Agneddu e sucu e finiu u vattiu? – Monreale News

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Il circolo cittadino del Partito Democratico torna sulla spinosa questione del lease-back

MONREALE, 12 gennaio – Con una lunga nota, trasmessa oggi alla nostra redazione, il circolo cittadino del Partito Democratico e il gruppo consiliare del Pd tornano sulla spinosa questione del lease-back.

Una vicenda che ha riaperto una pagina di amministrazione cittadina lontana ormai nel tempo, chiamando a rispondere 36 protagonisti, a vario titolo, dell’esperienza amministrativa targata Toti Gullo, che nella scorsa primavera si è conclusa con una prescrizione. Sentenza che scrive la parola fine sulla vicenda giudiziaria, ma che – come afferma la stessa nota – non chiude affatto quella politica.  Da qui l’esigenza di fornire all’opinione pubblica una ricostruzione della vicenda.

“Verso la fine dell’anno 2005 – dice la nota – l’amministrazione Gullo, della quale facevano parte esponenti di questo circolo PD, avendo ereditato dalla precedente amministrazione un buco di 3,5 milioni di euro e la cassa comunale prosciugata, si è trovata di fronte al bivio di dichiarare il dissesto o di ricorrere a mezzi straordinari di intervento a quel tempo ritenuti universalmente percorribili quali il lease-back.
Una scelta decisiva – aggiungono i Dem – che ha scongiurato il dissesto, ha permesso la regolare prosecuzione dell’attività amministrativa, assicurato la normale apertura dell’anno scolastico, la trasformazione di rapporti di lavoro in scadenza, la regolare erogazione dei compensi al personale, l’abbattimento del costoso contenzioso dei fornitori allarmati e particolarmente aggressivi e che ha consentito la partecipazione a bandi dello Stato e della Regione per opere pubbliche delle quali si percepiscono oggi i benefici.
A distanza di quindici anni, l’amministrazione civica capitanata dal sindaco Alberto Arcidiacono, insediatasi nel 2019, a prevalente presenza di forze politiche di destra, ha avvertito lo scrupolo di un riesame per una presunta illegittimità della procedura, per temuti danni al patrimonio comunale, per possibili usi fraudolenti delle risorse, ecc.

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La tortuosa procedura che vede figli che mettono sotto accusa l’operato dei padri – dicono ancora i rappresentanti Pd – ripensamenti di esponenti politici che sono stati protagonisti di quelle scelte, incoerenze procedurali, proietta ombre sulla trasparenza dell’azione e presta il fianco ad ipotesi di opportunismo politico di bassa lega che offendono la democrazia.
L’azione intrapresa nel 2020 dal sindaco Arcidiacono e dal segretario generale Fragale ad avviso di questo circolo PD merita quindi una riflessione di valenza politica.
Ciò anche in conseguenza del fatto che la prescrizione riconosciuta in sede giudiziaria, non scioglie il dubbio, nell’opinione pubblica, se ci sia stato o meno un opportunismo politico che ha arrecato danni alle generazioni successive ed un impoverimento del patrimonio comunale.
Essa poi non fa giustizia dello sciacallaggio di quell’esponente politico che si è affrettato a duplicare sui mezzi di stampa locali, con toni scandalistici, il danno presunto e non rende giustizia del danno morale arrecato a 40 famiglie al quale si aggiunge quello materiale patito dalle famiglie dei 36 in vita.
La puntuale relazione del consulente di parte, commissionata per resistere all’accusa della Procura della Corte dei Conti, mette in chiara luce che non c’è stato nessun uso distorto delle risorse acquisite e sgombra il campo da ipotesi di sperperi del denaro pubblico.
Quanto poi al depauperamento del patrimonio i progetti a suo tempo presentati, ammessi al finanziamento dai competenti organi, hanno contribuito ad arricchire il patrimonio comunale. Progetti di cui questa amministrazione trae oggi immeritato vanto.

Rimangono però sul tappeto i danni materiali e morali subiti da 36/40 famiglie ed il discredito dell’operato di quella amministrazione, per cui non viene rimarginata una ferita inferta ai processi democratici da nebulose procedure.
In diritto, chiunque arreca un danno immotivato, pur se in buona fede, è chiamato a risarcire il danno prodotto.
In questo caso è ecessario capire in quali forme il sindaco Arcidiacono ed il segretario generale Fragale hanno maturato la determinazione di inviare gli atti alla Procura della Corte dei Conti, se di tale determinazione siano stati informati i componenti della nuova amministrazione, se ne era a conoscenza l’assessore al Bilancio, quali siano stati gli elementi sopraggiunti che giustificavano il riesame.
Qui non è tanto la questione economica di 36 famiglie inopinatamente chiamate a sostenere la spesa di più di seimila euro per la difesa, né un problema di dignità offesa dalle illazioni e dagli sciacallaggi.

In un contesto nel quale le democrazie sono sotto gli attacchi esterni ed interni, in cui si avverte un certo disinteresse verso la cosa pubblica, quasi il disgusto per la politica, azioni equivoche alimentano il qualunquismo del “sono tutti uguali” e mettono a rischio i percorsi democratici.
Qui sta il punto di caduta politico e meraviglia il fatto che nessuna forza, né di maggioranza né di opposizione, abbia avvertito l’obbligo di approfondire, fare chiarezza, riparare.
Agneddu e sucu e finiu u vattiu. Direbbe un noto saggio siciliano. Ma veramente finisce tutto qui? Per questo circolo PD di Monreale no. Occorre fare chiarezza per rispetto degli accusati, della corretta dialettica politica, della democrazia.



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