuamah 6 (89’ Bianchi n.g.); Moncini 6,5. All. Bisoli 6.

Sampdoria (3-5-2): Ghidotti 6,5; Riccio 6, Meulensteen 6 (86’ Vulikic n.g.), Veroli 6; De Paoli 6,5 (58’ Beruatto 6), Bellemo 6, Yepes 5,5, Akinsanmiro 6,5 (41’ Vieira 5), Venuti 5,5; Tutino 5,5 (86’ Sekulov n.g.), Coda 6,5.

Arbitro: Massa (Peretti/Miniutti – Madonia – Di Martino/Di Vuolo) 6.

Reti: 33’ Coda, 50’ Moncini.

Calci d’angolo: 5-5.

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Ammoniti: Lezzerini, Akinsanmiro, P.P. Bisoli, Semplici, Tutino, Juric, Meulensteen, Bellemo, Borrelli.

Espulso: Moncini (a fine gara, per proteste).

Recupero: 3’ e 6’.

Note: partita interrotta per intemperanze a sfondo razziale del pubblico di casa. Stadio semivuoto, con presenza dei tifosi blucerchiati provenienti da altre regioni.

Giuseppe Viscardi

 

 

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