Il bonus mamme lavoratrici, meglio conosciuto come bonus mamme, è stato confermato dall’ultima legge di Bilancio anche per il 2025 ma con alcune novità. La misura consiste nell’esonero dal versamento dei contributi sociali per alcune categorie di lavoratrici, madri di due o più figli fino al compimento del decimo anno d’età del figlio più piccolo.
Se nel 2024 il bonus era riservato alle sole lavoratrici dipendenti, nel 2025 è stato esteso anche alle lavoratrici a tempo determinato e a quelle autonome che non abbiano scelto il regime forfettario. Attenzione però che è stato introdotto un limite di reddito: per avere diritto al bonus occorre che la retribuzione o il reddito imponibile ai fini previdenziali non superi i 40mila euro l’anno. Inoltre, non si parla più di esonero totale dal versamento dei contributi ma parziale: le quote in detrazione verranno definite in un apposito decreto entro il 29 gennaio.
A chi spetta il bonus mamme lavoratrici 2025
Il bonus mamme lavoratrici consiste in un esonero dal versamento della quota di contributi previdenziali a carico delle lavoratrici madri di due o più figli, fino al compimento del decimo anno d’età del figlio più piccolo.
Nel caso in cui la lavoratrice sia madre di tre o più figli, a decorrere dal 2027 l’esonero contributivo spetta fino al mese del compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo.
In sostanza il bonus mamme agisce diminuendo (in misura parziale per il 2025 come si vedrà più avanti) i contributi trattenuti (o dovuti nel caso delle lavoratrici autonome) dalle lavoratrici dipendenti / autonome a finanziamento dell’assicurazione Invalidità, Vecchiaia e Superstiti (IVS). Ne consegue che il beneficio in termini economici per le madri beneficiarie della misura si concretizza in:
- minori trattenute sui compensi lordi a titolo di contributi IVS per le lavoratrici dipendenti
- un minor versamento all’INPS a titolo di contributi per l’Invalidità, la Vecchiaia e i Superstiti per le lavoratrici autonome.
Va precisato che, pur comportando un minor versamento di contributi a finanziamento della pensione, godere del Bonus mamme non genera alcuna penalizzazione nell’accesso e nella misura del trattamento pensionistico spettante alla lavoratrice.
Requisiti per il bonus mamme 2025
Mentre nel 2024 il requisito base era quello di essere una lavoratrice dipendente con due o più figli, per il 2025 il bonus è stato esteso anche alle lavoratrici, madri con due o più figli, con contratto a tempo determinato e alle lavoratrici autonome purchè non abbiano scelto il regime forfettario. E’ stato introdotto però un limite di reddito che nel 2024 non era previsto: il bonus spetta quindi alle mamme lavoratrici la cui retribuzione o il reddito imponibile ai fini previdenziali non superi i 40mila euro l’anno.
Le novità sull’esonero
Ulteriore novità per il 2025 consiste nel fatto che il bonus mamma non prevede l’esonero totale della contribuzione bensì parziale da stabilire con un apposito decreto. Vediamo meglio cosa significa. Il comma 180 della legge di bilancio 213 del 2023 prevedeva due diverse misure:
- dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026 l’esonero del 100% della quota dei contributi previdenziali per le lavoratrici madri di 3 o più figli, con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, anche part time sia del settore privato che del pubblico impiego, ad esclusione dei rapporti di lavoro domestico, fino al mese di compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo, nel limite massimo annuo di 3.000 euro riparametrato su base mensile.
Esclusivamente per il 2024 lo stesso sgravio spettava anche:
- alle lavoratrici madri di due figli (sempre con contratto a tempo indeterminato, ed esclusi i rapporti di lavoro domestico) fino al mese del compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo, tutto nel limite massimo annuo di 3mila euro, ripartito su base mensile.
Per il 2025 la Legge di Bilancio ha previsto che l’esonero contributivo non sarà più del 100% ma parziale e riconosciuto alle lavoratrici iscritte all’assicurazione generale obbligatoria (e quindi dipendenti) o alla gestione separata (cioè autonome) a condizione che la retribuzione o il reddito imponibile ai fini previdenziali non sia superiore all’importo di 40.000 euro su base annua.
Per avere maggiori dettagli sulle percentuali di riduzione e le modalità applicative occorrerà attendere il decreto ministeriale previsto dalla norma entro 30 giorni dall’entrata in vigore: si avranno quindi ragguaglia in merito dal 29 gennaio.
Cosa succede alle mamme di tre o più figli? Per il periodo dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026 non verrà applicata la riduzione parziale ma resterà effettiva quella totale come previsto dalla Manovra 2024 (articolo 1, comma 180, Legge numero 213/2023). (https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2023/12/30/23G00223/SG)
Come fare richiesta
Per le lavoratrici dipendenti si confermano le modalità previste nel 2024. Non dovranno quindi fare domanda per il bonus le mamme lavoratrici con lavoro dipendente dal momento che sarà il datore di lavoro a riconoscere il contributo direttamente in busta paga a partire dal gennaio 2025. Per le lavoratrici autonome saranno indicate le modalità di richiesta nel decreto ministeriale attuativo.
Quali sono le mamme lavoratrici escluse?
Anche per il 2025 restano escluse dal bonus mamme diverse categorie di madri che lavorano, per esempio:
- le madri con un figlio solo, anche se disabile
- le lavoratici in casa
- le disoccupate
- le collaboratrici occasionali
- le lavoratrici autonome che hanno aderito al regime forfettario
Le criticità
Già lo scorso anno la misura aveva suscitato dei dubbi tra le lavoratrici sulla effettiva convenienza dell’agevolazione poiché l’aumento del netto, derivante dall’esonero contributivo, fa aumentare l’imponibile fiscale e, di conseguenza, l’Irpef da pagare.
E inoltre fa aumentare l’Isee con possibili ricadute negative sull’assegno unico, il cui ammontare viene calcolato proprio sulla base di questo indicatore. A questo ora si aggiunge il limite di reddito, che va a sommarsi a tutti gli altri requisiti necessari per poter accedere al bonus mamma suscitando ancora maggiori perplessità riguardo la reale efficacia della misura.
La manovra sembra essere premiante soprattutto per le categorie di lavoro più sicuro, aumentando il divario con le situazioni di precarietà.
Foto di Sarah Chai per Pexels
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