L’Acquedotto Augusteo del Serino, realizzato nel I sec. d.C., è una delle più imponenti e complesse opere idrauliche di epoca romana, di particolare importanza strategica per il territorio campano. Le acque captate dalle sorgenti in provincia di Avellino, attraverso un sofisticato progetto infrastrutturale furono convogliate, lungo un percorso di oltre 100km, fino all’area dei Campi Flegrei [1], terminando nella monumentale cisterna detta “Piscina Mirabilis”. L’opera, denominata Aqua Augusta Campaniae, alimentava i più importanti centri dell’epoca, tra i quali la città di Neapolis. Smise di funzionare probabilmente intorno al V sec. d.C. e, lungo il suo tracciato, sono numerosi i siti che conservano i frammenti dell’antico acquedotto: parti di cunicoli, ponti-canale o vasche di distribuzione, visibili fuori terra o interrati, a volte inglobati in successive costruzioni; ogni nuova scoperta aggiunge un ulteriore tassello ad una vicenda storica in continua evoluzione.
IL SITO ARCHEOLOGICO NELL’AREA VERGINI-SANITÀ A NAPOLI
Il ritrovamento di alcuni resti dell’Acquedotto Augusteo nell’area a nord dell’antica Neapolis (fig. 1), costituisce un evento di particolare importanza scientifica, per le nuove indicazioni sul tracciato, per le informazioni sulle stratificazioni storiche del contesto e per il modo in cui i resti, prima sepolti, sono stati poi riutilizzati in epoche successive. Nel 2011, uno sprofondamento in un terraneo di Palazzo Peschici-Maresca, ha evidenziato la presenza di strutture archeologiche in un piano interrato abbandonato da decenni. Alle prime esplorazioni di un gruppo di appassionati e ricercatori [2], è seguita una fase di studi con l’identificazione delle strutture di epoca romana. Da rilievi effettuati si è riscontrata la presenza di due ponti-canale affiancati [3] costituiti da sequenze di pilastri e archi: il primo di epoca augustea, il secondo di più difficile datazione, probabilmente costruito in sostituzione del precedente. I pilastri sono realizzati con un paramento in mattoni di laterizio e tufo; gli archi sono realizzati con ghiere esterne in mattoni e getti di conglomerato cementizio.
Di particolare interesse è il modo con cui le strutture di epoca romana sono state utilizzate per la fondazione del palazzo, risalente al XVI sec. Nella pianta dell’interrato (fig. 2) sono evidenziati i pilastri di epoca romana e i muri intermedi realizzati successivamente per l’appoggio delle volte del piano terra: uno spazio complesso e pluristratificato, oggi sgomberato e quasi interamente percorribile, con varie altezze e varie estensioni corrispondenti alle arcate svuotate dai detriti (figg. 4-9). Di particolare interesse è la presenza di un sistema per l’approvvigionamento di acqua a servizio dell’edificio residenziale. È inoltre probabile che alcune strutture siano state realizzate in epoche intermedie tra l’età romana e l’epoca del palazzo. Le successive ricerche hanno esteso le indagini al territorio immediatamente circostante evidenziando la relazione con l’orografia del paesaggio antico e con le precedenti preesistenze archeologiche (fig. 3) [4].
IL PROGRAMMA DI VALORIZZAZIONE AQUA AUGUSTA
La singolarità della scoperta, la particolare complessità del luogo e la possibilità di rendere accessibili i ritrovamenti, hanno fatto emergere fin da subito la necessità di affiancare all’attività di ricerca un programma di valorizzazione che avesse come obiettivo il coinvolgimento di un pubblico sempre più ampio, avviando un dialogo tra le discipline specialistiche e il ricco patrimonio socio-culturale della comunità locale, secondo i principi dell’archeologia pubblica [5] e della Convenzione di Faro. Il programma di valorizzazione denominato Aqua Augusta [6], antico nome dell’acquedotto, nasce con l’intento di sperimentare nuove narrazioni del sito, a partire da solide basi scientifiche, senza limitarsi alla sola parte archeologica di epoca romana, ma prendendo in considerazione l’intera vicenda delle stratificazioni e degli utilizzi che nel tempo sono stati fatti di questo spazio. Contro la consuetudine causata del dilagante turismo di massa, che tende a semplificare e standardizzare le descrizioni dei siti culturali, la scelta di Aqua Augusta è stata quella di privilegiare gli aspetti della ricerca, indagando le questioni non risolte e le numerose intersezioni con il contesto, lasciando spazio a nuove interpretazioni e differenti modalità di lettura.
Un luogo complesso e pluristratificato genera scoperte inaspettate e nuove esperienze per il visitatore: la storia che viene raccontata è una sovrapposizione di episodi in un tempo non lineare, dove gli aspetti archeologici si mescolano con le vicende degli utilizzatori del sottosuolo [7], le cui tracce materiali sono evidenti nelle nicchie scavate e negli intrecci di muri di differenti epoche. Le arcate affioranti dell’acquedotto hanno avuto una forte presenza urbana anche nei periodi precedenti le attuali edificazioni [8] e non è da escludere che i resti archeologici, nei secoli seguenti, abbiano offerto suggestioni e spunti formali alle prestigiose architetture settecentesche [9]. Il tema dell’acqua, assente fisicamente ma dominante nelle memorie del luogo, può essere declinato in differenti modi secondo la dimensione orizzontale dell’acquedotto, che attraversa un immenso territorio e richiama la potenza dell’Impero, o la dimensione verticale dell’edificio, con il suo sistema di pozzi e cisterne realizzato per un utilizzo domestico.
In questo incrocio spaziale e temporale, l’area racchiusa tra i ponti-canale, nella sua composizione frutto di necessità strutturali e casualità, è oggi un luogo con una forte identità, una memoria condivisa dal carattere quasi “sacrale” che come tale deve essere tutelato e valorizzato. Il programma Aqua Augusta, rielaborando queste idee, si è sviluppato negli anni articolandosi in diverse attività tra loro complementari: a) visite guidate che mirano ad illustrare la complessità del sito, con approfondimenti ed esplorazioni sul contesto circostante; b) attivazione di collaborazioni interdisciplinari con enti e associazioni, con la partecipazione a convegni e incontri che moltiplicano le possibilità di confronto e i legami con il territorio; c) eventi culturali finalizzati alla sperimentazione di nuove forme di espressione artistica e di indagine sul sito specifico, basate sulla capacità di ascolto e dialogo con i luoghi.
Negli ultimi anni i soci di Acqua Augusta hanno attivato e curato diverse collaborazioni con importanti enti quali il FAI, il Museo MANN, l’Università Federico II, il Comune di Napoli. Altre recenti e proficue relazioni sono nate con Open House, Festival dell’Architettura che prevede visite ed eventi nei siti meno conosciuti della città, e con ArtDays Napoli Campania, evento diffuso e collettivo per l’arte contemporanea.
ARTE CONTEMPORANEA E ARCHEOLOGIA
La ricerca e il confronto con altre discipline e nuove forme di espressione artistica, mirano a coinvolgere differenti tipi di pubblico, scoprendo inediti legami tra i metodi dell’archeologia e i linguaggi contemporanei [10]: la ricerca frammentaria e discontinua, le connessioni tra periodi temporali diversi, le pratiche dello scavo, le modalità espositive e di conservazione. Di qui la scelta di non utilizzare lo spazio come contenitore di eventi, ma come luogo di scoperte ed esperienze che nascono e si sviluppano a partire da un lavoro preliminare di residenza e ricerca e si concretizzano attraverso installazioni temporanee site-specific, invitando artisti di diverse nazionalità a lavorare sui temi del sito e dell’immediato contesto, ponendo precisi limiti quali il rispetto assoluto dei resti archeologici, la completa visitabilità del sito, la totale reversibilità dell’intervento.
Il programma Underneath The Arches, appositamente ideato per gli spazi dell’Acquedotto Augusteo, prende avvio nel 2018 al fine di “innescare un dialogo fra archeologia e arte contemporanea, generando relazioni fra la cultura del contesto locale e le ricerche artistiche internazionali” [11]. Le mostre (Figg. 10-13) sono accompagnate da diverse attività che prevedono visite guidate, incontri con gli artisti, organizzazione di eventi. Il progetto è realizzato con il supporto della Fondazione Morra, con il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee e il Patrocinio dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. Nel 2022 la Direzione Generale Creatività Contemporanea del MIC ha inserito il sito tra i “Luoghi del Contemporaneo”.
Il sito Acquedotto Augusteo ha ospitato anche mostre proposte da singoli artisti, non incluse in particolari programmi ma in linea con lo spirito di Aqua Augusta, caratterizzate da una ricerca specifica sul luogo, con opere o installazioni appositamente realizzate per l’evento. Aqua Augusta collabora inoltre con Altofest, ideato da TeatrInGestAzione [12], un festival di opere originali nel campo dell’arte dal vivo (teatro, danza, performance) che si svolge in abitazioni private a cui si aggiungono luoghi extradomestici curati da residenti. Gli artisti, ospitati da “donatori di spazio”, hanno il compito di mettere in discussione e riscrivere la propria opera in relazione ai luoghi che li accolgono.
CONCLUSIONI
La valorizzazione di un sito culturale è un’operazione complessa che richiede un insieme di esperienze e competenze tali da rendere possibile la coesistenza tra le discipline specialistiche e la fruizione aperta ad un pubblico ampio, sperimentando nuovi linguaggi e integrando punti di vista differenti. I programmi culturali, messi a confronto con la memoria e l’identità del sito, devono essere in grado di coinvolgere la comunità, mantenendo un carattere di innovazione ed evitando di ridurre queste attività a puro fenomeno turistico o commerciale. In questo senso l’Associazione Aqua Augusta cerca di perseguire le proprie finalità conoscendo le difficoltà ma anche tutte le potenzialità di una sapiente gestione dal basso e di un percorso condiviso di recupero e valorizzazione del patrimonio culturale.
ABSTRACT
Discovered in 2011, the tract of a Roman Aqueduct found underneath Palazzo Peschici-Maresca in Naples represents a key archaeological find to tracing the entire trajectory of the ancient construction. The aqueduct was built in the first century AD, during the Augustan age, and was an extraordinary work of hydraulic engineering at the time. It was more than 100 km long, from the springs of Serino to Miseno, in the Campi Flegrei area, and supplied water to the most important cities in Campania, such as Neapolis and Pozzuoli. Over the centuries, its arched bridges were buried due to rising ground levels. Later, in some cases, they were used as foundations for new buildings as the city expanded beyond the walls of ancient Neapolis, leading to the birth of the Vergini-Sanità neighborhood. The spaces bordered by the old arches, now underground, served as cellars, as a bomb shelter during the Second World War and, unfortunately, as a garbage dump. Opened in 2015, the archaeological site is currently managed by Associazione Aqua Augusta. In collaboration with other cultural associations, it is working on a whole project for its promotion and enhancement. Among other activities, the program Underneath the Arches aims to activate a dialogue between archaeology and contemporary art, and to establish a relationship between the local material and immaterial culture and the artistic research of international artists.
GALLERIA FOTOGRAFICA
INDICE E FONTI DELLE ILLUSTRAZIONI
Fig. 1 – Mappa del Borgo dei Vergini con le principali presenze monumentali, architettoniche e archeologiche. Elaborazione grafica di P. Pirozzi. Il tracciato dell’acquedotto è desunto da disegni di F. Colussi e C. Leggieri.
Fig. 2 – Pianta del piano interrato di Palazzo Peschici-Maresca con i resti dell’Acquedotto Augusteo. Rilevo ed elaborazione grafica di Studiolibero Architettura.
Fig. 3 – Plastico con i ponti-canale dell’Acquedotto e i prospetti delle tombe ellenistiche. Plastico di F. Colussi e C. Leggieri. Foto: P. Pirozzi.
Fig. 4 – Arcata del ponte-canale est. Foto: M. Palumbo.
Fig. 5 – Arcate dei ponti-canale e volta a botte appoggiata sulle strutture di epoca romana. Foto: A. Capone.
Fig. 6 – Arcate del ponte-canale ovest, dal lato del percorso di accesso allo spazio interrato. Foto: A. Capone.
Fig. 7 – Pilastro e arcata murata del ponte-canale ovest. Foto: M. Palumbo.
Fig. 8 – Sistema di volte appoggiate sulle strutture romane e sui muri intermedi di epoca successiva. Foto: M. Palumbo.
Fig. 9 – Uno dei pozzi parzialmente crollati, appoggiato per un lato su un pilastro dell’acquedotto romano. Foto: A. Capone.
Fig. 10 – Arturo Hernández Alcázar, Blind Horizon, installazione 2018. Foto: A. Picascia.
Fig. 11 – Hera Büyüktaşçıyan, From there we came out and saw the stars, installazione 2018-2019. Foto: M. Esposito.
Fig. 12 – Adrian Melis, Terra asciutta, performance e installazione 2020-2021. Foto: A. Picascia.
Fig. 13 – Jumana Manna, Depositions, installazione 2022. Foto: A. Picascia.
NOTE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
NOTE
[1] L’area, al tempo particolarmente sviluppata dal punto di vista commerciale e militare, anche grazie ai suoi porti naturali, era ricca di acque minerali non potabili ma priva di fonti di acqua dolce. Cfr. Ferrari G., Lamagna R. (2016).
[2] Tra i primi Carlo Leggieri e Francesco Colussi, poi affiancati da archeologi, funzionari della Soprintendenza e membri di associazioni culturali locali, che successivamente hanno chiesto e ottenuto la gestione del sito da parte dell’Arciconfraternita dei Pellegrini di Napoli, ente proprietario dell’immobile.
[3] Per una descrizione dettagliata delle strutture e del rapporto con l’immediato contesto si rimanda agli scritti degli stessi Colussi F., Leggieri C. (2016 e 2018).
[4] Il plastico realizzato dall’Associazione Celanapoli, fornisce una chiara idea del paesaggio all’epoca della costruzione dell’acquedotto, nonché del rapporto con la necropoli di epoca ellenistica del III-IV sec. a.C. e con le costruzioni civili realizzate nei secoli successivi.
[5] Cfr. Bonacchi C. (2009), Volpe G. (2018).
[6] Il programma Aqua Augusta nasce nel 2017, ideato e coordinato da Pippo Pirozzi, nell’ambito di attività condivise con altre associazioni. Nel 2024 Aqua Augusta è diventata un’associazione culturale che opera autonomamente, i cui soci fondatori sono Pippo Pirozzi (Presidente), Marina Galzignato e Carlo Leggieri, già soci fondatori dell’Associazione VerginiSanità.
[7] Cfr. Corbisiero F., Pirozzi P. (2020).
[8] Cfr. Rippa M. (2017), in antichi manoscritti i ponti canale dell’acquedotto sono indicati come portici che i primi cristiani avevano come riferimento sul percorso verso i luoghi devozionali.
[9] Cfr. Pirozzi P. (2021), pp. 56, 59, 60.
[10] Cfr. Maiorino M. (2019)
[11] Per ulteriori approfondimenti cfr. i testi di accompagnamento delle curatrici Chiara Pirozzi e Alessandra Troncone e le pagine del programma Underneath The Arches sul sito www.aquaugusta.it con la relativa documentazione e l’ampia rassegna stampa.
[12] https://www.teatringestazione.com/altofest/home-202x/
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Bonacchi C. (2009), Archeologia pubblica in Italia. Origini e prospettive di un ‘nuovo’ settore disciplinare, in Ricerche Storiche 2-3, Pasini, Pisa, pp. 329-350.
Buccaro A. (2016), L’acquedotto augusteo di Neapolis: ipotesi sul tracciato urbano attraverso la cartografia storica e i nuovi rinvenimenti, in Atti del VI Convegno di Storia dell’Ingegneria – 2nd International Conference on History of Engineering, Cuzzolin, Napoli, pp. 573-587.
Colussi F., Leggieri C. (2016), L’acquedotto augusteo del Serino nell’area Vergini-Sanità a nord di Neapolis: identificazione e studio di due ponti-canale, in Atti del VI Convegno di Storia dell’Ingegneria – 2nd International Conference on History of Engineering, Cuzzolin, Napoli, pp. 589-598.
Colussi F., Leggieri C. (2018), L’acquedotto augusteo del Serino a nord di Neapolis nell’area compresa tra la Sanità e i Ponti Rossi, in Atti del VII Convegno di Storia dell’Ingegneria – 3rd International Conference on History of Engineering, Cuzzolin, Napoli.
Corbisiero F., Pirozzi P. (2020), Sottosuolo. Alla scoperta della città porosa, in Enciclopedia Sociologica dei Luoghi, vol. 2, a cura di Giampaolo Nuvolati, Ledizioni, Napoli, pp. 369-386.
Ferrari G., Lamagna R. (2016), L’Acquedotto Augusteo della Campania nei Campi Flegrei (Napoli), in Archeologia Sotterranea, anno VI, n.13, ottobre 2016, Sotterranei di Roma, Roma.
Maiorino M. (2019), L’antico alla prova del contemporaneo. Intersezioni tra archeologia ed arte nelle pratiche espositive del tempo presente, in L’archeologia pubblica prima e dopo l’archeologia pubblica, a cura di Patrizia Dragoni, Mara Cerquetti, Il capitale culturale, suppl.09/2019, eum edizioni, Macerata, pp. 333-351.
Pirozzi P. (2021), Palazzo Sanfelice. L’architettura e la scala urbana, FrancoAngeli, Milano.
Pirozzi C., Troncone A. (2018-2024), brochure illustrative delle mostre del programma Underneath The Arches, stampa tipografica, Napoli.
Purini F., a cura di (2011), Acquedotti romani, Gangemi, Roma.
Rippa M. (2017), Alcuni esempi di residenza urbana nel borgo dei Vergini su preesistenze e antiche infrastrutture di servizio alla baia di Neapolis, in La Baia di Napoli. Strategie integrate per la conservazione e la fruizione del paesaggio culturale, Vol. II, a cura di Aveta A., Marino B. G., Amore R., ArtStudioPaparo, Napoli.
Scotto di Vetta M.R. (2019), Dal Museo Archeologico alle Catacombe di San Gennaro. Antico e contemporaneo fra Rione Sanità e Capodimonte, Tesi di Laurea in Storia dell’Arte del Mondo Contemporaneo, Relatore prof.ssa Gaia Salvatori, Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, Facoltà di Lettere, Napoli.
Volpe G. (2018), Per un’archeologia al futuro: globale, pubblica, partecipata (e anche un po’ più coraggiosa), in Archeologia quo vadis? Riflessioni metodologiche sul futuro di una disciplina, atti del Workshop Internazionale Gennaio 2018, Catania.
SITOGRAFIA E CANALI SOCIAL
Artdays Napoli Campania: https://www.artdaysnapolicampania.com/
Associazione Aqua Augusta: https://www.aquaaugusta.it, https://www.instagram.com/aquaaugusta/
Luoghi del Contemporaneo – Ministero della Cultura: https://luoghidelcontemporaneo.cultura.gov.it/esplora/acquedotto-augusteo/
Open House Napoli: https://www.openhousenapoli.org/, https://www.instagram.com/openhousenapoli/
Teatringestazione – Altofest: https://www.teatringestazione.com/altofest/virtual/altofest-archivio/
Underneath The Arches: https://www.instagram.com/ua.exhibitions/
BIOGRAFIA AUTORI
Carlo Leggieri è assistente tecnico presso la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli. È socio dell’Associazione Culturale Aqua Augusta e fondatore dell’Associazione Culturale Celanapoli, con la quale cura il recupero e la fruizione della Necropoli Ellenistica di Neapolis nell’area Vergini-Sanità. Collabora con enti di ricerca quali il CIBeC e l’INFN. Ha pubblicato numerosi articoli sulla Necropoli Ellenistica e sull’Acquedotto Augusteo.
Pietro “Pippo” Pirozzi è un architetto libero professionista, con numerose esperienze nel campo della progettazione architettonica, per edifici pubblici ed opere complesse di recupero urbano. All’impegno professionale affianca diverse attività culturali e di supporto alla didattica, collaborando con il CNR, l’Università Federico II e con l’Ordine degli Architetti di Napoli. È presidente dell’Associazione Culturale Aqua Augusta, partecipa a progetti di valorizzazione del patrimonio culturale e all’organizzazione di eventi e mostre, in particolare per l’area Vergini-Sanità. Nel 2021 ha pubblicato il volume “Palazzo Sanfelice – L’Architettura e la scala urbana”, edito da FrancoAngeli.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link