colpa pure della sinistra. Ma Cucchi li paragona ai black bloc

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A Milano non è successo niente, né al corteo di sabato né nei precedenti che hanno chiesto “verità e giustizia” per Ramy Elgaml, milanese di origine egiziana morto a 19 anni all’alba del 24 novembre, e pure per Fares Bouzidi, il 22 enne che guidava il TMax a velocità folle nella fuga di otto chilometri dai carabinieri finita con lo schianto che ha ucciso il passeggero suo amico, ed è indagato per omicidio colposo stradale al pari del vicebrigadiere al volante della Giulietta che li tallonava. Per chi sfila il verdetto è già “omicidio razziale“, ma dopo i disordini animati da alcune decine di giovani al Corvetto all’indomani dell’incidente a Milano i cortei per Ramy sono stati sempre pacifici, grazie soprattutto agli appelli dei familiari della vittima. La loro voce, però, non è stata ascoltata oltre il confine della tangenziale: dopo Torino, anche a Roma e a Bologna ci sono stati assalti alle forze dell’ordine e vandalismi, che nel capoluogo emiliano hanno preso di mira pure la sinagoga.

E il giorno dopo alla famiglia Elgaml è toccato di nuovo alzare la voce per far sentire la propria dura condanna delle violenze, in un coro che spazia dai sindacati di polizia e carabinieri alle comunità ebraiche e ovviamente ai politici di tutto l’arco costituzionale, a cominciare dalla più potente, la premier Giorgia Meloni che sui social ha parlato di “ignobile episodio di disordine e caos ad opera dei soliti facinorosi. Non si può utilizzare una tragedia per legittimare la violenza”. “Nessuna giustificazione, nessuna tolleranza” concorda il presidente del Senato Ignazio La Russa, esprimendo “vicinanza ai sindaci di Roma e Bologna, alle forze dell’ordine e alla comunità ebraica”. Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, della Lega, che dopo la tragedia aveva incontrato i parenti di Ramy al pari del sindaco di centrosinistra Giuseppe Sala, concorda: “Per questi delinquenti serve tolleranza zero. Una cosa è il sacrosanto diritto di manifestare, un’altra seminare scompiglio, danneggiare tutto ciò che si trova e picchiare chi deve garantire l’ordine pubblico”, aggiunge condannando “la strumentalizzazione di una parte, la solita dell’estrema sinistra”.

La tragedia di Ramy è stata prestissimo buttata in politica, in realtà da entrambi gli schieramenti. E anche ieri, nel coro di condanne arrivate da tutti i partiti, il vicepremier, ministro dei Trasporti e leader della Lega Matteo Salvini tuonava contro i “criminali rossi”, Maurizio Lupi di Noi moderati si augurava “che anche tutte opposizioni esprimano solidarietà alle forze dell’ordine” e il senatore Massimiliano Romeo, segretario lombardo del Carroccio, collegando nell’”escalation di violenze verso le nostre forze dell’ordine” i fatti di Roma e Bologna con i disordini di novembre al Corvetto, quelli di venerdì a Busto Arsizio e le “violenze della notte di Capodanno in piazza Duomo”, concludeva che “quanto sta accadendo è anche conseguenza di un atteggiamento irresponsabile e ideologico da parte della sinistra” che “alimenta un clima di odio e di mancanza di rispetto delle regole”. Tesi rilanciata ieri mattina anche da un post sulla pagina Facebook del partito della premier, Fratelli d’Italia: “Ancora aggressioni alle nostre forze dell’ordine, ancora silenzio dalla sinistra. Dalla loro bocca non esce neppure una parola di condanna. Elly Schlein, dove sei?”

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In realtà di condanne alle violenze di Roma e Bologna ne sono arrivate in abbondanza da sinistra, non solo dalla segretaria dem. A Milano, il capogruppo del Pd in Regione Pierfrancesco Majorino le ha definite “il modo peggiore per reagire ai fatti che hanno portato alla morte di Ramy”, “forme di teppismo che non hanno niente a che fare con la serietà, la compostezza e il sostegno assoluto nei confronti della magistratura che molti, proprio al Corvetto, hanno mostrato in questi settimane e giorni. Spero che i violenti siano presto individuati”. La consigliera regionale dem Carmela Rozza, che era al primo corteo pacifico per Ramy, mette in chiaro che “chi strumentalizza la sua morte per devastare una città e attaccare le forze dell’ordine non ha nulla a che fare né con lui, né con la sua famiglia e i suoi amici, né tanto meno con l’antirazzismo. Al contrario sporca la sua memoria, fomenta l’odio e dà forza ai razzisti”.

Ilaria Cucchi, la senatrice di Avs che dopo la trasmissione in alcuni tg di alcuni spezzoni di video (che gli inquirenti hanno in mano, integrali, da un mese e mezzo) aveva scritto al comandante dell’Arma chiedendo la “sospensione e conseguente destituzione dei carabinieri che hanno messo negli atti ufficiali una ricostruzione dell’accaduto che mi pare incompatibile con quanto documentato dalle immagini”, non esita a definire “sciacalli e criminali coloro che usano la violenza approfittando della immane tragedia che ha distrutto una famiglia. A loro non interessa nulla della morte di quel ragazzo di 19 anni. Mi ricordano i black bloc a Genova durante le manifestazioni pacifiche per il G8”, chiarisce, precisando poi che “sono e sarò sempre a fianco di tutti quei ragazzi che protestano e rivendicano i propri diritti”. Gi.Bo.



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