Downhill, Ivan Luccon morto a 50 anni sulla pista: colpo alla spina dorsale nell’ultimo salto. Il fratello era morto 10 anni fa: precipitò con un ultraleggero

Il dosso affrontato in sella alla mountain bike, il volo, la caduta sulla pista con un colpo violentissimo alla testa, e, alla fine, il buio. Se ne è andato così ieri tra le 15 e le 16 di domenica, Ivan Luccon, 50 anni, parrucchiere di Motta di Livenza nel Trevigiano. La sua morte è avvenuta a poche decine di metri dalla compagna e dai tre figli che, però, non avrebbero assistito alla tragica fine del loro caro. La donna si trovava insieme ai bimbi nella zona ricreativa del parco, è stata avvertita dal titolare della pista Denis Dalle Fratte e, una volta arrivata sul luogo della caduta, ha visto il compagno senza vita. «Anche se noi» rivela il gestore del parco, «pensavamo fosse solo svenuto. È stato il medico del 118 una volta arrivato sul posto a dirci che Luccon era morto. E in quel momento che l’ha saputo anche la sua compagna».

La dinamica

L’incidente si è verificato al parco bike «Grappa gravità Games» in località Cassanego di Borso del Grappa sempre nella Marca a 90 chilometri dall’abitazione di Luccon. I primi a soccorrerlo sono stati altri appassionati delle bici da montagna in evoluzione sullo stesso percorso. Per il cinquantenne, però, non c’era più nulla da fare, è diventato subito cianotico. Secondo i primi accertamenti, la sua morte sarebbe stata istantanea a causa della rottura dell’osso del collo. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri della compagnia di Castelfranco Veneto che hanno sequestrato la bicicletta e il caschetto utilizzato da Luccon. In queste ore, la Procura di Treviso ha aperto un fascicolo per far piena luce sulle eventuali responsabilità dell’incidente costata la vita al parrucchiere. Non è escluso che il pm Michele Permunian nomini un perito per svolgere accertamenti sulla regolarità sia di dossi e rampe sulla pista di Borso del Grappa oltre che dei sistemi di sicurezza. La Procura non ha iscritto ancora nessuno sul registro degli indagati mentre si ipotizza il reato di omicidio colposo. Fino ad ora, non è stato disposto il sequestro della pista.

Il rientro in camper

Domenica sera, la compagna e i tre figli sono tornati a casa in camper: «Un nostro amico», raccontano ancora dal Parco, «li ha accompagnati, guidando il loro mezzo per un’ora e mezza». Un viaggio straziante: «La compagna piangeva, la figlia più grande ha capito poco dopo la partenza che il padre era morto mentre gli altri due bimbi non sapevano cos’era successo». Una volta arrivati a casa a Motta di Livenza hanno trovato l’ambulanza sotto casa perché la madre di Luccon era svenuta una volta saputo della morte del figlio.

La testimonianza del gestore

È lo stesso gestore del parco a spiegare la dinamica della caduta in base alla testimonianza di altri ciclisti: «In sella alla sua bici, è salito su una rampa alta due metri e dieci centimetri», spiega Dalle Fratte, «e, durante il volo una volta lasciato il “trampolino”, ha fatto una rotazione molto anomala quasi a voler fare una capriola in avanti. Si è trattato di una cosa innaturale, forse ha fatto un movimento sbagliato in rampa, forse ha perso già lì il controllo della bici. Facciamo fatica a capirlo». E si è arrivati così al violentissimo impatto: «Ha chiuso il suo volo, colpendo il fondo con schiena e nuca». Non c’è alcun particolare rischio ad affrontare quel salto: «Ha una pericolosità media» precisa il gestore del Parco in carica da otto anni, «lo affrontano anche i bimbi di nove anni. Luccon l’ha fatto minimo una trentina di volte nelle cinque, sei escursioni che ha fatto qui». Può anche essere che il trevigiano abbia affrontato quel salto, prendendo paura perché c’è un piccolo solco sotto la rampa: «Forse», è ancora l’ipotesi di Dalle Fratte, «ha spinto la bici in avanti invece che verso l’alto, provocando così la rotazione in aria e cadendo con la schiena». Al Parco di Borso del Grappa, non si temono ripercussioni “legali”: «Siamo a posto, abbiamo la liberatoria, lui è tesserato ma resta la tragedia e siamo tutti traumatizzati».

La scomparsa del fratello

Ivan Luccon aveva perso il fratello Andrea poco più di una decina di anni fa quando viaggiava insieme ad un amico a bordo di un ultraleggero poi precipitato. A Motta di Livenza, l’improvvisa scomparsa di Luccon ha lasciato tutti sconcertati. Era molto conosciuto ed apprezzato anche per la sua attività di parrucchiere, ereditata dalla madre nella zona industriale del paese. Era da sempre appassionato di sport come il windsurf e la moto alla quale, però, aveva rinunciato recentemente per trascorrere più tempo con i figli. Con il fratello Andrea, aveva partecipato a gare di kart. 

Aperto un fascicolo

Sulla morte di Luccon il sostituto procuratore Michele Permenunian ha aperto un fascicolo in cui si ipotizzerebbe il reato di omicidio colposo, per ora senza indagati. Sono stati sequestrati il caschetto che il 50enne indossava al momento dell’incidente e la bicicletta da downhill, che sarà oggetto di un esame che scarti l’eventualità di un guasto meccanico. Nessun provvedimento, invece, è stato preso sul bike park Gravity Games di Borso del Grappa, il cui regolamento prevede tra l’altro che i ciclisti firmino un liberatoria relativa alle evoluzioni che intendono compiere. L’ipotesi più probabile, secondo gli investigatori, resta quella dell’errore umano. I funerali, saranno celebrati giovedì prossimo alle ore 15 nel Duomo di Motta di Livenza.

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