Il Senato della Repubblica dedica a San Francesco un progetto che celebra l’ottavo centenario del “Cantico delle Creature” e il Giubileo 2025

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Roma, Piazza della Minerva, 38 – Palazzo della Minerva
Sala Capitolare della Biblioteca Giovanni Spadolini


dal lunedì al venerdì 10-13 / 15-18
Aperture straordinarie: 29 dicembre – 6, 25 e 26 gennaio – 16 febbraio – 1 e 2 marzo
(Chiusa nei giorni festivi, martedì 24 e martedì 31 dicembre).

Per visitare la mostra non è necessario prenotare; i minori possono accedere se accompagnati; borse, zaini, oggetti ingombranti dovranno essere lasciati al guardaroba e non è consentito effettuare riprese fotografiche né filmati.
Il percorso della mostra è privo di barriere architettoniche.

Nel Giubileo con il Cantico delle Creature

Il percorso di avvicinamento alle celebrazioni dell’ottavo centenario dalla morte di Francesco d’Assisi (2026), patrono d’Italia e figura che ha segnato in modo indelebile le sorti dell’Europa intera, sta coinvolgendo sempre più vivamente le maggiori istituzioni del nostro Paese. In tale contesto un ruolo importante è riconosciuto ai Musei Nazionali di Perugia – Direzione regionale Musei nazionali Umbria e in particolare alla Galleria Nazionale dell’Umbria, che si sta qualificando come centro di convergenza delle sfide progettuali volte a riscoprire i grandi temi intrecciati al tempo e al pensiero del santo.
All’Istituto è stato assegnato a questo proposito un compito prestigioso: la progettazione scientifica e l’organizzazione di una mostra voluta dal Senato della Repubblica e promossa in collaborazione con il Ministero della Cultura, che celebri il “Poverello” in concomitanza della chiusura dell’ottavo centenario delle Stimmate (2024) e dell’inizio dell’Anno Giubilare del 2025.
L’evento espositivo, curato dal Direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria Costantino D’Orazio e da Veruska Picchiarelli, responsabile del Dipartimento di Arte medievale e della prima età moderna del museo, è ospitato in una sede illustre: la Sala Capitolare del Palazzo della Minerva, un tempo convento dei domenicani di Santa Maria sopra Minerva e oggi sede della Biblioteca del Senato.
Il fermo proposito della Direzione regionale Musei nazionali Umbria di farsi portavoce dei valori e dell’identità dell’intera regione ha indotto a voler fare di questo appuntamento un’occasione di promozione per le principali realtà culturali del territorio. È stato dunque immaginato un progetto scientifico nel quale ad alcuni capolavori della Galleria Nazionale si affiancano opere di altri istituti che raccontano in forma sintetica ma esaustiva un ideale percorso di sviluppo dell’iconografia di san Francesco tra Medioevo e Rinascimento.
La mostra si apre con due prestiti eccezionali, resi possibili dall’ormai consolidato rapporto di partnership con le due istituzioni di riferimento per la custodia e la trasmissione della memoria, del messaggio e dell’azione del santo.
Il Sacro Convento di Assisi ha concesso la preziosa Chartula, scritto autografo del “Poverello” che riporta un’ispirata benedizione al compagno e amico frate Leone e che si ritiene vergata dopo la comparsa delle impressioni delle stimmate, evento inaudito dal quale Francesco aveva ricavato un’intensa pace spirituale.
La Provincia Serafica di San Francesco ha messo a disposizione un’ulteriore reliquia, che è al contempo un’opera di notevole importanza storico-artistica: l’effige del santo dipinta da Cimabue negli anni in cui era impegnato ad affrescare la Basilica di Assisi, utilizzando come supporto la tavola che, stando alla tradizione, era servita da copertura della prima umilissima cassa di legno nella quale il corpo di Francesco fu tumulato subito dopo la morte.
Si prosegue con opere di alcuni fra i maggiori pittori del Medioevo e del Rinascimento, dal Maestro di Paciano a Taddeo di Bartolo, da Benozzo Gozzoli a Niccolò di Liberatore, in un percorso concentrato, ma di profonda suggestione, dove è possibile apprezzare l’evoluzione dell’immagine del santo in parallelo all’affermazione sempre crescente del suo culto. Vediamo dunque Francesco in compagnia di altri santi al cospetto della Madonna e del Bambino; lo ritroviamo protagonista dei momenti più dolorosi della Passione di Cristo accanto a coloro che effettivamente ne furono testimoni, in una condivisione nata dalla totale identificazione con l’oggetto del suo amore. Lo scopriamo poi protagonista di raffigurazioni di eccezionale potenza comunicativa e di alto valore simbolico, come l’elemento centrale del Polittico di San Francesco al Prato del citato Taddeo di Bartolo, nel quale egli calpesta i vizi contrapposti alle virtù che avevano orientato la sua straordinaria esperienza spirituale.
L’itinerario si conclude con due capolavori del più celebre pittore a cui la terra del “Poverello” abbia dato i natali: Pietro Vannucci detto Perugino, che nel corso della fortunatissima carriera si misurò più volte con il compito di dare un volto al santo. La capacità del “meglio maestro d’Italia” (come lo definì nel 1500 il mecenate Agostino Chigi) di rendere l’afflato mistico e di interpretare con intensità il manifestarsi della fede attraverso la gestualità e le espressioni dei personaggi rende le sue visioni di Francesco particolarmente vive e vicine, ricordandoci la perdurante attualità di questo grande uomo e del suo messaggio.

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