Da Perugia la riscossa dei precari, docente con contratti a termine per 20 anni risarcita con 41 mila euro

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Dal tribunale del lavoro di Perugia arriva la sentenza che potrebbe stravolgere l’abuso di contratti a termine da parte del settore pubblico, in questo caso il ministero dell’Istruzione e del Merito. I giudici hanno infatti riconosciuto un risarcimento di oltre 41 mila euro a una docente umbra di religione rimasta precaria per oltre vent’anni, sancendo nei fatti l’illegittimità della reiterazione dei contratti a tempo determinato. La causa civile è stata promossa dall’insegnante – originaria dell’Assisiano – tramite Anief (Associazione nazionale insegnanti e formatori) con gli avvocati Francesco Cerotto, Walter Miceli e Fabio Ganci. La docente ha prestato servizio alle dipendenze del ministero dell’Istruzione e del Merito come insegnante di religione cattolica con una “serie di contratti in successione, a partire dall’anno scolastico 1999/2000 sino al 2020/21, stipulati per la copertura dell’intero anno scolastico con il meccanismo del rinnovo automatico e, in ogni caso, in assenza di ragioni sostitutive di personale temporalmente assente, dolendosi del fatto che l’ultimo concorso bandito per l’assunzione a tempo indeterminato degli insegnanti di religione cattolica sia stato indetto nel 2004”. Un altro contratto è stato attivato per l’anno scolastico 2022/23 per un totale di 23 anni.

Nel ricorso di Anief per la docente umbra viene contestato che la reiterazione di contratti a termine dal 1999 a oggi violasse la normativa italiana (articolo 36 del decreto legge 165/2001) e quella europea (1999/70/Ce). Nella sentenza – l’udienza c’è stata prima di Natale – i giudici del tribunale di lavoro di Perugia hanno rilevato che la reiterazione dei contratti era in contrasto con il principio di temporaneità prevista dalla legge italiana e con al direttiva Ue che impone agli Stati membri di adottare misure per prevenire l’abuso di contratti a termine successivi. Inoltre il ministero era tenuto a bandire concorsi con cadenza triennale per stabilizzare gli insegnanti di religione. Inoltre lo stesso tribunale del capoluogo umbro ha giudicata inadeguata la procedura di stabilizzazione avviata lo scorso anno, venti anni dopo la precedente, per offriva solo “una possibilità di assunzione e non una certezza”.

Il caso che vede il tribunale del lavoro di Perugia protagonista è uno dei primi che applica i criteri risarcitori stabiliti dal Decreto legge 131/2024 che ha introdotto modifiche significative al sistema di risarcimento in caso di abuso di contratti a termine nel settore pubblico adeguando la normativa italiana a quella europea, una sentenza in linea con altre recenti della Corte di giustizia dell’Unione europea. In questo caso il giudice ha preso atto della durata del rapporto di lavoro, del numero dei contratti stipulati, della gravità dell’abuso e del “danno maggiore” e quantificato un risarcimento di 41.114,72 euro, specificando che l’indennità riconosciuta non ha solo una funzione riparatoria ma anche sanzionatrice e dissuasiva.
Si tratta di una sentenza importante in un momento storico in cui il precariato nella scuola sta vedendo un riconoscimento trasversale di diritti che parificano i docenti precari a quelli di ruolo nella maggior parte dei casi, come è giusto che sia. I contenziosi riguardanti carta docente, ferie e, da ultimo, quello relativo ai contratti a termine, che il sindacato Anief – attraverso un lavoro in team con i colleghi Ganci, Miceli, Rinaldi e Zampieri – sta da tempo portando avanti, vanno proprio in questa direzione e stanno trovando positivo riscontro in tutti i i tribunali d’Italia, compresi quelli umbri e di questo non possiamo che essere felici e decisi nel voler continuare in questa direzione” ha sottolineato Francesco Cerotto, legale Anief Umbria. “La verità – aggiunge Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – è che il nostro Paese deve adeguarsi e in fretta alle richieste che arrivano dell’Unione Europea sulla stabilizzazione del personale della pubblica amministrazione, a partire da quello che lavora nella scuola dove un insegnante su quattro è precario, nonostante abbia spesso superato procedure concorsuali”. La riscossa dei precari parte, grazie ad Anief, dal tribunale del lavoro di Perugia.

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