In Piemonte, terra rinomata per i suoi vini pregiati come il Barolo e il Barbaresco, il consumo di vino sta vivendo un declino significativo. Un calo del 15% nel 2024 ha scosso il settore, sollevando interrogativi sul futuro di una tradizione secolare. Ma quali sono le cause di questo fenomeno? E cosa significa per l’economia locale e per la cultura del vino?
Le nuove restrizioni del codice della strada, che impongono limiti severi sul tasso alcolemico, hanno avuto un impatto tangibile sui consumi di vino, specialmente nelle trattorie e nella ristorazione veloce. Come sottolinea Valentina Abbona, del coordinamento commerciale di Marchesi di Barolo, “le restrizioni del nuovo codice della strada stanno riducendo i consumi nelle trattorie e nella ristorazione veloce”. Tuttavia, i vini di prestigio sembrano avere un mercato di riferimento diverso, meno influenzato da queste restrizioni.
Il cambiamento climatico gioca un ruolo cruciale in questa dinamica. Con inverni sempre più miti, la tradizionale Barbera da 14 gradi risulta meno appetibile. Roberta Ceretto, dell’azienda vitivinicola Ceretto, osserva che “se fa più caldo corrono i bianchi”, evidenziando come i vini bianchi e le bollicine stiano guadagnando terreno. Infatti, in Italia, i vini bianchi hanno superato in produzione e consumo i rossi, segnalando un cambiamento nelle preferenze dei consumatori.
Secondo l’Osservatorio dell’Unione Italiana Vini, il consumo globale di vino è sceso a circa 22,1 miliardi di litri nel 2023, rispetto al picco di 25 miliardi di litri nel 2007. Questo trend preoccupa una filiera che occupa quasi 37 mila persone, di cui 10 mila stagionali. Lamberto Frescobaldi, presidente dell’Osservatorio, sottolinea che “la domanda di vino è maggiormente legata al piacere e alla condivisione che non all’abitudine”, suggerendo che il consumo di vino sta diventando più responsabile.
Il futuro del vino piemontese, con particolare riferimento alla situazione nel Canavese
Il Piemonte, con le sue 60 denominazioni, rischia di vedere una forbice crescente tra produzione e domanda. La produzione globale di vino supera il consumo del 7%, sollevando la questione se il vino diventerà un bene di lusso, riservato a un’élite ristretta. Tuttavia, i vini premium, sebbene rappresentino solo lo 0,5% della produzione nazionale, continuano a crescere. Questo potrebbe rappresentare un’opportunità per il Piemonte, che ha puntato sulla qualità e le produzioni artigianali.
Un altro fattore da considerare è il ricambio generazionale. I giovani consumatori bevono meno vino rispetto ai loro genitori, preferendo cocktail e bevande pronte da bere. Questo cambiamento nelle abitudini di consumo potrebbe ulteriormente influenzare il mercato del vino nei prossimi anni. In questo contesto, il Piemonte si trova di fronte a una sfida complessa: adattarsi a un mercato in evoluzione senza perdere la sua identità vinicola. La qualità e l’artigianalità potrebbero essere le chiavi per affrontare questa crisi, trasformandola in un’opportunità per riaffermare il valore dei suoi vini pregiati.
Il cambiamento climatico gioca un ruolo cruciale
Il Canavese, storica area vitivinicola del Piemonte, sta affrontando sfide significative nel settore del vino, in linea con le tendenze regionali e nazionali. Nel 2024, il Piemonte ha registrato un incremento del 5% nella produzione vinicola, raggiungendo oltre 2,25 milioni di ettolitri
Nonostante ciò, l’export ha mostrato un leggero calo dello 0,4% a valore nei primi nove mesi dell’anno, dopo una flessione del 6% nel 2023
In questo contesto, i produttori del Canavese, noti per vini come l’Erbaluce di Caluso DOCG, il Carema e il Canavese DOC, stanno adottando strategie per affrontare le sfide climatiche e le nuove esigenze del mercato. Secondo le previsioni per la vendemmia 2024, nonostante le condizioni climatiche complesse tra maggio e luglio, l’attenzione dei viticoltori ha permesso di mantenere in buona salute i vigneti, con prospettive positive sia in termini qualitativi che quantitativi
Tuttavia, il settore deve confrontarsi con un calo dei consumi interni. Nel 2024, l’Italia ha registrato un consumo pro capite di 26,3 litri, in diminuzione rispetto ai 27,8 litri del 2023 Questo trend riflette cambiamenti nelle abitudini dei consumatori, influenzati da una maggiore consapevolezza della salute e da preferenze per bevande a basso contenuto alcolico.
Per affrontare queste sfide, i produttori del Canavese stanno puntando sulla qualità e sulla sostenibilità, cercando di attrarre nuovi segmenti di mercato e di adattarsi alle tendenze emergenti. La promozione dei vini locali attraverso eventi e degustazioni, insieme all’adozione di pratiche agricole sostenibili, rappresenta una strategia chiave per mantenere la competitività in un mercato in evoluzione.
In conclusione, nonostante le difficoltà, il settore vinicolo del Canavese mostra resilienza e capacità di adattamento, continuando a valorizzare una tradizione secolare e contribuendo all’economia locale.
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